Hua è il primo capo supremo a mettere piede in (ktidente di Bernardo Valli

Hua è il primo capo supremo a mettere piede in (ktidente In cinquemila anni di storia dell'Impero cinese Hua è il primo capo supremo a mettere piede in (ktidente Domani sarà a Parigi, poi andrà a Bonn, Londra e Roma - Una politica estera da superpotenza, come indica la contemporanea trattativa con Mosca - Obiettivo probabile un più intenso scambio economico con la Comunità dei Nove DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — Hua Ouofeng. 58 anni, presidente del partito comunista e capo del governo, sarà il primo responsabile supremo della Cina unificata, antica e moderna, confuciana e maoista, imperlale e rivoluzionaria, a mettere piede in Occidente. I sovrani delle varie dinastie non si muovevano dall'Impero del Centro per recarsi nel resto del mondo, ai loro occhi una grande insignificante periferia, e Mao, nei suoi rarissimi viaggi oltre confine, non usci mai dai limiti dell'area comunista. Kua. il successore per lo meno sul piano formale, arrivando domani a Parigi — prima tappa di un periplo che lo condurrà poi a Bonn, a Londra e a Roma — spezzerà dunque una regola non scritta, una tradizione rispettata per piU di cinquemila anni. Questi sommari riferimenti a un passato tanto profondo cadono a taglio, mettono in rilievo quanto sia ampia la non nuova apertura diplomatica della trentenne Repubblica Popolare. Hua Ouofeng ha compiuto una prima marcia di avvicinamento all'Occidente nell'estate scorsa, recandosi a Bucarest e a Belgrado, capitali contestatrici dell'egemonia sovietica nell'Europa sud-orientale e balcanica, e poi fermandosi sulla via del ritorno in Iran, bastione occidentale ai confini con l'Urss poco prima di venire travolto dal ciclone musulmano di Khomeini. Quel viaggio assunse un carattere «provocatorio, nei confronti di Mosca, apparve come una tentata manovra di accerchiamento diplomatico, una controffensiva, anche per i toni dei discorsi pronunciati durante l'insolito itinerario. La lunga visita che si Inizia tra poche ore sul versante occidentale del vecchio conti- nente non dovrebbe avere la stessa drammaticità, anche, se il linguaggio sarà spesso polemico nel confronti delrurss, come esige da tempo il rituale cinese (e del resto quello sovietico). Nel frattempo c'è stata, è vero, l'esplosiva parentesi de! conflitto cinovietnamita, che per un Istante ha fatto pensare a una azione dell'Armata Rossa in soccorso dell'alleato regime di Hanoi. Ma nello stesso anno, il 23 settembre scorso, si sono aperti i negoziati con Mosca, che nonostante l'esibito scetticismo cinese sembrano un tentativo di rattoppo dei rapporti tra Stato e Stato, dopo la denuncia da parte di Pechino del trattato trentennale non ancora del tutto scaduto. Il '78-'79 è stato un biennio chiave per capire la diplomazia cinese, rimasta fondamentalmente sulla linea tracciata da Mao all'avido degli Anni Settanta, malgrado i profondi mutamenti nella politica Interna. Nel '78 ci sono state la firma del trattato di pace e amicizia con il Giappone (12 agosto) e poi la normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti (16 dicembre). Due 'avvenimenti che hanno turbato, irritato l'orso polare, che si è sentito stretto in una morsa, anche per l'atteggiamento americano, dal quale è affiorato a tratti un asse Washington-Pechino In funzione anti-moscovlta. Le due iniziative quasi simultanee della fine del '79 appaiono a prima vista contraddittorie: da un lato il gesto di¬ stensivo dei negoziati con Mosca; dall'altro 11 viaggio in Europa Occidentale, proprio nel momento In cui la pressione diplomatica sovietica, a proposito dell'installazione dei missili americani a medio raggio, è entrata nella sua fase più acuta con 11 discorso di Breznev da Berlino Est. Il contrasto può risultare ancor piti marcato se si rilegge l'Invito rivolto da Hua Ouofeng agli europei, pochi giorni prima della partenza per il grande viaggio. Il leader cinese ha esortato il «vecchio continente, a non rinunciare «ai suoi strumenti di legittima Bernardo Valli (Continua a pagina 2 In nona colonna)

Persone citate: Breznev, Hua Ouofeng, Khomeini, Mao