Una giungla in famiglia

Una giungla in famiglia Reddito e bilancio Una giungla in famiglia La famiglia-industria è la nuova unità di reddito. A qualcuno consente il benessere; a molti assicura soltanto la sopravvivenza. Non hanno certo problemi due coniugi lavoratori, senza figli, con due salari da lavoro dipendente, pur corrosi dall'inflazione. Ma una famiglia con un solo reddito e più bocche da sfamare a stento se la cava. Il lavoro nero o il doppio lavoro diventano una necessità, mentre si crea una nuova giungla di ingiustizie e sperequazioni. Occhio puntato sulla famiglia dunque, a tu per tu con Ermanno Gorrieri, ex sindacalista, ex deputato, membro del Consiglio nazionale de, emiliano, già pubblico accusatore nel '72 de «La giungla retributiva», autore oggi di un libro (editore II Mulino) su »La giungla dei bilanci familiari». Un bidello con moglie lavoratrice e un figlio ha un tenore di vita del 53 per cento superiore a quello di un preside con moglie casalinga e due figli. E' un caso ipotetico o reale? »Sono tutti casi ipotetici e reali nello stesso tempo — spiega — quel preside lo conosco, anche se non ho appurato se ha o no la seconda casa. Ho calcolato i redditi in base ai contratti, secondo le tabelle». Non ha neppure tenuto conto di eventuali doppi lavori o di lavoro nero. 'Sono dati non rilevabili, è l'economia sommersa. Ricordiamo, però, che molte famiglie non si sarebbero salvate in questi anni di inflazione galoppante senza lavoro nero o straordinari jal massimo». Il tutto rende i 'bilanci familiari ancora più complicati. Anche a parità di retribuzioni è «giungla» nella famiglia. Esempio: due operai metalmeccanici, stesso stipendio, ma uno con moglie casalinga e due figli, l'altro con la sola moglie, centralinista in ente pubblico, il risultato di calcoli abbastanza semplici è sorprendente: il primo nucleo familiare dispone di circa 55 mila lire a testa per consumi individuali (alimentari e non, tolte le spese collettive dall'abitazione all'energia elettrica, ecc.); il secondo può contare sul quadruplo: oltre 222 mila lire per uno. 'Di famiglie come la prima — sottolinea Gorrieri — in Italia ce ne sono un milione 882 mila. Con poco più di 55 mila lire non si fa fronte neppure ai bisogni alimentari, si tira la cinghia, ci si arrangia». Il lavoro nero diventa necessità; il lavoro minorile non ha più difesa. E allora? - A ciascuno il suo, secondo i suoi bisogni», replica Gorrieri. Non in chiave individualistica, ma legata al bilancio familiare. Una redistribuzione del reddito su basefamiglia; garantire il minimo vitale a tutti in uno spirito di solidarietà sociale; aiutare i nuclei numerosi con un solo reddito che in Italia sono circa la metà. Un cammino difficile, ma non livellatore, secondo Gorrieri. Spiega: «Dopo aver assicurato a tutti il minimo per una vita decorosa, occorre riconoscere all'uomo il bisogno di stimoli per dare il massimo di sé». Perciò rivalutazione del lavoro in base a tre criteri: professionalità (con responsabilità e impegno); penosità (dallo stress al rischio alla soddisfazione); fabbisogno sociale attraverso il mercato del lavoro. «Se la società ha bisogno di personale paramedico e questo posto non è appetito, bisogna renderlo tale». Entra in gioco il contrasto tra lavoro manuale e lavoro intellettuale-impiegatizio? . Simonetta Conti (Continua a pagina 2 In ottava colonna)

Persone citate: Ermanno Gorrieri, Gorrieri, Simonetta Conti

Luoghi citati: Italia