Per i regali di Bokassa scoppia un caso Giscard di Paolo Patruno
Per i regali di Bokassa scoppia un caso Giscard L'Eliseo tenta di attenuare l'eco in Francia Per i regali di Bokassa scoppia un caso Giscard Una nota della «France Presse», che cita fonti della presidenza, non smentisce le accuse del «Canard Enchaìné» - Si limita di fatto a ridimensionare il valore dei doni che .'allora ministro delle Finanze avreobe ricevuto dal deposto imperatore centrafricano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — L'Eliseo ha reagito in serata, dopo un lungo silenzio, alle rivelazioni del Canard enchaìné a proposito dei diamanti offerti dall'ex imperatore centro-africano Bokassa a Giscard d'Estaing. ■Gli scambi di regali di carattere tradizionale durante le visite di membri del governo in Stati stranieri — dice una nota diramata dall'agenzia France Presse citando fonti dell 'Eliseo — non hanno in alcun caso né il carattere né il valore menzionati da alcuni organi di stampa a proposito del Centro-Africa». La precisazione ufficiale in realtà non smentisce che membri del governo francese abbiano accettato regali da Bokassa, ma si limita a ridi mensionarne il valore. Due cugini del presidente della Repubblica, Frangois e Jacques Giscard d'Estaing hanno invece smentito •formalmente in serata la notizia pubblicata dal settimanale satirico secondo la quale anche loro erano stati beneficiari, insieme a ministri e consiglieri della presidenza, della generosità di Bokassa. La denuncia del Canard Enchaìné» accomuna Giscard d'Estaing a membri della sua famiglia, diversi ministri e funzionari dello Stato. Essa si articola principalmente su due accuse. Prima: i -regaliin diamanti che Bokassa avrebbe offerto generosamente ai suoi ospiti francesi, in cambio dell'appoggio politico di Parigi e dei sussidi concessi al regime di Bangui. Seconda: il ruolo dei paras e delle autorità diplomatiche francesi per impadronirsi degli archivi dell'ex imperatore africano al momento del putsch e concertare cosi le tracce di questi legami compromettenti. Per documentare la tesi dei regali elargiti da Bokassa, il settimanale ha pubblicato la fotocopia di un'ordinazione fatta nel 1973 per conto dell'ex imperatore all'istituto diamantifero nazionale di una plaquette del valore di circa 200 milioni da donare alVallora ministro delle Finanze Giscard d'Estaing. Il documento, scrive il direttore di Le Monde, Jacques Fauvet, in un fondo di prima pagina intitolato La verità e l'onore, pare autentico e «la sola messa a punto possibile consisterebbe nell'annunclare che il regale dono è stato restituito. Altrettanto grave è la seconda accusa, quella di essersi serviti dei paras inviati a Bagni al seguito del nuovo presidente Dacko allo scopo di recuperare i documenti degli archivi imperiali, e trasferirli nei locali dell'ambasciata di Parigi. E' prematuro ipotizzare oggi quale sbocco avrà la clamorosa rivelazione del Canard Enchaìné, ma di certo il «coso» propone pesanti interrogativi. Nelle prime reazioni di ieri, la stampa d'opposizione era stata molto prudente nel presentare le accuse a Giscard, ma Le Monde ha centrato più direttamente i motivi di fondo sollevati daW&ifaire. 17 giornale si soffermo, anche attentamente sul patrimonio dei membri della famiglia Giscard d'Estaing, «strettamente legata alle società operanti oltre-mare». Le Monde ri/ewi che il padre del presidente fh.ncese, Edmond Giscard d'Estaing, ha diretto fino al 73 la -Società finanziaria francese e coloniale» con interessi in Indocina e in Africa; ricorda ancora che un cugino del Capo dello Stato, Francois Giscard d'Estaing, ha presieduto lungamente un istituto bancario inter-africano e ha avuto importanti incarichi nel Ciad e in Camerun; scrive infine che un altro cugino del presidente, Jacques, ha negoziato, come direttore finanziario del commissariato dell'energia atomica, diversi accordi con l'ex impero centro-africano. Quale che sia l'esito dell'-affare dei diamanti', le accuse lanciate contro Giscard abbinate alle pesanti insinuazioni sugli investimenti immobiliari del primo ministro Barre sulla Costa Azzurra provano in che clima si sta aprendo la lotta elettorale per l'Eliseo. Paolo Patruno
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