I giorni di tensione a Wall Street

I giorni di tensione a Wall Street I giorni di tensione a Wall Street DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'ondata di panico di mercoledì, che ha rievocato il ricordo del pauroso •crack» di 50 anni fa, esattamente del 29 ottobre del 1929, non si è ripetuta ieri a Wall Street. Ma la Borsa, che in tre giorni, dall'inizio della settimana, aveva registrato la caduta del 5 per cento dell'indice Dow Jones dei titoli industriali, è parsa ancora instabile e agitata. All'apertura, avvenuta a un ritmo un po' più blando di quello di mercoledì, conservato fortunatamente per buona parte della giornata, essa ha dato segni di ripresa; più tardi, però, è di nuova scesa, accusando a mezsogiorno una perdita di quasi 5 punti e drammatiche inquietudini. Ad evitare il peggio hanno contribuito ragioni tecniche, come l'acquisto, da parte degli operatori istituzionali, di astoni abbandonate l'altro ieri dai piccoli investitori, e giudicate dunque a buon prezzo; ragioni monetarie, come la pausa del dollaro sul mercato internazionale dei cambi e il calo dell'oro; ragioni di politica economica interna, come le rassicuranti dichiarazioni del governatore della Riserva Federale, Volcker, e del consigliere della Casa Bianca, Schultse. Se le sfavorevoli circostanse di mercoledì si fossero ripetute, dicono gli osservatori finanziari, Wall Street ieri avrebbe corso un grave rischio. Gli eventi di mercoledì sono stati ricostruiti nei particolari. La Borsa, già indebolita nei due giorni precedenti dalle previsioni di una recessione per l'80 in seguito al rialzo del tasso di sconto della Riserva Federale, è stata colta di sorpresa dal balzo dell'oro e dal crollo del dollaro. Nient'affatto rassicurata dalla conferenza stampa del presidente Carter, la prima dallo scorso luglio, s'è abbandonata per due ore al panico. L'indice Dow Jones è precipitato di 25 punti mentre si accumulavano le notizie negative. Ha dichiarato uno dei principali operatori, Nathan Gantcher. .11 panico ha colpi' to prima gli estranei, poi gli addetti ai lavori. Niente anda va per il verso giusto. Dai Fondo Monetario Intemazionale è arrivata la notizia che alla sua' asta di 444 mila once l'oro aveva totalizzato ben 412,78 dollari l'oncia; da Lon dra l'altra che gli arabi si sta' vano sbarazzando della moneta americana per comprare il prezioso metallo o, in sua assenza, la sterlina Più che sull'ottimismo di Carter, i commentatori battevano sul' l'ammonimento dei funzionari del ministero del Tesoro ad¬ detti alla liquidità secondo i quali, dopo le restrizioni del credito, due o tre banche potevano sfiorare il dissesto. Era difficile conservare la calma». Lo spettro di un nuovo aumento del prezzo del petrolio è stato «la goccia che ha fatto traboccare il vaso». L'attività di Wall Street è divenuta frenetica. Olire 82 milioni di azioni hanno cambiato mano (il record precedente, del 3 agosto del 78, era stato di SS milioni). I piccoli investitori hanno cercato rifugio nei Hto-i li di Stato e nei beni duraturi. «Neppure nell'ottobre nero dell'anno passato — ha concluso Nathan Gantcher —, quando la Borsa totalizzò in un mese perdite di circa 100! miliardi di dollari, provammo tanta paura». Per inspiegabili motivi psicologici, è stata lai riscossa degli investitori istituzionali a salvare Wall e.c. (Continua a pagina 2 in quarta colonna) Anche ieri la Borsa di New York è stata dominata dall'inquietudine

Persone citate: Nathan Gantcher, Volcker

Luoghi citati: New York