I latitanti in Sardegna custodiscono i 7 rapiti
I latitanti in Sardegna custodiscono i 7 rapiti Dopo i sequestri Casana, De André, Schild e Brai I latitanti in Sardegna custodiscono i 7 rapiti Lo hanno stabilito gli inquirenti: le «gang» che operano nell'isola si servono dei più noti malviventi alla macchia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SASSARI — Che ne è delle sette persone (quattro donne e tre uomini) sequestrate dal banditi tra l'agosto e il settembre scorsi? A che punto sono le trattative per il rilascio? Le loro situazioni sono destinate a risolversi in tempi più o meno lunghi, oppure per qualcuno si teme non possano esservi sbocchi positivi, come la più recente storia dei sequestri in Sardegna ha ripetutamente dimostrato? (nel 1977 furono rapiti l'imprenditore edile tedesco Reiner Desueti e l'Ingegnere della «Ferrari» Giancarlo Bussi: sono stati quasi certamente soppressi). Si può rispondere a queste domande soltanto in minima, parte, dicendo che dalla liberazione di Luisa e Cristina Cinque — avvenuta la prima il 25 settembre e la seconda il 27 —, per le strade della Barbagia hanno smesso di circolare le auto degli emissari alla ricerca di contatti con i banditi. Da allora silenzio totale. Che cosa significa? Che ci siano lunghe pause dopo trattative anche frenetiche è fatto quasi normale; rientra, per cosi dire, nella routine. I familiari dei sequestrati hanno modo di riflettere sugli sviluppi della trattativa, sulle richieste fatte dai banditi, sulla opportunità di insistere con il braccio di ferro, sugli spiragli che restano ancora aperti per cercare di ridurre i sempre esorbitanti riscatti. E' anche possibile che gli emissari, impegnati ogni notte in estenuanti ricerche di contatti, abbiano chiesto qualche giorno di sosta o, addirittura, abbandonato il campo: questa eventualità si registra, di solito, quando rientrano con evidenti segni di violenze subite dal malviventi. E' un momento, invece, generalmente propizio per gli inquirenti. Durante i viaggi degli emissari, carabinieri e polizia — che queste «trasferte» discretamente seguono In ogni loro fase — generalmen. te raccolgono elementi utili alle indagini. Nei casi attuali sarebbero riusciti a stabilire quali legami uniscano le diverse bande che operano in Sardegna, legami che si concretizzano nell'lnter-scambio di elementi delegati alla custodia degli ostaggi: se ne deduce che sono i più noti latitanti, in tutto una decina. Vediamo le singole situazioni. Daphne e Annebelle Schild vennero rapite il 20 agosto assieme al marito e padre, l'ingegnere Rolf Schild, dalla loro villa a Punta Sardegna, di fronte all'isola de La Maddalena. L'ingegnere Schild, lasciato libero la mattina del 4 settembre, portava la richiesta del riscatto. 20 miliardi. Partito subito per l'Inghilterra per cercare l'enorme somma (scesa poi alla meta e, forse, a un quarto), l'uO' mo d'affari rientrava dopo una settimana in Sardegna e dopo qualche giorno i suoi emissari si mettevano alla ri cerca di un contatto In tutta l'Isola. Null'altro, finora, pare sia avvenuto. Giorgio e Marina Casana fratelli, di Torino. Furono sequestrati da un «commando» di banditi 1127 agosto mentre assieme al genitori, facevano il bagno su uno scoglio nel mare di Buggerru, nella costa Sud-occidentale della Sardegna. I rapitori chiesero alla famiglia due miliardi, da allora non si sono fatti più vivi. Inutili sono stati diversi appelli fatti ai banditi dalla madre dei ragazzi. Ora si è insi nuata la terribile paura che, tra 1 rapitori, vi fosse qualcu¬ no conosciuto dai fratelli Casana. E' un terrore che coglie sovente i familiari del sequestrati, ma è quasi sempre infondato. Evidentemente, si tratta di malviventi che vanno per 1 tempi lunghi, 1 quali generalmente favoriscono chi comanda il gioco e non chi lo, subisce. Fabrizio De André e Dori Ghezzl. I due cantanti furono presi la notte del 26 agosto dalla loro villa, «L'Agnatta», presso Tempio Pausania. Nella seconda quindicina di settembre, dopo un lungo silenzio dei banditi, vi sarebbe stata una fitta serie di contatti. I malviventi avrebbero chiesto due miliardi. Benigno Brai. L'anziano possidente di Carbonia, rapito il 10 settembre dalla sua azienda agricola, potrebbe essere tenuto nascosto nei monti della Trexenta, tra Cagliari Carbonia. L'altro ieri vi è stata una battuta dei carabinieri, ma è stata infruttuosa. La famiglia nega di aver ricevuto una richiesta di riscatto. Antonio Pinna
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