I leaders sindacali a Torino
I leaders sindacali a Torino I leaders sindacali a Torino ROMA — Francesco Cossiga cerca di riallacciare 11 dialogo tra i sindacati e la Fiat incrinato dal licenziamento di 61 operai e dalle severe critiche rivolte dalle confederazioni sindacali a quel provvedimento. L'azione del presidente del Consiglio è delicata. Si svolge in grande riserbo e tra molte cautele, anche lessicali : a Palazzo Chigi rifiutano la parola «mediazione», non gradiscono neppure «intervento» e preferiscono 11 termine «interessamento», meno ufficiale e impegnativo. Un incontro tra i segretari delle confederazioni e la direzione della Fiat potrebbe avvenire a Torino lunedi sera o martedì. Lama, Camiti e Benvenuto, in ogni caso, saranno a Torino martedì. n carattere quasi privato che Cossiga ha voluto dare al suo intervento (sottolineato dalla stessa decisione di separare il colloquio con Lama, Camiti e Benvenuto dall'incontro ufficiale governo-sindacati) provoca non soltanto molte voci incontrollabili, ma anche qualche perplessità tra 1 politici. Alcuni compagni di partito del presidente del Consiglio — tra i quali i senatori De Vito e Ferrari-Aggradi — gli hanno rivolto ieri un'interpellanza per conoscere squali sono gli elementi a conoscenza del governo e i conseguenti propositi ». Ma, come notano fonti vicine a Palazzo Chigi, la risposta di Cossiga all'interpellanza è già implicita nei fatti. Al di là di un «interessamento personale» del presidente, il governo non ha alcun potere di intervento in questa vicenda. Spetta semmai ad altri organi dello Stato pronunciarsi: la magistratura del lavoro, in primo luogo. Però, prima che il caso arrivi al giudice, Cossiga cerca di evitare che esso produca un danno «politico» nei rapporti tra l'azienda e il sindacato. Sotto questo aspetto sembrano esservi segni di un certo riavvicinamento tra le posizioni della Fiat e dei sindacati, forse proprio In vista dell'incontro della prossima settimana. L'ordine del giorno del comitato esecutivo della Uil, pubblicato ieri, ad esempio «invita l'azienda torinese ad affidare alla magistratura le prove che essa afferma di possedere o comunque le informazioni di cui si dichiara a conoscenza'. «Se responsabilità ci sono non sarà certo il sindacato a coprirle, ma, nello stesso modo, il sindacato non potrà coprire scelte cosi gravi e a tutt'oggi immotivate da parte dell'azienda-. Dopo le dure reazioni del primo momento, il sindacato sembra ora ripiegarsi su una riflessione più pacata e anche autocritica. Lama ha detto che-la Fiat non solo ha inteso colpire il sindacato, ma anche voluto dare delle indicazioni: ci sono già, infatti, altri signori del padronato che seguono la strada aperta dalla Fiat'. Ma ha anche aggiunto: 'Nelle fabbriche il sindacato deve esprimere una posizione più netta, essere più efficiente sul terreno della lotta alla violenza (...). Non possiamo difendere i violenti: la lotta operaia è sempre stata di massa, democratica, anche dura, ma ha bandito la violenza'.
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