Ma chi guidava l'autocarro quando travolse Zibecchi? di Susanna Marzolla

Ma chi guidava l'autocarro quando travolse Zibecchi? Cominciato a Milano il processo contro tre carabinieri Ma chi guidava l'autocarro quando travolse Zibecchi? Sergio Chiarori era alla guida dell'automezzo, ma sostiene di essere stato tramortito prima dell'incidente - Manifestazione di studenti MILANO — Ieri mattina diverse scuole di Milano hanno sospeso le lezioni; alcune migliaia di giovani, in un corteo aperto dallo striscione «Giannino vive nelle nostre lotte» si sono recati a Palazzo di Giù stizia. Qui. nella grande aula riservata ai processi importanti, cominciava il processo per la morte di Giovanni (Giannino) Zibecchi ucciso a 27 anni da un camion dei carabinieri. Dei tre militari accusati di omicidio colposo solo uno. Sergio Chiarieri. sedeva sul banco degli imputati. Gli altri due, il tenente Alberto Gambardella e il capitano Alberto Gonella non si sono presentati. Entrambi non appartengono più all'Arma: il primo ha mandato un telegramma dicendo che deve assistere la madre malata: il secondo da Caracas, in Venezuela, ha fatto sapere di non stare bene. Sergio Chiarieri. 23 anni, era alla guida dell'automezzo Cm 52 che. la mattina del 17 aprile 1975. durante una manifestazione davanti alla sede del msi per protestare contro l'omicidio di Claudio Varalli. travolse e uccise Giannino Zibecchi. Ieri mattina, davanti ai giudici, ha ripetuto, pur con alcune differenze, la versione data dopo i fatti: di essere stato colpito al collo e allo zigomo destro, di essere rimasto intontito e di avere quindi perso per alcuni istanti (quelli dell'investimento) il controllo del mezzo. Tale versione fu poi. ufficialmente, fatta propria dall'Arma dei carabinieri. Le domande degli avvocati di parte civile (che rappresentano solo il fratello di Zibecchi. Carlo, poiché entrambi i genitori sono morti) e il pubblico ministero hanno teso sopratuttto al chiarimento di due punti: da che cosa e quando fu colpito Chiarieri: chi ha condotto l'autocarro durante il suo slalom sul marciapiede. Sergio Chiarieri. in un primo tempo, affermò di essere stato colpito da «una specie di parallelepipedo di ferro»; poi si corresse e disse che il parallelepipedo gli era stato consegnato dal tenente Gambardella: il quale però dice di averlo dato ad un altro che a sua volta nega la circostanza Il pm aveva scritto nella sua requisitoria: «Prepotente si affaccia il sospetto che la storia del parallelepipedo sia stata malamente inventata». «Non ho visto l'oggetto che mi ha colpito, è stato Gambardella a darmelo», ha ribadito in aula Chiarieri. Secondo punto: il percorso dell'autocarro. Il mezzo, infatti — si legge nel rinvio a giudizio — «senza rallentare salì sul marciapiede all'altezza di un passo carraio; superò una palina per la reclame; percorse un tratto di strada con le ruote di sinistra sul marciapiede, sfiorando alcuni manifestanti che si addossavano al muro ed evitando le tende parasole dei negozi; ridiscese prima della palina di un orologio: traversò la corsia investendo in pieno Zibecchi; rientrò, sempre senza rallentare, nella corsia centrale scavalcando il serpentone degli autobus e riprendendo il proprioposto in colonna». I periti nominati dal tribunale hanno concluso che un simile «slalom impeccabile» è impossibile sia stato eseguito da un autocarro privo di guida. Né tale guida poteva venire da Gambardella. che sedeva a fianco dell'autista. E' stato lo stesso Chiarieri a dirlo. Gambardella — ha dichiarato —poteva al massimo toccare il volante con una mano, allungandosi sul cassone del camion». «E allora — ha insistito la parte civile — come ha potuto evitare tutti quegli ostacoli?». Chiarieri si è trincerato dietro un «non so, ero intontito». Ed ha insistito che tale «intontimento» gli è durato anche mentre riportava regolarmente il mezzo in caserma. La Corte avrebbe poi dovuto ascoltare gli altri due imputati, ma ha dovuto accontentarsi dei verbali dell'istruttoria. Anche il confronto chiesto dalla parte civile tra Chiarieri e Gambardella sarà impossibie se l'ex tenente non si presenterà in aula. La versione dei due ufficiali ricalca a grandi linee quella di Chiarieri. ma ci sono diverse contraddizioni su come e quando fu colpito l'autista, sull'entità delle sue ferite e del suo «intontimento», sul fatto se ci si accorse o meno di aver investito Zibecchi. In particolare, dal capitano Gonella. che comandava l'autocolonna, sarebbe stato interessante sapere chi diede l'ordine di passare in mezzo ai manifestanti. L'autocolonna (e lo ha confermato lo stesso Chiarieri) doveva recarsi alla caserma di via Fiamma: ma per arrivarci non scelse la via più breve, né quella più sicura e anzi in via Fiamma non ci arrivò mai. Perché? A queste e ad altre domande, in mancanza dei due imputati, si spera possano rispondere i testimoni: il loro interrogatorio comincia oggi. Susanna Marzolla

Luoghi citati: Caracas, Milano, Venezuela