Pci: conferenza Est-Ovest per il disarmo in Europa di Lamberto Furno

Pci: conferenza Est-Ovest per il disarmo in Europa Reso noto il documento della direzione Pci: conferenza Est-Ovest per il disarmo in Europa La proposta di mettere a confronto il Patto di Varsavia e il Patto Atlantico preannuncia una posizione polemica nel dibattito parlamentare di dicembre - Critiche agli Stati Uniti ROMA — Una conferenza fra «Patto di Varsavia» e «Patto Atlantico» per accertare gli squilibri nucleari in Europa e una trattativa per ridurre gli armamenti strategici e convenzionali sono le proposte che la direzione del pei avanza nel documento approvato martedì, ma reso noto ieri, sui problemi della sicurezza europea, al centro delle polemiche in questi giorni. La risposta comunista appare interlocutoria e preannuncia una posizione polemica nel dibattito parlamentare previsto per dicembre, ma che avrà un prologo la prossima settimana alla Camera quando il governo risponderà, a una interpellanza del radicale Cicciomessere, favorevole ovviamente al completo disarmo. Il documento del pei premette che la proposta degli Stati Uniti alla Nato di 'installare in alcuni Paesi dell'Europa Occidentale, compresa l'Italia, 572 missili "Pershing2"e "Cruise"» e le «potemiche controversie sull'equilibrio strategico-militare in Europa» hanno «suscitato profonde preoccupazioni ed allarmi: Rileva, poi, che 'negli ultimi tempi si sono aggravate le relazioni internazionali e il clima della distensione si è deteriorato', mentre sottolinea che la firma degli accordi «Salt 2», relativi a una riduzione bilanciata degli armamenti nucleari, e un possibile inizio del negoziato per il «Salt 3» 'hanno suscitato nuove sperarne ed attese, ma vengono opposte resistenze'. A giudizio dei dirigenti comunisti, con la controversia sull'equilibrio delle forze -oggi siamo posti di fronte alla minaccia di una svolta in senso opposto alla distensione: quella di una nuova impennata nella gara degli armamenti'. Dopo aver sostenuto che queste gravi e complesse questioni vanno esaminate con 'la massima serietà ed obiet¬ tività; il documento chiede che sia 'rigorosamente evitato e respinto ogni tentativo di strumentalizzazione (o peggio ancora di provocazione c ricatto) a fini di politica interna'. Nel confermare la linea del pei per una «{otta coerente a difesa della pace e per il consolidamento della distensione», si insiste sulla necessità di superare ogni tendenza a 'ricercare la soluzione di problemi nell'irrigidimento di una politica di blocchi e nella sollecitazione di raggruppamenti ostili verso altri Paesi:è solo un accenno dettato, evidentemente, dalla preoccupazione di contrapporsi a pressioni antisovietiche. Tuttavia il documento ribadisce che il pei «pur ponendosi come obiettivo il superamento della logica dei blocchi e la loro progressiva dissoluzione, non mette in discussione le alleanze internazionali dell'Italia e realisticamente non ignora l'esistenza dei blocchi e dei relativi equilibri come dori da cui partire per rendere più vivo ed operante il processo di distensione». E' una frase-chiave imposta dalle affermazioni prò Nato fatte da Berlinguer nelle campagne elettorali del '76 e del 3 giugno scorso, ma che non si concretizza nelle attese conclusioni pratiche. Ciò risulta dal passo successivo del documento, che contiene le due proposte del pei citate all'inizio. In sintesi: «Ci troviamo di fronte a un dilemma: un controllo bilanciato degli armamenti oppure la rincorsa al riarmo. E' necessario dunque affrontare con la trattativa l'intero problema delle armi nucleari eurostrategiche e di quelle convenzionali, che sono di stanza o si fronteggiano in Europa. E' tempo che la difficile questione degli equilibri militari venga trattata e risolta in sede negoziale, varando proposte e misure che, invece di incrementare il livello degli armamenti, lo abbassino, garantendo per tutti condizioni di sicurezza». Ed ecco la seconda proposta, riguardante le polemiche sugli equilibri militari In Europa: accertare la reale situazione nelle sedi più opportune .quale potrebbe anche essere una conferenza fra il "Patto Atlantico" e il "Pattodi Varsavia"». Per il pei vi sono «ampie possibilità» ài avviare 'Subito» un'iniziativa in questo senso anche per il governo italiano sulla base delle proposte avanzate dai partiti e governi occidentali e 'anche raccogliendo e verificando le possibilità offerte dalle recenti dichiarazioni e proposte del governo dell'UrsS' (il ritiro di ventimila soldati, di mille carri armati e di missili offerto da Breznev in cambio di una rinuncia a nuove armi nucleari da parte dei governi europei della Nato). il documento si chiude con un appello alle 'forze democratiche, morali e religiose» perché diano vita «a un vasto movimento per il negoziato, per accordi che abbiano come obiettivo il disarmo, la distensione e la pace», destinando le somme sottratte agli armamenti a debellare la fame nel mondo. Lamberto Furno

Persone citate: Berlinguer, Breznev, Cicciomessere, Cruise, Reso