II «postino» della lettera di Sindona è un potente costruttore palermitano di Francesco Santini

II «postino» della lettera di Sindona è un potente costruttore palermitano Arrestato a Roma dopo avere consegnato un plico all'avvocato Guzzi II «postino» della lettera di Sindona è un potente costruttore palermitano Vincenzo Spatola, 31 anni, ha fatto frequenti viaggi aerei negli Stati Uniti - Ha un'azienda con 700 operai DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — Con l'arresto di Vincenzo Spatola, 31 anni, costruttore edile con 700 operai, si scopre che il «postino» del caso Sindona era un frequentatore dell'aereo che ogni settimana collega Palermo con gli Stati Uniti. Nell'inchiesta sulla scomparsa del banchiere di Patti si rompe un anello e le indagini, dagli Stati Uniti, si trasferiscono in Sicilia. Se ne occupa, in prima persona, il ministro dell'Interno Rognoni, che ieri ha presieduto a Palermo, col capo della polizia Coronas e il comandante dei carabinieri Corsini, un vertice per contrastare la mafia. Il summit era già concordato ma l'ingresso nel dossier Sindona di Vincenzo Spatola, insospettabile industriale con cantieri in tutta la città, ha modificato l'agenda dell'incontro. Molto si è parlato dei viaggi a New York del giovane appaltatore bloccato a Roma sulla soglia dello studio legale Guzzi. Al ministro Rognoni, al capo della polizia e al comandante dell'Arma dei carabinieri, gli investigatori siciliani hanno dato la loro interpretazione sui due messaggi dalla «prigione» di Sindona. A Palermo la polizia ha controllato le spiegazioni fornite da Vincenzo Spatola: gli inquirenti le definiscono «tnfondate*. *E' assurdo — dicono alla Criminalpol — che qualcuno all'aeroporto di Punta Raisi possa fermare un industriale che scende da una Alfetta 2500 e lo preghi di recapitare un plico a Roma*. lì ministro dell'Interno, Rognoni, vola in jet -Mistère* da Roma a Palermo e. in primo piano, trova il caso Sindona. Rognoni si è incontrato con i giornalisti ed è stato drastico nella risposta. All'indomani della cattura di Spatola può escludere che Sindona sia a Palermo? Risposta: 'Consentitemi di non rispondere a questa domanda*. Sono state fatte indagini patrimoniali sulla Spatola Costruzioni? Risposta: 'E' stato fermato ieri, lasciate fare alla polizia, e la mia risposta è eloquente*. In via Beato Angelico, al n. 53, nel cuore del quartiere Uditore, vive la famiglia Spatola. Un palazzo di undici piani, al limite tra gli avanzi fatiscenti di una borgata nota nella storia della mafia e la nuova Palermo. Qui. casette decrepite e colossi di cemento, si confondono nella rapida fortuna dei fratelli Spatola. Rosario, 43 anni, il maggiore. Suo braccio destro è Vincenzo che ha 31 anni e guida 11 più possente cantiere dell'impresa, quello dello Sperone, con 422 alloggi popolari in direzione di Messina. Un appalto da cinque miliardi, da consegnare entro dicembre. Terzo fratello, Antonino, 25 anni, arrestato nel maggio del '75 a un posto di blocco della polizia. L'auto sulla quale viaggiava con altre tre persone fu trovata stracolma di pistole, fucili, passamontagna. Si pensò ad una rapina ma l'indagine si arenò dinanzi al silenzio degli imputati. Una condanna a 4 anni, ma oggi Antonino Spatola è libero. Dice la moglie di Rosario, nell'elegnte appartamento dell'ottavo piano: «Vincenzo, mio cognato, è un ragazzo a modo, riservato, gran lavoratore. Due unici hobbies: la caccia e il calcio*. Nel salotto carico di moquette, di oggetti in ordine perfetto, studiato, la signora Silvia Spatola non ha dubbi: *E'un incidente, nulla di più. Sarebbe stato troppo ingenuo telefonare allo studio dell'avvocato preannunciando il messaggio proprio per farsi arrestare. Mio cognato non è uno sciocco*. Scapolo, sempre elegante. deciso a «non prender moglie per non privarsi della caccia e del calcio*, di Vincenzo Spatola la cognata Silvia non sa come impegnasse la giornata. -Sempre fuori, dodici ore al giorno, sempre al lavoro, amante delle gran turismo: sì. le automobili, che piacciono tanto anche a me. sono la sua vera passione*. Viaggi? Dei viaggi negli Stati Uniti, Silvia Spatola non parla. Ma non tace il passaporto dell'industriale zeppo di visti. La donna ammette soltanto: «Con 700 operai mio cognato o mio marito molto spesso sono costretti ad andare a Roma per sollecitare al ministero del Tesoro il pagamento dei lavori secondo lo stato di avanzamento*. Mostrava preoccupazioni? Vincenzo Spatola sembrava tranquillo. «Certo, ma con tanti lavori, anche a mio marito, con tanti operai e con i sindacati, qualche grattacapo non manca mai*. Ieri è arrivato il più fastidioso. Nell'appartamento contrassegnato dall'interno 18 si sono presentati dieci uomini in borghese. Francesco Santini (Continua a pagina 2 In quarta colonna)