Sempre più piccoli (e perfetti) i pezzi di ricambio dell'uomo di Bruno Ghibaudi

Sempre più piccoli (e perfetti) i pezzi di ricambio dell'uomo Meraviglie della bioingegneria al congresso mondiale di Salerno Sempre più piccoli (e perfetti) i pezzi di ricambio dell'uomo All'incontro, organizzato dalla Società italiana degli organi artificiali, sono presenti oltre 300 specialisti - Illustrati i grandi progressi compiuti sia nel settore dei reni che degli «stimolanti elettronici» del cervello e degli arti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SALERNO — Bioingegneria significa ingegneria della vita. E' una disciplina ancora giovane ma dal traguardi affascinanti. Il suo scopo è quello di sfruttare le conoscenze dell'ingegneria (fisica, matematica, chimica, tecnologie dei materiali) per capire meglio il funzionamento dell'organismo umano e per produrre organi artificiali di dimensioni sufficientemente contenute, costruiti con materiali tollerabili dal corpo umano e capaci di funzionare come quelli naturali. L'interesse per questi problemi ha richiamato a Salerno più di 300 specialisti (medici, ingegneri, chimici, fisici, matematici, immunologi, esperti di elettronica) per partecipare al convegno mondiale organizzato dalla Società Italiana Organi Artificiali. Inteso come surrogato di gambe inferme, il bastone è stato in fondo 11 primo organo artificiale dell'uomo. Oggi con questo termine indichiamo i sussidiari degli organi naturali più importanti, come il rene e il polmone artificiali, il cuore meccanico (ancora in fase sperimentale, nonostante alcune realizzazioni di grande interesse), gli stimolatori elettronici di ogni genere, dai «pacemakers" per il cuore a quelli per il cervello e per i muscoli degli arti. E' un discorso che si rinnova di continuo, arricchito com'è dai perfezionamenti che semplificano gli apparati, ne riducono le dimensioni, ne accrescono l'affidabilità e avvicinano il momento del loro innesto. Prendiamo i «pacemakers» per il cuore, ad esempio. In pochi anni il progresso è diventato davvero tangibile: dagli apparecchi grandi come un pacchetto di sigarette di un decennio fa siamo arrivati oggi a congegni piccoli e piatti come una scatoletta di fiammiferi «Minerva, e con un peso di soli 50-80 grammi. Dalle batterie al mercurio, che duravano appena tre o quattro anni in garanzia e presentavano parecchi inconvenienti sia per i «pacemakers» che per l'organismo, siamo giunti alle batterie al litio, che hanno una durata di otto-dieci anni e funzionano con maggiore sicurezza e regolarità. Tutto questo ha consentito di modificare le tecniche chirurgiche per rimpianto dei «pacemakers», realizzando un tipo di innesto che consente al paziente di vivere meglio e di sostituire le batterie ad intervalli più lunghi e al medico di operare con maggiore facilità. Sensibilissimi anche i progressi per il rene artificiale «Con i ìiuovi apparati siamo passati dalla diaìisi di 12 ore da {are tre volte la settimana a un trattamento di sole 4 ore con lo stesso intervallo — ha spiegato il prof. Carlo Cascia' ni, docente di Patologia chi rurgica presso l'Università di Roma — // merito è stato dei filtri a rotolo e a flusso paralleli, che hanno consentito un'efficienza largamente su periore a quella delle mem brane usate in precedenza. La riabilitazione del paziente risulta in definitiva assai migliore». Il prof. Jean Traeger, di Lione, ha illustrato la diffusione dei reni artificiali in Francia. «Su cento persone die hanno subito l'asporazio ne di un rene. 40 sono dializza' te in ospedale. 25 praticano una dialisi domiciliare e 35 hanno avuto il trapianto di rene. Fra questi ultimi, la so pravvivenza ad un anno dall'intervento si aggira sul 75 percento». William Y. Kolff, di Salt Lake City, l'ideatore del rene artificiale portatile, e attualmente impegnato nelle ricer che sul cuore artificiale, ha ri cordato che negli Stati Uniti il periodo di ricovero medio per malati di cuore nei reparti di terapia intensiva si aggira come costo mediamente sui 100 mila dollari. L'applicazio ne di un cuore artificiale ver rebbe invece a costare soltan to 29 mila dollari, e cioè appena un terzo. Roberto Bosio, l'ingegnere thttccdf torinese che lavora a Zurigo ha illustrato i perfezionamenti più recenti del suo cuore artificiale. Bosio ha ricordato che oggi si può alimentare il congegno con energia emessa da radioisotopi. In caso di infarto, 11 cuore artificiale viene applicato al centro della zona necrotizzata, dove favorisce la riformazione di nuove arteriole, che rivitalizzano la parte lesa del muscolo cardiaco. Anthony Kantrowltz. di Detroit ha invece parlato del1 suo miocardio artificiale, per ora sperimentato soltanto su animali. L'apparecchio (cinque centimetri di diametro e tre di altezza) rende contrattili alcuni materiali sintetici come il dacron e il poliuretano che —comandati dagli impulsi emessi dal cuore — possono sostituirsi alle aree di muscolo cardiaco inefficienti e svolgere le stesse funzioni motrici. Il principio del rene artificiale è stato sfruttato con successo per realizzare un polmone artificiale che Ubera il malato dalla schiavutù del cilindro d'acciaio. Oggi chi non riesce a respirare con i suoi polmoni viene inserito in una camera metallica che lo imprigiona letteralmente lasciando fuoriuscire solo testa e collo. Un'alternanza di pressioni e depressioni generate nella camera induce i polmoni a gonfiarsi e a contrarsi. Con il nuovo apparato ideato dal prof. Theodor Kolobov, dell'università di Bethesda (Maryland), l'ossigenazione del sangue e la purificazione dall'anidride carbonica e dalle scorie metaboliche vengono invece ottenute facendo passare il sangue in un apparecchio depuratore esterno al paziente. L'esperienza clinica fatta fino ad oggi è ancora esigua ma consente già di affermare che l'ossigenazione extracorporea può modificare vantaggiosamente 11 decorso clinico, bloccare l'inefficienza respiratoria e ridurre la mortalità. • ' „. „ Bruno Ghibaudi

Persone citate: Anthony Kantrowltz, Jean Traeger, Roberto Bosio, Theodor Kolobov, William Y. Kolff

Luoghi citati: Detroit, Francia, Maryland, Roma, Salerno, Salt Lake City, Stati Uniti, Zurigo