Cosa dice Roma e cosa risponde Torino sull'ordine di rinviare il riscaldamento

Cosa dice Roma e cosa risponde Torino sull'ordine di rinviare il riscaldamento Cosa dice Roma e cosa risponde Torino sull'ordine di rinviare il riscaldamento Il governo: doveva decidere la Regione - Novelli e Viglione: «Non toccava a noi» - Risultato: nessun decreto solamente un invito Tre giorni di incontri e di telefonate affan-" nose tra Torino e Roma e viceversa. Oggetto del dibattito: il riscaldamento, le forniture di combustibile, la valutazione del buco e della conseguente necessità di gasolio per la città e per l'intera regione. Venerdì, sabato e domenica sono trascorsi cosi. Unico risultato, la delibera con cui la giunta regionale .inrifa» i piemontesi a rinviare di una settimana l'accensione delle caldaie. Chi aveva i serbatoi pieni però ieri ha potuto (senza correre il rischio di essere multato) scaldare la casa. Perché tanta incertezza? Da Roma rispondono: tutto chiaro. Il ministero dell'Industria, conosciuta (anche se in ritardo) la situazione del Piemonte, ha informato 11 dicastero degli Interni che, per motivi di ordine pubblico, sabato ha Inviato un fonogramma al commissario di governo in modo da-consentire alla Regione di decidere un eventuale rinvio (di otto giorni) della data di accensione delle caldaie. Nessuna «ambiguità» quindi. Ancora sul problema delle necessità di combustibile: a giudizio dei responsabili delle fonti di energia il «buco» piemontese è, al massimo, di 150-200 mila tonnellate. Sulla necessità di far giungere a Torino 11 gasolio sufficiente per affrontare la stagione fredda senza eccessivi timori: il capoluogo piemontese avrà entro pochi giorni 30 mila tonnellate di gasolio, garantite dall'Ente nazionale idrocarburi. A Torino però queste sicurezze vacillano. • Certo — afferma il sindaco Novelli — il fonogramma da Roma è arrivato. Ma molto tardi, alle 22 di sabato. In secondo luogo era il ministro Rognoni che, secondo quanto si era con-, cordato, doveva decidere lo slittamento, non gli enti locali. Terzo, da un'analisi dell'Ufi/, fatta per la Regione, la carenza di gasolio in Piemonte è di 500-700 mila tonnellate, ma i tecnici del ministero contestano queste ci¬ fre». Aggiunge Novelli: «Non vogliamo cercare il colpevole ad ogni costo, ma ricordare che dallo scorso luglio stiamo "tempestando"il ministero con decine di richieste per ottenere udienza, per risolvere una situazione che, già prima delle vacanze estive, consideravamo difficile. Allora ci rispondevano: non ci sono problemi, sbagliate a preoccuparvi tanto. Ed ecco i risultati. Ancora ultimamente abbiamo dovuto attendere 15 giorni prima di essere sentiti dai responsabili del settore energia». Il presidente della giunta regionale, avv. Vlglione, non vuole polemizzare con nessuno, tanto meno con il governo. Dice: «Dobbiamo aiutarci: Torino come Roma ha problemi gravi da risolvere». Ma subito dopo si sente in dovere di ricordare che il governo aveva tante volte assicurato il proprio intervento. »A tutti i passi fatti dalla giunta piemontese e dal sindaco Novelli — dice Viglior.e — il governo ha risposto che avrebbe provveduto. Poi, invece, il famoso fonogramma, arrivato all'ultimo momento, ci ha scaricato la patata bollante». •La legge inoltre si presta quantomeno ad incertezze di interpretazione. Secondo noi non spettava alla Regione decidere un rinvio dell'inizio del riscaldamento. Abbiamo quindi valutato i "prò" ed i "contro" ed abbiamo deciso di invitare la gente ad attendere ancora una settimana». • Guardi, tornando dall'Ossola, mi sono fermato ad Arona ed ho incontrato tanta solidarietà. Un albergatore, ad esempio, mi ha confermato che accenderà i termosifoni solo lunedi prossimo. Ha detto che abbiamo fatto bene a responsabilizzare i piemontesi». Viglione conclude con una punta d'orgoglio: -Abbiamo sempre fatto sacrifici, quassù. Ne faremo uno in più. Spero proprio che la gente sia disponibile a sopportarlo. Nell'interesse di tutti». Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio, Novelli, Rognoni, Viglione