Parigi affronta la mina aborto

Parigi affronta la mina aborto OSSERVATORIO Parigi affronta la mina aborto Mentre Giovanni Paolo Il ribadiva negli Stati Uniti la condanna della Chiesa contro l'aborto, la contraccezione, l'eutanasia, migliaia di donne sfilavano sabato pomeriggio nelle strade di Parigi inneggiando all'aborto «libero e gratuito per tutte^, replicando al Vaticano con lo slogan • basto con la dittatura della Chiesa sul nostro corpo». Si dice sia stata la maggiore manifestazione femminista mai svoltasi finora in Francia. Almeno ventimila donne giunte anche dalla provincia, si sono radunate in corteo per lanciare l'atto iniziale della seconda battaglia per l'aborto, che è riesplosa in Francia in occasione del rinnovo della legge Veil. La prima campagna abortista si era conclusa a fine '74 con l'approvazione d'una legge, difesa in Parlamento dal) 'allora ministro della Sanità Simone Veil, per la parziale liberalizzazione dell'aborto. L'Intervento era assortito da numerose condizioni: lo stato di necessità della donna d'interrompere la gravidanza entro il limite tassativo di 10 settimane, l'assenso familiare per le minorenni, il divieto d'Intervento per le straniere non residenti da almeno tre mesi In Francia, una settimana di •riflessione» e un colloquio con il sanitario precedente l'operazione, infine 11 perdurante divieto di propaganda abortista. Ma per quanto limitato, il provvedimento varato nella fase iniziale della presidenza 'riformista» di Glscard d'Estaing rispondeva almeno in parte a un problema cruciale della società francese. Adesso, cinque anni dopo il periodo sperimentale voluto dal governo, la legge è giunta a scadenza. E la scorsa settimana, dandone un giudizio positivo, il governo Barre ha deciso di ripresentarla tale e. quale in Parlamento il mese prossimo, per l'approvazione definitiva. Ma a questo punto si è riaccesa la battaglia. Le femministe reclamano una liberalizzazione totale, i partiti della sinistra (determinanti nell'approvazione della legge precedente) chiedono sostanziali migliorie, l'episcopato francese, una frangia della maggioranza governativa e i gruppi antiabortisti pretendono l'abolizione. Ma tornare indietro appare difficile, e d'altra parte i sondaggi d'opinione mostrano che una maggioranza di francesi è favorevole alla legge Veil, pur accompagnata da qualche modifica: miglioramento delle strutture ospedaliere pubbliche, rimborso dell'aborto da parte della previdenza sociale e via dicendo. Lo stesso ordine dei medici, prima opposto massicciamente alla legge, oggi riconosce che le complicazioni sono pochissime nei 300 mila casi d'aborto «controllato» e che il bilancio di questa prima fase d'applicazione è tutto sommato positivo. Restano naturalmente gli oppositori, particolarmente attivi anche al di là della cerchia cattolica, in quanto in Francia si svolgei una vivace campagna di' natalità d'ispirazione neogollista. Chirac (che pur era primo ministro quando la legge Veil fu approvata) e Debrè hanno già annunciato che non voteranno la nuova legge sull'aborto invocando i pericoli della ■denatalità» in Francia, collegando la »grandeur» del Paese al numero dei suoi cittadini di domani. E In definitiva, la legge sull'aborto rappresenta un'altra mina vagante per il governo che dovrà mercanteggiare l'apporto decisivo della «gauche» per neutralizzare la fronda d'un settore dei gollisti. Paolo Patinino Simone Veil: una legge 5 anni dopo

Persone citate: Chirac, Debrè, Paolo Patinino, Simone Veil, Veil

Luoghi citati: Francia, Parigi, Stati Uniti