I primi rinforzi alla polizia di Renato Rizzo

I primi rinforzi alla polizia La città sconvolta dal terrorismo; parla il questore dopo rincontro col ministro I primi rinforzi alla polizia Rognoni ha promesso che la nostra città sarà la più «presidiata» d'Italia: sono già arrivati un centinaio di uomini - Il dott. Pirella: «Sono stati fatti tutti gli sforzi possibili» - «Sì, c'è qualche sfilacciamento tra le forze dell'ordine» - «La decisione del Governo non ha carattere straordinario, è un impegno duraturo» Accanto al tavolo In legno lucido su cui quasi incombe una grande bandiera tricolore, c'è una mappa -di Torino:. solcata da linee colorate e disuguali, pare uno di quei diagrammi su cui, giorno per giorno, i medici annotano negli ospedali i mutamenti di condizione degli ammalati gravi. Il questore Antonio Pirella è seduto sulla punta delia sua poltrona ed ha il viso tirato di chi non dorme da parecchie ore: «Venerdì sono stato a Roma per una riunione con il ministro dell'Interno, poi, dopo una notte insonne, ho avuto, appena giunto a Torino, un incontro con i miei più diretti collaboratori». Due «consulti» per quell'ammalato fatto di strade e di case raffigurato dalla mappa colorata. Ricerche d'una terapia d'urto per il suo tessuto sociale sconvolto dalla violenza e dal terrorismo, per la sua gente addolorata, impaurita, spesso avvilita perché si sente poco protetta. Il ministro dell'Interno Rognoni, ha promesso che la nostra citta sarà, in pochi giorni, «la più presidiata d'Italia*: si parla dì migliaia di agenti in più, d'un aumento considerevole nel numero delle «volanti*, di un maggiore coordinamento dei servizi di polizia. I primi contingenti di uomini (un centinaio) sono già arrivati sin da ieri. Che cosa dice a questo proposito, dott. Pirella? «7/ ministero intende fare uno sforzo poderoso dopo aver rinnovato la diagnosi dei mali che affliggono Torino; la cura è questo potenziamento di servizi sul piano investigativo e su quello dei controlli*. Qual è l'ampiezza di questo «ombrello» aperto dal governo sulla nostra città? Quali le cifre, i metodi, gli strumenti? Il questore preferisce non entrare nel concreto. «Jn mattinata — si limita ad osservare — abbiamo tracciato un primo abbozzo di piano d'impiego dei nuovi uomini. Gli sforzi saranno tesi, soprattutto, contro il terrorismo, ma la strategia sarà globale e ci vedrà impegnati in tutti i settori*. Avanziamo un dubbio. Alcune centinaia di agenti verranno «paracadutati», in pochi giorni, in una città di cui non conoscono pressoché nulla: non la realtà sociale, non i problemi più segreti, neppure le strade. Saranno in maggioranza poliziotti provenienti da zone «meno calde* che' giungono a Torino quasi come truppe mandate in prima linea. Come potranno inserirsi, presto e proficuamente, in quest'intrico di problemi nuovi? Risponde Pirella: «Sono stati fatti tutti gli sforzi possibili nei limiti delle disponibilità. Cercheremo di ovviare a questi logici inconvenienti, amalgameremo gli uomini con quelli già inseriti, troveremo loro occupazioni che non ri¬ chiedano necessariamente, nei primi tempi, conoscenze che non possono avere*. Non si corre il rischio che si verifichi quanto è successo al tempo del processo ai capi storici delle Br: strade presidiate per qualche settimana, tutta Torino sotto controllo e, poi, con il ritorno alla normalità, di nuovo gli stessi problemi? •Questa decisione del governo non dovrebbe avere carattere straordinario: è un punto fermo, preciso, un impegno duraturo*. Si è notato. In questi ultimi tempi un certo «scollamento» nell'organizzazione del servizi pur nella cronica carenza di personale e nelle difficoltà oggettive di far fronte all'offensiva violenta del terrorismo e della delinquenza. Sarà rivisto e migliorato anche il coordinamento con i carabinieri? •S'è fatto un gran parlare di questa mancanza d'intesa. In realtà ciò non è vero: non esiste crisi di rapporti; spesso si ingigantiscono semplici ombre. Esistono degli sfilacciamenti, qualche interferenza sul piano esecutivo, nello scambio di informazioni. E' certo che Torino, però, non può sopportare neppure questi nei*. La rete sta, dunque, per essere tesa: maglie più fitte, e, soprattutto, maggiori possibilità di investigare per risalire alle radici, «alla testa* — come dice Pirella — delle organizzazioni*. «Afa perché ciò sia davvero possibile — aggiunge il questore — occorre che i cittadini si rendano conto d'una realtà ben chiara: questa non è una nostra guerra privata, ma guerra che coinvolge tutti. Si dice che Scotland Yard sia la polizìa migliore del mondo. Chi la fa efficiente, però, è la coscienza civica dei cittadini, il loro spirito di socialità, la loro collaborazione*. Ancora una volta l'occhio va a quella mappa colorata, appesa a pochi passi dalla scrivania: Torino, un insieme di strade e di case, di dolore e di paura, di crisi sociale e di crisi economica, di gente che aspetta di vivere in pace. Durerà ancora tanto questa attesa? Renato Rizzo 11 questore Pirella e il colonnello dei carabinieri Schettino confortano la moglie di Varetto

Persone citate: Antonio Pirella, Pirella, Rognoni, Varetto

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino