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Parigi non si considera coinvolta Parigi non si considera coinvolta DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Con un'interrogazione parlamentare, il pcf è riuscito ad aggirare la barriera di riserbo ufficiale che la Francia aveva osservato sinora sulle dichiarazioni di Breznev a Berlino. Visto il silenzio dell'Eliseo, è toccato al segretario di Stato agli Esteri Olivier Stirn rispondere all'Assemblea nazionale alla richiesta della parlamentare comunista Marie-Thérèse Goudmann. .Il governo apprezza al suo giusto valore il ritiro annunciato da Breznev di 20 mila uomini e mille carri armati dal territorio della Rdt — ha dichiarato Stirn — tuttavia queste cifre sono da paragonare ai 400 mila uomini e ai 6000 carri armati che l'Unione Sovietica mantiene attualmente in questo Paese. Ma — e a questo punto sono affiorate le riserve francesi — resta un'incertezza quanto allo spostamento di queste forze verso un altro Paese dell'Est o verso l'Urss. Di conseguenza, la misura ha una portata limitata.. Il segretario di Stato del Quai d'Orsay ha colto l'occasione per puntualizzare ancora una volta la specificità della posizione francese con una risposta articolata ih due punti. Sul primo, Stirn ha confermato che Parigi non intende partecipare ai prossimi negoziati Salt-3 per la riduzione degli armamenti strategici. Sul secondo, Stirn ha ricordato che la Francia non fa parte dell'organizzazione militare integrata dell'Alleanza Atlantica, e quindi •non è parte interessata nei lavori che conducono i suoi alleati sul tema della modernizzazione degli armamenti., cioè sull'installazione delle nuove armi. In conclusione alla Francia, che conduce una politica militare autonoma, non è stato chiesto né di ospitare i nuovi missili Usa, né di rifiutarli, come Breznev ha chiesto agli altri Paesi della Nato. In altre parole, pur esprimendo sulla portata del «ritiro» sovietico un giudizio che s'avvicina a quello di Bonn, la Francia ha tenuto a ricordare esplicitamente che in questa difficile partita Est-Ovest vuole restare solo spettatrice. p. pat. Per la sua autonomia militare verso la Nato