La Turchia rialza il prezzo della difesa e proroga le concessioni per le basi Usa

La Turchia rialza il prezzo della difesa e proroga le concessioni per le basi Usa Le due parti attendono i risultati delle elezioni di domenica La Turchia rialza il prezzo della difesa e proroga le concessioni per le basi Usa NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ANKARA — Con un gesto di buona volontà il governo turco ha deciso lunedi scorso di prorogare di tre mesi lo -statuto temporaneo* del quale godono le basi americane in Turchia dall'ottobre del 1978. benché il nuovo accordo di cooperazione difensiva non sia ancora stato firmato a causa di alcune divergenze. Fra Ankara e Washington è stato fissato un termine di un anno, oltre il quale la Turchia si riserva il diritto di sospendere il funzionamento delle installazioni militari americane. Il premier turco Ecevit ha dichiarato che il negoziato turco-americano, che dura dal gennaio scorso, -procede in modo positivo-, e anche gli americani sono ottimisti. I due governi hanno trovato un accordo di principio che definisce in termini generali le basi della cooperazione, fra le quali Y-indissociabilità della difesa e dell'economia-. I colloqui si sarebbero inceppati soprattutto su uno dei tre •accordi annessi» proposti dalla Turchia, quello che riguarda le modalità dell'assistenza e che dovrebbe in particolare definire l'entità e la durata dell'impegno americano. I rappresentanti dello Stato Maggiore avevano presentato uno schema basato -sulle necessità minime di uno sforzo difensivo conforme allo standard della Nato- per il periodo 1981-86. Non hanno quantificato queste necessità, ma sperano di ottenere armamenti più moderni. Il 28 settembre scorso, il ministero degli Esteri turco aveva ritenuto insufficiente il pacchetto di crediti e di offerte alla Turchia deciso dal Comitato misto del Congresso americano per 450 milioni di dollari nell'anno fiscale 1980. Ankara prendeva però atto degli sforzi di Washington per rafforzare i legami fra i due Paesi come di uno -sviluppo promettente-: 250 milioni di dollari di crediti destinati all'ac quisto di materiale militare. Gli americani, pur non essendo contrari all'idea di un'assistenza militare «in natura», trovavano eccessiva la portata economica delle richieste turche, circa 4,5 miliardi di dollari, cioè 900 milioni di dollari l'anno, 11 doppio dell'aiuto previsto per il 1980. Inoltre l'amministrazione americana, pur dicendosi disposta a fare il possibile presso il Congresso per soddisfare le richieste di aiuto militare ed economico di Ankara, mostra reticenze davanti alla proposta di un accordo quinquennale. Il Congresso preferisce programmi annuali. Gli altri due accordi annessi oggetto della trattativa riguardano il primo il regola¬ mento dell'amministrazione comune delle installazioni militari americane, il secondo la cooperazione, pel settore dell'industria bellica. Infine, le Tutto però fa pensare che le modalità di questi accordi annessi non rappresentino un intoppo per la trattativa. Gli americani sono preoccupati anche per la fragilità del governo di Ecevit. e vorrebbero aspettare qualche tempo prima di impegnarsi definitivamente, alla vigilia delle elezioni parziali per il Senato domenica prossima. Anche il governo turco temporeggia: l'Alto Comando ritiene che la stabilità politica contribuirà ad inserire meglio i rapporti di difesa fra i due Paesi nel nuovo contesto. Nell'attesa, si dice che il costo delle richieste in realtà non dovrebbe superare i 2,5 miliardi di dollari, e non, come sostengono gli americani, raggiungere i 4,5 miliardi, anche perché il materiale richiesto potrebbe non essere soltanto di fabbricazione americana, ma provenire anche da altri Paesi occidentali a costi decisamente inferiori. Soprattutto, i turchi ricordano Vembargo americano sugli armamenti imposto dal Congresso tra il febbraio '75 e l'agosto '78, e sperando di prevenire le incertezze della politica d'oltre Atlantico, insistono per un accordo di lunga* durata. ArturUnsal Copyright Le Monde e per l'Italia la Stampa

Persone citate: Ecevit