La Flm: l'azienda provi le sue accuse di Gian Carlo Fossi

La Flm: l'azienda provi le sue accuse La Flm: l'azienda provi le sue accuse (Segue dalla l'pagina) è limitata, ieri, alla comunicazione, che vale però anche come dichiarazione, letta da Pio Galli nell'aula magna in legno chiaro della scuola sindacale di Aricela davanti ad un'assemblea dapprima sorpresa, eppoi sempre più tesa e preoccupata. Galli ha ricordato che «da mesi la situazione della Fiat è resa drammatica dagli atten-tati terroristici, che si sono ripetuti in questi ultimi giorni». Ma ha aggiunto che le lettere di sospensione della Fiat «riportano, a motivazione del provvedimento, violazioni del tutto generiche di norme di comportamento nell'impresa». In un silenzio sempre più pesante, che non si è rotto neppure alla fine della lettura.. Galli ha continuato nella sua dichiarazione, lungamente soppesata con Lama, che, nella più radicale condanna del terrorismo, non risparmia però crìtiche alla Fiat per i provvedimenti presi ieri. ' «/I movimento sindacale — ha detto 11 segretario generale della Firn — ha denunciato e denuncia nel terrorismo il nemico dei lavoratori e della connivenza democratica, l'avversario contro il quale devono essere impegnate tutte le forze della classe lavoratrice e della democrazia in Italia. Ma il provvedimento della Fiat, per il suo carattere generico, per l'assenza di motivazioni relative a specifici comportamenti di violenza o di connivenza con il terrorismo, è un atto sulla cui arbitrarietà proprio il terrorismo può aggravare la sua infame speculazione. Per questo motivo il movimento sindacale denuncia queste misure della Fiat e nello stesso tempo chiede che vengano indicati fatti di connivenza e di responsabilità in atti di violenza e, come è sostenuto nel questionario di massa sottoposto ai lavoratori, ritiene che questa denuncia delle violenze e del terrorismo sia un atto essenziale di solidarietà democratica-. Galli " ha cosi continuato: •Ma nessuno ha il diritto di farsi giustizia da sé. Il sindacato richiama quindi con grande forza la Fiat alla responsabilità che si è assunta con l'invio delle lettere di licenziamento. Questo richiamo è tanto più forte perché è fatto in nome dell'esigenza di vincere il terrorismo affinché nelle fabbriche e nel Paese vigono le regole della convivenza democratica e per regolare sul piano della conflittualità e della contrattazione sindacale i problemi che si aprono nelle aziende e per garantire quindi nelle aziende stesse il più corretto rapporto fra i tutti i lavoratori a tutti i livelli». Galli ha concluso con un rinnovato appello al governo per un impegno straordinario contro 11 terrorismo, che coinvolga tutte le forze «sociali e democratiche» e ha invocato dalla federazione unitaria — che si riunisce appunto oggi — «/e iniziative che sono necessarie verso il governo e nei confronti della Fiat di fronte alla gravità del provvedimento». La dichiarazione di Galli non è stata ieri l'unica reazione del vertice sindacale alla decisione della Fiat. Concorde con Lama nel mantenere il più rigoroso silenzio, il segretario generale della Osi Carnai ha delegato a Cesare Deipiano, segretario confederale e profondo conoscitore della situazione torinese, essendo stato segretario generale dell'unione provinciale della Cisl, il compito di esprìmere un primo commento. «Le motivazioni addotte sono un atto di natura essenzialmente emotiva, scomposto ed immotivato — ha detto Delpiano —, sostenuto solo da formulazioni generiche che non trovano nemmeno un preciso riscontro nelle norme contrattuali e di legge. Se esistono fatti di terrorismo alla Fiat che si esplicano nei confronti di dirigenti e responsabili dell'azienda —fatti che il sindacato e i lavoratori hanno esecrato ed esecrano esprimendo totale condanna — la Fiat ha il diritto-dovere di rivolgersi alla polizia e alla magistratura segnalando fatti e provi a sua conoscenza perché siano individuati e perseguiti i colpevoli e severamente puniti, senza cadere nell'assurdo di sostituirsi essa agli organi di Stato competenti e far giustizia sommaria con il rischio, inoltre, di colpire ingiustamente nel mucchio». Dopo aver osservato che la decisione della Fiat ha provo-* cato la sospensione della trattativa •per le note vertenze aziendali sull'occupazione e gli investimenti nel Sud», Delpiano ha detto ancora che «la decisione unilaterale della Fiat può essere assunta come una strumentalizzazione o, auspicando che cosi non sia, come un disorientamento del gruppo dirigenziale di fronte al terrorismo di cui però finirebbe per farne il gioco». Anche Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil, ha preferito rinviare ad oggi ogni commento diretto sulla vicenda. Lo abbiamo raggiunto per telefono a Milano e ci ha spiegato che, non conoscendo tutti i dettagli dei provvedimenti, aveva bisogno di una pausa di riflessione e di concordare con gli altri dirìgenti confederali, nella riunione odierna, una linea di condotta. Per la Uil, comunque, si è espresso il segretario generale della Firn Mattina, il quale, giudicando generici i contenuti delle lettere, ha detto che -la giustizia sommaria non è accettabile». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Delpiano, Galli, Giorgio Benvenuto, Lama, Pio Galli

Luoghi citati: Italia, Milano