Nemmeno Adriano credeva di aver giocato così bene di Giorgio Viglino

Nemmeno Adriano credeva di aver giocato così bene Nemmeno Adriano credeva di aver giocato così bene ROMA — E' bastato un giorno di sole nel cielo di Roma e nel cuore di Panatta per rilanciare in chiave italica questa finale europea di Davis. Dallo O-l incredibile che la pioggia e il baffuto Smid avevano inflitto l'altro ieri a Corrado Barazzutti, si è passati al 2-1, con Panatta nuovamente e saldamente insediato nel ruolo di eroe. «Ha giocato come 11 campione del mondo», sussurrava Bitti Bergamo sull'uno a uno dei singolari —. «£' il campione del 76, il fuoriclasse che fa fare la figura del cretino a chiunque', tuonava il vocione di Belardinelli con il consueto eccesso di linguaggio. Lui, ancora un poco scioccato da se stesso, cercavi di capire dagli altri se era proprio vero, se la resurrezione l'avevano vistaproprio tutti o era lui ad illudersi: «Ma ditemi, ho giocato proprio bene? Slete tutti convinti? Quel doppio 6-0 glielo volevo dare a tutti i costi. Mi è quasi venuta paura che a regalargli un solo gioco la vittoria svanisse ». Con un Panatta così, la giornata appariva meno lunga e tesa. Nessuno voleva caricare di responsabilità la coppia tanto discussa del doppio, ma in fondo era logico aspettarsi la continuazione dello show della mattinata, di quella girandola di colpi tutti azzeccati che avevano imbambolato il ragazzino prodigio del tennis cecoslovacco. E i colpi ripartivano sul non più fresco Kodes, ormai sosia perfetto ma troppo nevrotico di Zaccarelli azzurro e granata, e sul timido Smid regolare e preciso, ma privo di ogni spunto di classe. «Noi la partita l'abbiamo avuta sempre-in mano. In fondo, fin dal primo set siamo stati noi a lasciarci sfuggire l'occasione di vin¬ cere, non loro a metterci in difficolta». Panatta parlava attorniato da una ventina di giornalisti, e di lì a poco la conferenza stampa diventava un battibecco multivoci rivelando i limiti caserecci del tennis italiano. Figuratevi che Bertolucci, al termine della sua presta-, zione buona, non aveva trovato di meglio che scendere in polemica gestuale con chi lo ha tante volte criticato, a torto o a ragione, esercitando un proprio diritto-dovere che soltanto menti piccine non possono comprendere. Estrapolando dalle diatribe personali, ecco le parole più interessanti di Panatta e il segreto svelato della sua resurrezione. «Martedì ho fatto un test per capire come mai non tutto funzionava bene e ho scoperto che la mia capacita polmonare era ridotta di Un 20-25 per cento. Mi hanno diagnosticato un'allergia da fumo ed io ho smesso subito quelle sette-otto sigarette che fu- j mavo ogni giorno. Non so com'è, ma io oggi ho giocato singolare e doppio e adesso potrei continuare. E tu che ieri hai scritto, bla bla bla...». Più avanti. «Belardinelli non ha fatto miracoli, perù ci ha aiutati; ci conosce come nessun altro. Poi c'è stata una buona preparazione prima nei tornei poi qui a Roma ed 11 risultato è venuto. Non ci divertiamo a giocar male, e voi con tutta la merda che avete scritto, bla bla bla Infine. «Vorrei che non ci appiccicassero più etichette. Io sono uno che gioca male in Davis, Corrado uno che si esalta e cosi via. Il tennis è sport serio: se sei in forma e ben preparato i risultati vengono, soltanto che non si può essere al massimo della condizione sempre». E questa è la cosa più vera di tutte, forse la chiave di volta per una buona squadra di Coppa Davis che deve superare i turni successivi ed ha bisogno sempre di un uomo di punta, e forse soltanto al turno decisivo di un'intera équipe. Il fatto è che bisognerebbe cercare di programmare tutto questo e non arrivarci con l'acqua alla gola in ogni match. A fare da contraltare a quest'Italia tennìstica festante, quasi certa ormai di vincere, magari largamente, c'è l'atmosfera cupa da parte cecoslovacca. La signora Lendl, madre di Ivan, parla fitto fitto con la moglie del collega Ratti che è nata in Cecoslovacchia e traduce nel suo cantilenante italobrianzolo: «Gllel'ha distrutto quel povero ragazzo. Adesso ha paura che non si rimetta più in piedi per il prossimo incontro». In secondo piano Barazeutti digrigna i denti e si prepara a fare scorpacciata. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Bergamo, Bitti, Cecoslovacchia, Italia, Roma