Castro resta a New York ma gli Usa lo ignorano

Castro resta a New York ma gli Usa lo ignorano Il leader cubano aveva sperato in un contatto Castro resta a New York ma gli Usa lo ignorano Ha trascorso la giornata all'ambasciata - Colloqui con diplomatici del Terzo Mondo - Ha ascoltato alla radio il presidente Usa - Continuano le manifestazioni: una bomba rudimentale davanti all'Onu DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Da venerdì sera, dopo il suo appassionato discorso alle Nazioni Unite, Fidel Castro è arroccato nell'ambasciata cubana, dove tiene ininterrotte consultazioni politiche col Paesi del Terzo Mondo, in un'imprevista estensione della conferenza del mese scorso all'Avana. Le misure di sicurezza dei servizi segreti americani, dell'Fbi e della polizia newyorchese sono state tutte rafforzate (il suo soggiorno è costato ormai alla metropoli 1 milione di dollari). L'incidente più grave registrato finora è stato il lancio di una rudimentale bomba, avvolta in una bandiera cubana, contro un cordone di agenti. La bomba, formata da un pezzo di radiatore pieno di polvere da sparo, non è esplosa a causa del distacco della miccia. L'autore del lancio, un rifugiato cubano di 17 anni, William Bargana, è stato arrestato. L'incidente è avvenuto venerdì sera, vicino alle Nazioni Unite. Ha dichiarato il commissario William Schmidt che se la bomba fosse scoppiata, avrebbe fatto molti feriti. «Non era potente — ha detto — ma c'erano un mucchio di dimostranti-. La protesta dei rifugiati è continuata ieri, ma in tono minore. Alla loro testa si è presentata ancora una volta la sorella di Castro, Juanita, che vive in Florida. La donna, che fece la rivoluzione col fratello, finendo anche in carcere sotto la dittatura di Batista, se ne staccò successivamente per contrasti politici. Ha asserito che Fidel ha instaurato un regime repressivo, macchiandosi «di condanne a morte e di torture*. 'Rifiutai di collaborare con lui non appena mi accorsi che stava percorrendo la stessa strada di Batista; ha dichiarato ai giornali. La polizia newyorkese è riuscita ad evitare gravi scontri tra avversari e sostenitori di Castro (i primi erano circa 4000, i secondi 1000), isolandoli a cinque o seicento metri di distanza, in due aree appositamente preparate. Piccoli, gruppi sono però venuti alle mani nelle strade circostanti l'ambasciata e l'Onu. Complessivamente, sono stati operati tre fermi. Dopo il discorso al «Palazzo di vetro» e la colazione col segretario generale Waldheim, Castro ha tenuto all'ambasciata cubana un ricevimento per i non allineati, a base di aragoste, da lui pescate personalmente e portate dall'Avana. I diplomatici che vi hanno preso parte hanno definito l'atmosfera 'rilassata e allegra-. Sembra che Castro abbia evitato riferimenti alla crisi con gli Stati Uniti, concentrandosi invece sulla proposta di un piano economico per il Terzo Mondo. La cena si è svolta in un salone disadorno, senza neppure bandiere, ed è stata innaffiata di rum cubano. Molti hanno dichiarato che il tono dell'ospite è stato 'moderato-, come del resto alle Nazioni Unite, dove, a parte gli attacchi a Washington, egli si è collocato su posizioni meno estremistiche che alla conferenza dell'Avana. Il New York Times ha scritto che Breznev lo aveva pregato di non creare nuove tensioni con Carter. Il massimo riserbo circonda i movimenti del leader cubano, che si trova a New York per la prima volta dal '60, e la cui visita segna una svolta storica per l'Onu. La polizia ritiene che egli lascerà la metropoli domani, con lo stesso aereo con cui è venuto, l'Ilushin 62 che lo attende ancora all'aeroporto Kennedy. Si sa che, oltre alle consultazioni politiche, egli ha dedicato ieri il suo tempo all'ascolto dei dialoghi telefonici tenuti per due ore dal presidente Carter alla radio con cittadini americani : la Casa Bianca ha scelto gli interlocutori del capo di governo e dello Stato tra oltre 60 mila che si erano offerti, chiamandoli dal centralino. Castro, che è amante di questo sport, ha anche guardato alla televisione le partite del campionato mondiale di baseball tra gli Orioles di Bai timora e i Pirates di Filadel fia. 'Tifo per i Pirates — ha detto a un giornalista-. In questo non sono un non alli neato-. Sul discorso di Castro alle Nazioni Unite il Dipartimento di Stato americano e la Casa Bianca hanno mantenuto un rigido silenzio. Un portavoce ha commentato semplicemente che 'nel discorso non c'erano novità-, e ha escluso che funzionari Usa prendano contatto diretto col leader cubano. Al di là delle critiche, specialmente in un'intervista al Washington Post, Castro aveva fatto mezze aperture. Non si esclude che la sua permanenza a New York, del tutto imprevista, sia dovuta anche al desiderio di incominciare un dialogo. Il presidente Carter non ha comunque revocato l'ordine alla squadra navale in navigazione verso Cuba di tenere da domani manovre militari: esse contempleno lo sbarco di 2200 martnes nella base di Guantanamo che gli Stati Uniti hanno conservato grazie a un trattato irrinunciabile, e. c.