Don Coppola, il «padre Santa Lupara» respinge ogni accusa per i rapimenti di Vincenzo Tessandori

Don Coppola, il «padre Santa Lupara» respinge ogni accusa per i rapimenti Il processo d'appello a Milano contro Luciano Liggio Don Coppola, il «padre Santa Lupara» respinge ogni accusa per i rapimenti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Ha sempre sostenuto di dover pagare per colpe non sue. Quando, nel giugno di tre anni fa. venne accompagnato in barella al tribunale di Milano che doveva giudicare sulle responsabilità sue e di altri nei sequestri di Pietro Torielli junior. Luigi Rossi di Montelera ed Emilio Baroni, sospirò: «Signore. perché mi hai abbandonato?.. Fu giudicato colpevole e cosi, don Agostino Coppola, della solida «famiglia dei Coppola», fu condannato a 14 anni di reclusione. Oggi è uno dei 30 imputati al processo che si celebra alla terza sezione della corte d'appello di Milano. Il suo nome figurava nell'elenco degli imputati per il rapimento di Luciano Cassina. dell'estate 1972 e gli inquirenti avevano sostenuto che faceva parte della cosca. Era stato rinviato a giudizio per il sequestro e per .aver aiutato i responsabili a procurarsi e assicurarsi il prezzo del predetto delitto: 1 miliardo e 300 milioni-. Quella volta una mano cospicua gli fu data dall'arcivescovo di Monreale, mons. Corrado Mingo. Uno scritto singolare, col quale il prelato appare preoccupato di convincere i giudici di aver agito spontaneamente, in serenità perfetta. «Signor presidente non per timore di conseguenze di natura personale, ma sol tanto perché desideravo salvaguardare da ingiusti sospetti e insinuazioni la santa Istituzione che mi onoro di servire e di rappresentare, non ho ritenuto di evidenziare, nella mia deposizione dinanzi all'autorità giudiziaria, l'interessamento da me svolto, su sollecitazione del commendator Arturo Cassina, nei confronti di padre Agostino Coppola, perché quest'ultimo accettasse di intervenire quale intermediario. Questo, per ristabilire la verità.. Lo scritto, datato 9 luglio 1977. venne consegnato, a mano, alla corte già riunita in camera di consiglio per la sentenza, il 14 luglio dal cancelliere Salvatore Centineo. Intervento tempestivo: «padre Santa Lupara» fu assolto dalle accuse per insufficienza di prove. Ieri la lettera è stata prodotta anche alla corte d'appello di Milano. Coppola, un sant'uomo sfortunato: questo è Coppola, secondo i suoi difensori e questo è anche il senso dell'iniziativa. Punto di vista assai diverso da quello del procuratore generale, dott. Giovanni Caizzi Vestito di blu. camicia azzurra, sguardo inquieto, don Agostino attende in silenzio il momento in cui potrà difendersi anche di fronte ai magistrati milanesi. Sulle sue responsabilità nel sequestro di Luigi Rossi di Montelera i giudici dei primo grado non a i n , i u e e i 4 r n o l i o e, n il i avevano avuto dubbi, e avevano sottolineato come fosse legato ai coimputati Luciano Leggio e Giuseppe Pullara. .Agostino Coppola, inoltre, ha annotato sui suoi taccuini il numero telefonico di Cinzia Pernice, sorella di Nello, del quale si conoscono i rapporti con Francesco Guzzardi e con Luciano Leggio. : una cornice nella quale sono compresi molti personaggi della «mafia della terza età». E a pagina 441 della Relazione conclusiva della Commissione antimafia si legge: .Del prete Coppola si può dire, quasi certamente, che è pedina dell'organizzazione.. Coppola sarà sentito appena 11 processo potrà prendere realmente il cammino. Per il momento i difensori rovesciano sulla corte valanghe di eccezioni nella speranza, neppure tanto nascosta, di trovare il modo di far «saltare tutto». Si chiede un sopralluogo alla cella sotterranea della cascina «Le Palme» di Mone-alien, dove fu tenuto Luigi Rossi di Montelera nei primi sessanta giorni di prigionia: 10 si chiede perché i patroni di Giacomo Taormina ritenuto 11 «capo» della banda, sostengono che il loro difeso, basso e obeso, non poteva passare dalla botola. Quasi cenameli te. nel dibattimento rientrerà anche Salvatore Ugone. la cui i I posizione era stata stralciata. n Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Milano, Monreale, Taormina