Rally day, show da 2 miliardi per vent'anni di divismo

Rally day, show da 2 miliardi per vent'anni di divismo H cantante festeggia se stesso al Pavillon de Paris Rally day, show da 2 miliardi per vent'anni di divismo PARIGI — La presa dell'Alhambra, nell'autunno del '59, è l'inizio della storia del rock francese; fu una conquista facile, con Johnny Hallyday cìiie scimmiottava Elvis Presley e le adolescenti in sala che lanciavano gridolini eccitati. Hallyday l'aveva già visto al cine: davano Loving you, dove Presley dimenava e inchiodava lo schermo alle rotazioni copulatorie del suo bacino, «e — racconta lui stesso — le ragazze in sala sembravano impazzite». Non restava che copiare quell'americano, il successo non sarebbe potuto mancare. Non è mancato. Sono vent'anni che Hallyday fa l'idolo di professione, con decine d'auto superlunghe e superveloci, una villa regale con vasca da bagno rosa a forma di cuore, nugoli di giovinette brufolose e la paccottiglia hollywoodiana d'ogni divo malato di divismo. La sua vita è ora immortalata per una giusta attenzione dei posteri in un album illustrassimo che appare in questi giorni in Francia, un'autobiografia lucida e caramellosa di cui Paris Match s'è affrettato a pubblicare un largo estratto. E perfino l'Express gli dedica tre pagine, un sacco di foto e tanta affettuosa devozione. Ma non è solo roba di gusto approssimativo, dietro finisce per scivolar via anche un pezzo di storia del costume francese, e i nomi e i ricordi di gente che ha fatto la fortuna del music hall parigino. Perché Hallyday, con alti e bassi di popolarità e burrasche sentimentali varie, comunque è lì da vent'anni che domina la scena, arraffando la passione e i sogni erotici di tutte le generazioni d'adolescenti venute su fin dal tempo polveroso dei blousons noirs. Metà cantante e metà macho, con contorsioni, sudori, disperazioni e torcimenti allusivi, Hallyday era l'idolo e l'interprete d'un costume che s'andava trasformando velocemente, mimando e imponendo le fantasie, la prepotenza e l'orgoglio libero d'una generazione che s'accorgeva di nascere solo allora, sull'ondata di riportodall'America. E' durato vent'anni, con una voce appena passabile ma con una greve capacità d'im¬ porre il suo personaggio di showman, abile a rinnovare certe punte della sua immagine per adattarsi felicemente allo scorrere del tempo e al variare delle richieste dei giovani consumatori di musica. Dall'altro ieri è tornato anche a cantare al Pavillon de Paris, per la doverosa celebrazione della gloria di questi vent'anni. Lo spettacolo, modestamente, è costato due miliardi di lire. Auguri, m. c.

Persone citate: Elvis Presley, Hallyday, Johnny Hallyday, Presley

Luoghi citati: America, Francia, Parigi