Uccide tre carabinieri di Marzio Fabbri

Uccide tre carabinieri Uccide tre carabinieri (Segue dalla l'pagina) gendo il carabiniere a gettare l'arma. Poi continuando a minacciare Tempini, avrebbe fatto avvicinare gli altri. Forse addirittura costringendoli a inginocchiarsi a terra. Quando sono a tiro fa fuoco con freddezza e con estrema precisione. Il maresciallo crolla con una pallottola alla nuca e tre (o quattro) all'addome; l'appuntato è mortalmente ferito al viso; il carabiniere al collo. Compiuta la strage Cianci scappa a piedi. La sua traccia la scoprono nei campi i cani poliziotti un'ora dopo: è andato verso la ferrovia. Scatta una battuta gigantesca mentre tutti i luoghi che il giovane è solito frequentare vengono controllati. A casa della madre e del fratello, a Segrate, in via Mazzini 24, non c'è e non lo vedono da parecchio. A Melzo, attorno alla casa della sua ragazza, ci sono indizi che sia arrivato da poco; forse l'assassino è andato 11 per cambiarsi d'abito e scappa (pare in mutande) non appena capisce che stanno arrivando gli inquirenti. Ce l'ha fa per pochi istanti inseguito dagli spari dei carabinieri che lo colpiscono di striscio a una gamba. Al mattino sul posto del trìplice omicidio c'è una piccola folla. Tre grosse macchie di sangue appena velate dalla sabbia sono coperte di fiori. Un mazzo di gladioli è del consiglio di fabbrica della «Rheem Saflm», una fabbrica della zona. Su una Bmw, appena arrivati da Boario Terme, in provincia di Bergamo, i familiari del più giovane degli uccisi. Stanno 11 immobili, senza parlare. Mancano pochi minuti a mezzogiorno, quando la radio di una macchina dei carabinieri gracchia. .1 militari ascoltano; si allontanano di qualche passo dai curiosi. •L'hannopreso» confidano. E' avvenuto pochi minuti prima, nel centro del vecchio abitato di Pioltello, a non più di 50 metri dalla locale stazione dell'Arma. Cianci arriva a Pioltello verso le 11.30. Entra in una tabaccheria a prendere le sigarette e un biglietto per il pullman diretto a Milano. La partenza è fissata alle 12,13. Ha tempo. Si fa preparare un panino imbottito e gironzola. L'equipaggio di una «Alfet- ta» dei carabinieri lo nota. Non è più il caso di correre rìschi. Via radio vengono fatti Intervenire rinforzi. Giunge un pullmino con uomini in borghese. Anche Cianci lo vede. Lascia la strada principale « imbocca una traversa, via Roma. L'.Alletta, scatta a chiudergli lo sbocco. Il pulmino segue il ricercato e si ferma all'inizio della strada. ^Scendono i militari e gli intimano l'«alt». Lui si ferma, si' gira: ha una pistola in pugno; è una calibro nove rubata agli uccisi la notte prima. Non si sa se fa in tempo a premere 11 grilletto. Tutti insieme quattro o cinque carabinieri fanno fuoco: due tre colpi a testa. Uno solo raggiunge Antonio Cianci all'addome. Cade, faccia in su, nell'andito di un portone. Lo circondano, gli tolgono un'altra pistola che aveva infilata nella cintola, sulla schiena. Il ferito si contorce a terra, ma non parla. Accorrono altri carabinieri, sono in borghese: tutti tesi, esasperati, sconvolti' dopo aver visto i corpi del loro compagni uccisi a Melzo. Racconta un testimone: 'Hanno litigato con l loro commilitoni. "Ammazziamolo" gridava qualcuno indicando Cianci, spinto a stento via dagli altri». Finalmente arriva un'autolettiga che carica il giovane e riparte alla volta dell'ospedale di Cernusco accompagnata dai pugni sulla carrozzerìa di qualcuno cui sono saltati i nervi. Alle 13 Antonio Cianci viene operato e giudicato con prognosi riservata. «Afa si salverà» dice un medico. Marzio Fabbri

Persone citate: Antonio Cianci, Tempini

Luoghi citati: Bergamo, Boario Terme, Melzo, Milano, Pioltello, Segrate