I generali a Catanzaro ossequi e pugnalate di Ugo Buzzolan
I generali a Catanzaro ossequi e pugnalate LA TV di Ugo Buzzolan I generali a Catanzaro ossequi e pugnalate «Tutta questa gente si scambia gelidi ossequi e pugnalate» ha detto ieri sera Piero Ottone commentando la quarta puntata de // processo, un film dal vero. Ossequi e pugnalate. Più pugnalate che ossequi. E' stata una guerra feroce tra generali che tiravano a scaricarsi le responsabilità. In mezzo c'era pure un ex ministro. Tanassi, che non si è comportato in maniera diversa. La ripresa è durata un'ora e mezzo e ha avuto parecchi momenti di forte rilievo e qualche altro momento meno aggressivo in quanto il dibattito si addentrava in dettagli non sempre tacili da seguire. Però, per avere un'idea del grado bollente della puntata, basterà ricordare la deposizione di Tanassi con una serie di dichiarazioni sconcertanti per uno che sedeva sulla poltrona di ministro della Ditesa («Non so njlla». «Non ho mai sentito parlare di un problema Giannettini», «Non mi sono mai occupato di problemi particolari», «Non ho mai visto nessuna lettera». «Mi si vuole coinvolgere, ma io non c'entro niente» ecc. ecc.); la deposizione dell'ex capo del Sid Miceli, autoritario generale con tendenze golpiste. che il presidente esorta a non tenere comizi; il confronto tra Miceli e Tanassi; la richiesta di incriminazione per falso nei confronti del generale Malizia, sostituto procuratore del tribunale militare, e il confronto, che pare condotto sul copione di una sceneggiata, tra il generale Miceli e il generale Malizia che si accusano a vicenda di essere bugiardi. In realtà si è avuta l'impressione, netta, che nessuno dicesse la verità. E' emerso chiaramente solo un fatto: che allora, in quell'estate del '73, in quella fase di trapasso fra un governo Andreotti e un governo Rumor, erano tutti d'accordo nel coprire Giannettini e i suoi legami coi fascisti «bombardieri» di Padova e quindi con la strage di piazza Fontana. Guardando questi personaggi, si provava un senso di smarrimento e di angoscia. «Qui vengono fuori i mali profondi della Repubblica — è stato detto in studio — ossia un certo modo di non governare, la tuga dalle responsabilità, le istituzioni degradate...». Oltre a tutto, anche lo spettatore meno informato e preparato ha capito che ad un dato livello l'accertamento della verità si è fermatodavantiad un «muroinvalicabile». A proposito dello studio, è da dire che, ritiratisi Andreotti e Rumor la cui presenza evidentemente era paralizzante, il commento è apparso più sciolto e più analitico, anche se di tanto in tanto, con interventi taglienti, il commento migliore è venuto dal pubblico ministero. ★ ir L'altra sera la rete 1 ha recuperato un film di grande interesse. Golfo del Messico (1950) di Micael Curtiz. Il soggetto è ricavato da «Avere e non avere» di Hemingway ed è lo stesso cui si era ispirato appena sei anni prima Hawks per «Acque del Sud» con la coppia Bogart-Bacall. Ma accanto a questa pellicola diseguale eppure vivificata da un estro ironico. Goffo del Messico non sligura affatto. Qui lo spericolato navigatore è un padre di famiglia con moglie e due figlie, e la sua relazione con la bella ospite del motoscafo è platonica. Amarissima la fine: il protagonista farà fuori l'intera banda di gangsters, ma ci rimetterà un braccio che gli dovrà essere amputato, e abbandonerà per sempre le rischiose e favolose avventure del mare. E' un film solido, rapido, compatto, girato con quel mestiere sicuro che contraddistingua il migliore Curtiz, capace veramente di sostenere, con alcune sue opere, il mito di Hollywood (si pensi a «Capitan Blood» e soprattutto a «Casablanca» con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman). Eccellente l'interpretazione di John Garfield, di una semplicità e di una asciuttezza esemplari Stasera va in onda il terzo capitolo di Come eravamo a cura di Nicola Cattedra. Sarà preso in esame, assieme al giornalista Nantas Salvataggio, l'anno 1952 (la questione di Trieste. Eisenhower presidente degli Stati Uniti, in Italia sempre predominio della de). In precedenza, terza e ultima puntata di Morte a passo di valzer. giallo stravagante
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