Vittoria soltanto tecnica, non porsonale quella di Carter su Kennedy in Florida

Vittoria soltanto tecnica, non porsonale quella di Carter su Kennedy in Florida L'analisi delle «miniprimarie» ridimensiona il successo Vittoria soltanto tecnica, non porsonale quella di Carter su Kennedy in Florida DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — li presidente Carter ha vinto le «minipri marie» della Florida, battendo il senatore Kennedy. Ma il risultato finale delle votazioni, e soprattutto il loro significato, non saranno chiari fino a domani o giovedì, quando il complesso conteggio di Miami verrà concluso. Al momento, 376 degli 879 delegati eletti sono «carteriani», e solo 234 kennediani. Vi è però un gruppo di 80 «non allineati» delle organizzazioni sindacali che propende per il senatore. Inoltre a Miami i voti sembrano essersi divisi esattamente in due: con 300 ancora da contare su 4500, il presidente sembra in vantaggio di soli 55 voti, e data l'eseguita di questo margine il conteggio verrà ripetuto. In base al regolamento, il vincitore «prenderà» tutti i 154 delegati di Miami. Carter quindi potrebbe trovarsi con una maggioranza di due terzi, come era previsto, oppure alla pari, se non in minoranza e questo sarebbe il segno che non ha più speranze di essere rieletto Gli osservatori americani, e quelli del corpo diplomatico e delle Nazioni Unite, ritengono che, anche se il successo assumesse grosse dimensioni, le «miniprimarie» della Florida hanno confermato la scarsa popolarità del presidente, e sottolineano che Carter ha vinto per una questione tecnica, mentre nella sostanza le sue forze si sono trovate in equilibrio con quelle di Kennedy. E ha ottenuto questo risultato benché fosse in condizioni estremamente favorevoli: mentre Kennedy aveva rifiutato di andare in Florida, e la sua candidatura era stata avanzata solo da una corrente dissidente del partito democratico. Carter aveva partecipato alla campagna con tutta la sua famiglia, coi suoi ministri, profondendo ingenti somme governative. Gli osservatori aggiungono che gli 879 delegati parteciperanno solo al congresso «statale» del partito democratico, cioè quello della Florida, in programma a Orlando il mese prossimo. I delegati al con-' gresso nazionale, dove viene nominato il candidato alla presidenza, saranno eletti nelle «primarie» vere e proprie di marzo. Un sondaggio d'opinione condotto parallelamente alle votazioni conferma che carteriani e kennediani si equivalgono, ma i secondi avranno la maggioranza se il senatore si butterà nella campagna. Véquipe di Carter, tuttavia, ha reclamato «una vittoria strepitosa-. Il portavoce della Casa Bianca, Jody Powell, ha asserito che -Kennedy è stato battuto duramente- e che -chiunque pensa che gli basterà chiedere la nomina acandidato perché l'ottenga si sbaglia di grosso. Il presidente è il più forte, e chiunque lo affronterà dovrà sostenere una lunga battaglia-.ll presidente ha fatto sapere di essere -sod¬ disfatto del risultato... che dimostra che gli americani gli rimangono vicini-. Il senatore ha scosso le spalle: -Ringrazio tutti i miei sostenitori tenendo conto che ero estraneo alla loro iniziativa, hanno fatto molto. Ma non attribuirei troppa importanza alle votazioni: né il presidente né io eravamo candidati-. Per un paradosso, infatti, sia Carter che Kennedy non hanno ancora sciolto le proprie riserve sulla scalata alla Casa Bianca nell'80. Carter ha spiegato che -svelerà i suoi progetti- il 4 dicembre; Kennedy qualche giorno prima, alla festa del ringraziamento in novembre. e. c.

Persone citate: Jody Powell, Kennedy

Luoghi citati: Florida, Miami, New York