Ora si discute sul dopo-Carli I «piccoli» chiedono la parola
Ora si discute sul dopo-Carli I «piccoli» chiedono la parola Marcello Modiano, uno dei «tre saggi», a Torino e Milano Ora si discute sul dopo-Carli I «piccoli» chiedono la parola TORINO — Marcello Modiano sta girando l'Italia per sentire il polso ai piccoli imprenditori: come vicepresidente della Conflndustria è uno dei «tre saggU (gli altri sono Alighiero Demichelis ed Emilio Mazzoleni) che devono scegliere il successore di Carli. Ieri, a Torino, accompagnato dal direttore centrale della piccola industria Scialpi ha sentito 1 piemontesi, lunedi a Milano concluderà 11 suo giro. Carli se ne va, per statuto non è rieleggibile e gli umori degli imprenditori sembrano orientarsi ad un ricambio a favore di uno di loro, uno che venga dalla fabbrica. -Avete già un'idea?». Modiano, che nella Conflndustria presiede il Consiglio centrale della piccola industria, dribbla le domande su questo tema; il lavoro dei - tre saggi* è top segret. « Ci sono decine di uomini che potrebbero succedere a Carli — si limita a dire —; comunque credo che alla fine riusciremo a tirare fuori quello giusto*. Una cosa è certa, gli imprenditori minori questa volta appaiono decisi a pesare sulla scelta in proporzione alla loro forza nella Conflndustria (85 mila) e al loro ruolo nazionale. Questo ruolo è ora sintetizzato nel 'Progetto piccola industria* varato a gennaio, un progetto che è la •Magna Charta» del settore e la piattaforma del confronto con il governo e 1 sindacati. .Ci sono — dice Modiano — carenze e inefficienze normative ed operative che inceppano i piccoli imprenditori; le vogliamo superare. Non chiediamo facilitazioni, privilegi; sollecitiamo solo che siano eliminati gli handicap che gravano la piccola industria a causa proprio delle sue dimensioni*. Le riforme proposte dal •Progetto* sono di ordine normativo e fiscale. La legislazione attuale penalizza le società di persone rispetto alle società di capitale, e circa la meta delle piccole imprese sono società di persone; il 'Progetto* facilita la trasformazione delle società di persone in società di capitali per consentire a queste ultime di accedere alla Borsa; propone agevolazioni fiscali sugli utili investiti nell'azienda, mette l'accento sulle necessità finanziarie per stimolare l'innovazione tecnologica. Prendiamo quest'ultimo campo. *Non è che i soldi non ci siano per i finanziamenti delle innovazioni — dice polemicamente Modiano —: ma non ci siamo con i tempi; l'industriale decide di attuare un nuovo processo produttivo perché in quel momento è sollecitato dal mercato; ma i soldi arrivano dopo un anno e mezzo-due anni, quando il mercato è cambiato, e non servonopiù*. Nel .Progetto crescita* 11 credito è un elemento decisivo. *In questo momento — assicura Modiano — non c'è una grossa crisi dei finanziamenti l'aumento del costo del denaro era necessario per frenare] l'inflazione; certo la picco/a industria è la piii colpita perché più debole. Per difendersi ha però i consorzi-fidi che funzionano molto bene». *L'Unionfidi di Torino — dice Giuseppe Pichetto, presidente dei piccoli industriali piemontesi — in due anni ha erogato 22 miliardi ad un tasso inferiore di 3 punti al prime rate*. -Per quel che riguarda il credito — dice Modiano — c'è però una grossa disparità di trattamento tra le imprese situate al Nord e quelle situate al Sud: qui il denaro è molto piii caro, si arriva ad una differenza di 7-8 punti. Dovremo pensare ad una sorta di stanza di compensazione per livellare i tassi. Pensiamo anche alla creazione di un meccanismo che consenta di ottenere finanziamenti per l'esportazione a tassi inferiori al prime rate*. Le piccole imprese hanno soprattutto bisogno di finanziamenti per programmi a lunga scadenza, per investire e per crescere. 'La prossima settimana — annuncia Aldo Ra vaioli, presidente dei piccoli industriali di Torino — firmeremo una convenzione con il Mediocredito piemontese per l'estensione della garanzia fidi anche sui finanziamenti a medio termine*. E' la prima volta che questo avviene, all'impresa minore si aprono nuovi canali finanziari. Vittorio Ravizza
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