Dopo quattro anni la Fiat Allis protagonista nel movimento terra di Renzo Villare

Dopo quattro anni la Fiat Allis protagonista nel movimento terra Due nuove grosse macchine al Samoter di Verona Dopo quattro anni la Fiat Allis protagonista nel movimento terra DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LECCE — Il consueto appuntamento di Verona con Fiat-Ailis in occasione del Samoter, la rassegna dedicata alle macchine movimentoterra che apre oggi la sua sedicesima edizione nei quartieri della Piera, si è tenuto quest'anno a Lecce dove la società ha il suo più importante stabilimento di produzione con oltre 2000 dipendenti. L'incontro non è avvenuto a caso, come ha sottolineato l'amministratore delegato della società, Virgilio Massari. Anzitutto per presentare, nel loro ambiente di origine, cioè alla discesa dalle linee di produzione, due nuove macchine Piat-Allts: il dozer FD-20 e 11 caricatore PL-20, quest'ultima assolutamente inedita, senza precedenti nella gamma Fiat-Allis. Si tratta infatti delle due macchine più grandi e sosfisticate dello stabilimento di Lecce con le quali è stato superato il limite dei 200 cavalli (la loro potenza è di 235 cavalli) fino a ieri giudicato quasi impossibile per l'impianto pugliese. Quindi per annunciare la creazione, in un'area vicino a Lecce, di un moderno ed attrezzato campo prove (sinora era stato a Roma) dove sarà esposta e messa all'opera l'intera gamma, composta da 53 modelli base da 50 a 550 cavalli di potenza ed esportata in 126 Paesi. Il nuovo complesso — ha fatto notare Massari — attirerà nella zona non meno di 2500 visitatori l'anno, con una positiva influenza non solo sulle attività commerciali di Fiat-Allis, ma sull'economia dell'intero territorio. Infine per presentare lo stabilimento di Lecce 'protagonista quotidiano della produzione e della vita della società che ha raggiunto ormai una rimarcabile maturità per i consistenti investimenti in denaro, capacità ed esperiense umane che ne fanno un complesso industriale ordinato, efficiente e con elevate potenzialità operative: sicuramente il piii moderno d'Italia e, forse, d'Europa nel nostro settore-. Massari, che era accompagnato dal direttore generale George Jacquet. ha diviso in due periodi la vita dello stabilimento. Il primo, dall'inizio dell'attività (fine '72, inizio '73) è durato circa 3 anni (si è chiuso alla fine del '75) con ravviamento produttivo di macchine già esistenti nella linea Fiat, adottando gli stessi metodi e le stesse tecnologie operative. Il secondo perìodo, che inizia nel '76 e dovrebbe concludersi alla fine del prossimo anno, è stato ed è il periodo del rinnovo della gamma Fiat Al lis. Questa trasformazione, iniziatasi nel '76 con modelli di grande successo in Italia e all'estero, trova oggi la sua espressione significativa nei due modelli di alta potenza, presenti a Verona in anteprima mondiale insieme all'apripista cingolato 10-C (128 cavalli), che sostituisce il 10-B nella classe dei dozer di media potenza, e al caricatore cingolato FL 4/L che, con cinquanta cavalli di potenza, è il più pìccolo della serie, con caratteristiche tuttavia eguali ai caricatori più potenti. Fiat-Allis, costituita nel '74 dalla fusione della Fiat macchine movimento-terra e della Allis Chalmers, prima «Joint venture» internazionale del gruppo Fiat, costituisce un valido esempio di fusione fra tecnologie americana ed europea. Il Gruppo, di cui la Fiat detiene l'80 per cento, è passato da un fatturato di 460 miliardi di lire nel '74 a 651 nel '78 con investimenti saliti da 23 ad oltre 30 miliardi previsti per quest'anno. Nel '79 il fatturato dovrebbe raggiungere i 700 miliardi. 50 in meno del previsto, soprattutto per la flessione registrata sul mercato americano dalle macchine di grande poten- za. -Andremo, invece, un po' meglio in Europa — ha detto Massari — dove si intravede una ripresa, specialmente in Germania. Nei primi sei mesi dell'anno le nostre vendite in quel Paese sono aumentate del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso-. Il conto economico '78 si era chiuso con 2,8 miliardi di utile e le prevlsonl '79 danno una cifra pressoché uguale ma -molto dipende dall'andamento del dollaro-. Si tratta infatti di un mercato dominato dalla moneta Usa, specialmente per l'Italia che deve esportare circa il 70 per cento della sua produzione, contro il 10-20 per cento massimo di Usa e Giappone. I volumi di produzione del prossimo anno dovrebbero essere uguali a quelli del '79 e quindi -se tutto procede secondo le previsioni non riteniamo di dover ricorrere alla cassa integrazione nel prossimo esercizio». II mercato Italiano delle macchine movimento-terra è coperto per il 40 per cento da Fiat-Allis. per il 16.7 da Caterpillar (che ha perso un punto sul '78) e per il 14,5 da Massey Ferguson. Il restante è diviso fra tutte le altre marche, compreso il colosso giapponese Komatsu. Fiat-Allis deve perciò competere con questi grandi costruttori: quelli americani assorbono da soli circa il 45 per cento della domanda mondiale. Tuttavia, nonostante l'andamento poco favorevole del settore, ha aumentato quest'anno la sua percentuale di vendite proprio per l'ampia gamma di prodotti. Ultimo punto importante che Massari ha voluto sottolineare, il passaggio graduale alla motorizzazione Fiat su tutti i modelli, con motori Iveco «turbo soffiati», ad eccezione dei giganti da 450 e 550 cavalli. -Questa operazione, che dovrebbe concludersi entro un anno e mezzo, la conduciamo in stretto rapporto con gli Stati Uniti dove stiamo apprestando una grossa macchina anch'essa con motore Iveco. Contiamo molto sul mercato americano e pensiamo — ha concluso — vi sia un grosso spazio per il nostro prodotto. Oggi esportiamo 800 macchine l'anno, ma pensiamo di poter fare molto di più, forse raddoppiarlo addirittura-. Renzo Villare

Persone citate: Caterpillar, George Jacquet, Joint, Massari, Virgilio Massari