Lunga corsa alla pensione

Lunga corsa alla pensione Comincia dalle elementari Lunga corsa alla pensione Il fatto parrebbe assurdo, ma è autentico: è possibile computare al fini dell'età pensionabile, per la pensione di vecchiaia e d'invalidità, gli anni di scuola elementare, purché frequentati nel periodo compreso fra il 1929-'30 e il 1937-38, a una certa condizione, allora non rara: quella di essere stati iscritti all'assicurazione di mutualità scolastica. Gli anni di elementari — cinque per uno studente normale, quattro per 1 più bravi, ma in questo sfortunati, che avessero saltato l'ultimo anno, sette od otto per 1 fortunati pluriripetenti possono essere computati, in tale ipotesi, sia ai fini della maturazione del diritto alla pensione, come ai fini della determinazione della sua misura. La notizia strabiliante mi è rimbalzata dalla cronaca de La Stampa, che aveva scovato un depliant di un'agenzia per pratiche amministrative, la quale offre la sua assistenza per tale nuovo tipo di pratiche pensionistiche, promettendo celerità ed efficacia, dietro modico compenso. Ho fatto la verifica, presso la direzione generale dell 'Inps a Roma. Ivi ho avuto la conferma che essa è vera. Questa possibilità deriva non da nuove strabilianti leggi (se ne vedono di tutti i colori e i tipi) ma da una recente sentenza della Corte di cassazione, che l'ha riconosciuta giuridicamente fondata, basandosi su di un groviglio di combinati disposti della giungla legislativa esistente in materia di pensioni. Dunque il bambino con i calzoni corti può già maturare diritti di pensione come e più d'un adulto. I cinquantenni possono rovistare fra le loro carte di famiglia; chiedere ai genitori se ricordano di aver preso il salvadanaio della mutualità scolastica. Se il lettore, a questo punto, si stropiccia gli occhi credendo di aver letto male, si rassicuri: al sentire che è giuridicamente possibile che il salvadanaio delle elementari generi diritti quantitativi e qualitativi di pensione, anche io ho fatto un sobbalzo sulla sedia. Ho domandato al mio amico dell'Inps, all'altro capo del filo, se non lo ritenesse assurdo. Ed ho sentito una risposta calma, come di chi si è dovuto abituare a tutto; e non ha più fiato per sdegnarsi. Avevamo già l'anzianità convenzionale per gli anni di guerra e di prigionia (con curiosi benefici aggiuntivi per chi avesse la campagna d'Africa); l'età convenzionale per gli anni di università spesso •riscattabili»; nonché l'anzianità convenzionale per chi lascia anticipatamente l'amministrazione pubblica In determinate circostanze. Si era fatto il calcolo che cumulando I vari anni di anzianità convenzionale maturati a vario titolo, era teoricamente possibile, per una persona, figurare come se avesse avuto un periodo di anni di lavoro pari agli anni di età, cioè come se fosse andato a lavorare cominciando dall'epoca in cui era ancora in fasce. Ora, con il diritto alla pensione di anzianità e d'invalidità per i bambini, 11 computo si allunga all'indietro ulteriormente e lo Stato assistenziale tocca veramente 1 vertici dell'assurdo. Che sia stato a suo tempo interpellato il compianto Achille Campanile (autore dell'indimenticabile storia del Povero Piero che peri a Pavia e dei racconti umoristico-grotteschi raccolti nel volume Gli asparagi e l'immortalità dell'anima) per redigere questo anello mancante dell'impalcatura dello Stato assistenzialistico? O forse ci hanno messo le mani, più di recente. Frutterò e Lucentini? L'Inps sta accumulando disavanzi derivanti in gran parte dagli «oneri impropri» delle varie gestioni pensionistiche. II ministero delle Finanze è a caccia affannosa di tributi ed il governo tutto è a caccia di aumenti di tariffe di pubblici servizi per tamponare il disavanzo pubblico, che si ostina a superare il 10 per cento del prodotto nazionale. Ma è facile capire che, in uno Stato in cui il numero delle pensioni percepite a vario titolo pareggia praticamente il numero dei lavoratori dipendenti ed in cui anche ai bambini — sia pure con riferimento solo ad alcuni anni del ventennio fascista — viene riconosciuto un diritto di maturazione della pensione, non si può pretendere di arrivare ad un rapporto accettabile tra entrate e spese pubbliche con l'aumento delle prime mediante Inasprimenti di imposte e tariffe. L'asino crollerebbe sotto il basto. Le pensioni Inps per i lavoratori dipendenti sono (dati 1977) 8 milioni, di cui 3 per la vecchiaia, 3 per l'invalidità e 2 per i superstiti. Le pensioni del personale Enel sono già 50 mila. Quelle del Fondo sociale sono 800 mila. 260 mila riguardano la previdenza dei dipendenti degli enti locali, 700 mila gli statali, 195 mila i ferrovieri, 2 milioni e 100 mila i coltivatori diretti mezzadri e coloni. 518 mila gli artigiani. 470 mila i commercianti. 25 mila 1 medici, 33 mila gli avvocati. In totale, considerando altre pensioni di categorie varie il numero delle pensioni supera i 13 milioni ed è in crescendo. L'Inps eroga 18 mila miliardi di pensioni ed ha contributi per 14.500 miliardi (dati 1978). Le pensioni erogate nel complesso, oltre che dall'Inps, anche dallo Stato per i suol diFrancesco Forte (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Achille Campanile, Lucentini

Luoghi citati: Africa, Pavia, Roma