Un pugno di Bahà'i contro Khomeini

Un pugno di Bahà'i contro Khomeini Dopo l'incursione delle guardie dell'ayatollah nella casa madre di Shiraz Un pugno di Bahà'i contro Khomeini ì BahàX seguaci di Bab e di Bahà'u'llàh, due •profeti* della Persia del secolo scorso, sono ormai centinaia di migliaia in tutto il mondo. Si dichiarano pacifisti, non musulmani;1 ma contro l'alcol, non cristiani, ma estimatori di Cristo come di Budda e di Maometto «tutti strumenti manda'ti da Dio sulla Terra per rivelare la sua esistenza». / Bahà'i si definiscono pure «fiori di un unico giardino» dove giardino (Rldvàn) sta per paradiso, il premio finale di chi è stato buono. Per questo, motivo, attorno ai luminosi templi Bahà'i, ci sono sempre giardini carichi di fiori e beni curati. Ma neppure un mese fa il più prestigioso di questi giardini è stato calpestato dalle guardie di Khomeini mentre un centinaio di fanati-, ci distruggeva la Casa del Bab, a Shiraz, nel Sud dell'Iran. L'ayatollah sciita, con questa •spedizione*, ha voluto colpire uno dei due maggiori luoghi di pellegrinaggio (l'altro è ad Hai/a, in Israele) della religione Bahà'i. Così Khomeini ha cominciato a perseguitare una delle più forti minoranze religiose del suo Pae,se proprio come faceva qualIcfte tempo prima lo Scià. Venticinquemila telegrammi di protesta inviati da altrettante sedi Bahà'i sparse* nel mondo sono giunti sul tavolo dell'ayatollah. Una montagna di carta che dimostra la consistenza e la compattezza di questa poco nota comunità, fra le più giovani nella geografia mistica della Terra. Anche gli oltre mille Bahà'i che vivono in Italia (iraniani, ma pure nostri connazionali) hanno preso posizione contro l'intollerante ayatollah Khomeini e la settimana scorsa hanno inviato alla stampa un comunicato. Chiedono che la Casa del Bab, confiscata dai .rivoluzionari musulmani dell'Iran, venga restituita alla loro comunità, denunciano il clima di persecuzione inaugurato contro di loro dall'ayatollah e auspicano «che la nuova Costituzione riconosca la comunità Bahà'i e le garantisca i più elementari diritti umani». I seguaci di Bahà'u'llàh, infatti, non hanno ancora vita giuridica in Iran. Né mai l'hanno avuta. Lo Stato iraniano ha per religione ufficiale il culto musulmano sciita, ma sono pure forti i dissenzienti sunniti. Sono poi riconosciute tre minoranze religiose: ebrei, zoroastriani e cristiani (suddivisi in caldei, assiri e armeni). Da musulmani sono tutti definiti ahle kitàb (la gente del libro) perché si collegano ad una verità rivelata da testi sacri prima del¬ l'arrivo del profeta Maometto. i / Bandi, invece, sono fuorilegge, o meglio non riconosciuti, poiché manifestarono la loro fede in un mondo musulmano ormai consolidato, e poco propenso a una nuova dottrina che, fra l'altro, equipara totalmente la donna all'uomo e bandisce ogni tipo di •guerra santa*. Bab-e un suo discepolo furono fucilati a Tabriz, nel Nord della Persia, da un plotone di 750 uòmini disposti su tre file. Era il 1850. Tredici anni dopo fu inviato in esilio il più prestigioso continuatore della fede di Bab, appunto Bahà'u'llàh. Le sue prigioni furono a Bagdad, a Costantinopoli e infine ad .//ai/a. Per questa ragione la Casa Universale di Giustizia, sede della fede Bahà'i, si trova nella città israeliana. Una collocazione adesso scomoda per questa comunità accusata da Khomeini di essere un coacervo di spie sioniste. Ma i Bahà'i respingono l'insinuazione e si definiscono cittadini del mondo. La loro fede, in base a un rapporto del 1978 delle Nazioni Unite, è professata in 88 mila «località terrestri» su tutti i continenti. Le loro preghiere (ogni Bahà'i è pure sacerdote) sono indirizzate ai Toro profeti in 680 lingue, molte delle quali appartenenti alle genti del Terzo Mondo. Sempre il *Secretarial News* dell'Onu (31 ottobre 1978) fa notare che questa religione, che prèdica la fratellanza e l'amore fra le razze, ha fatto colpo sulla fetta più povera dell'umanità. Un esempio. Migliaia di indios Quechua di Bolivia, Perù ed Ecuador hanno abbracciato, negli ultimi anni, questa fede nata nei deserti della Persia. E molti proseliti stanno aumentando nell'Africa nera. Parecchi templi sono già stati costruiti nei vari cantoni del mondo: sono a nove porte (numero magico per i BahàV, hanno ampie vetrate per essere luminosi e sono caratterizzati da un'ampia cupola, simbolo di unità e amicizia. A Francoforte c'è il più grande tempio Bahà'i d'Europa, ma un altro dovrebbe sorgere a Roma, il terreno è già stato comprato. Chi paga queste opere imponenti? Naturalmente la comunità Bandi ma, come ci tengono a far sapere, con le sole offerte dei credenti. Shoghi Effendi, uno dei maggiori leader Bandi, diceva: «Che nessuno si vanti di amare il suo Paese, si vanti piuttosto di amare il suo simile Una frase che in questi tempi pare dia fastidio ai fedeli di Khomeini, in Iran. Edoardo Bullone

Persone citate: Bandi, Cristo, Edoardo Bullone, Khomeini