Progetto Leyland

Progetto Leyland (Segue dalla 1 ' pagina) ai dipendenti della Leyland di pronunciarsi con un voto postale segreto prò o contro il piano di 'risanamento, sarà adottata formalmente domani dal consiglio d'amministrazione, ma è oramai sicura. Mi ha detto ieri David Andrews: •Non vogliamo né possiamo varare il nostro piano e chiedere altri soldi pubblici senza l'appoggio dei lavoratori al piano di snellimento. Se la base ci risponderà di no, noi non andremo dal governo a chiedere altri fondi». Edwardes ha dichiarato che in tal caso «iZ futuro della Leyland sarebbe messo in forse». Mi ha spiegato Andrews: «/ nostri problemi rimarrebbero; lo snellimento sarebbe altrettanto inevitabile, ma dovremmo rinunciare a una parte degli investimenti. Che accadrebbe poi? La natura stessa della Levland dovrebbe cambiare. Diventerebbe necessaria una ristrutturazione fabbrica per fabbrica, spezzando la Leyland nelle sue parti». Ma Andrews è convinto che i dipendenti voteranno a favore del piano di risanamento. Vi sono già state tre votazioni segrete alla Leyland, e nelle due ultime la base sconfessò a gran maggioranza gli «shop stewards.. approvando una proposta di Edwardes di aumenti salariali ledati ad un aumento della produttività; gli «shop stewards., che avevano proclamato lo sciopero, dovettero fare marcia indietro. Il meccanismo del voto sarà affidato a un istituto indipendente, la «Electoral reform society», che garantirà una formulazione imparziale del quesito sottoposto a referendum: il sindacato non può impedire la consultazione, anche se non la vede di buon occhio. Il quesito, su cui si voterà si c no. verrà inviato ad ogni dipendente al suo indirizzo privato, assieme ad una busta con risposta pagata da Indirizzare alla «Electoral reform society»: questa garantirà la segretezza del voto e uno spoglio imparziale delle schede. Nei precedenti referendum la percentuale dei votanti fu superiore ai due terzi dei dipendenti. Se gli «shop stewards» fossero sconfessati una terza volta (tra i dirigenti sindacali nazionali più d'uno ne sarebbe contento), le conseguenze, sia all'interno della Leyland che al di fuori della grande Impresa, sarebbero considerevoli: altre aziende sarebbero tentate di seguire la stessa strada. Anche i piani di riforma del sindacato, che sta preparando il governo conservatore di Margaret Thatcher, e che prevedono In alcuni casi votazioni segrete obbligatorie, ne verrebbero rafforzati. La crisi della Leyland potrebbe segnare una svolta nelle relazioni industriali In Gran-Bretagna; è anche un capitolo Importante nella storia dell'industria automobilistica mondiale. Per una serie di motivi complessi, che hanno a che fare soltanto in parte con i problemi sindacali, l'industria dell'auto inglese è risultata la più debole, quella che rischia più d'ogni altra di andare a fondo, nel momento in cui la concorrenza su scala mondiale diventa spietata e mette alla prova la vitalità e la competitività di ogni impresa. Nel 1975, per salvare la Leyland, che era già allora sull'orlo del fallimento, Il governo Inglese nazionalizzò di fatto la società rilevandone le azioni. Negli ultimi quattro anni lo Stato ha versato alla Leyland, come nuovo capitale azionario, la somma favolosa di 775 milioni di sterline, circa 1200 miliardi di lire. Ma soltanto quest'anno gli scioperi sono già costati alla Leyland 130 miliardi, e i fondi pubblici non sono bastati ad arrestare la decadenza precipitosa di quest'impresa, che pure rappresenta una gloriosa cultura Industriale. Se la Leyland non si salverà, e con la Chrysler in crisi, altre Industrie ugualmente prestigiose nel mondo si sentiranno domani in pericolo. Arrigo Levi Progetto Leyland

Persone citate: Andrews, Arrigo Levi, David Andrews, Margaret Thatcher