La pittura dell'Emilia illuminista

La pittura dell'Emilia illuminista GUIDA ALLE MOSTRE APERTE IN VARIE CITTA' DELLA REGIONE La pittura dell'Emilia illuminista All'arte accademica, sacra e profana, all'Illuminismo, alle eleganze francesi del Settecento emiliano è dedicata una straordinaria serie di mostre aperte contemporaneamente a Piacenza, Colorno, Parma, Bologna, Reggio Emilia e Faenza. Sono esposti dipinti e progetti architettonici, arredi e complessi decorativi, paramenti sacri e ceramiche, strumenti scientifici e intere librerie, disegni e carte topografiche. Appena passato il Po, domina il palazzo-castello dei Farnese a Piacenza: sono parte integrante della sua decora- zione le tele giovanili dei fasti farnesiani di Sebastiano Ricci, le Battaglie bibliche del; Brescianino; vi sono ritorna-' te, prevalentemente da Napoli, le tre serie dello Spolverini sulle cerimonie nuziali di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna, frizzanti, coloratissime cronache di corte su ampi fondali urbani o paesistici. Fra Inizio e fine secolo, si contrappongono la rossigna prosa padana delle nature morte del Boselli e la bionda statuinità neoclassica di Gaspare Landi. Una bella sezione archiviale e cartografica sul territorio. Un catalogo di saggi e sei volumetti di schede (ingresso gratuito, 10-12.30, 15-18, salvo il lunedi). Nel Palazzo Ducale di Colorno, terza reggia f arnesiana e borbonica, -Una città costruisce una mostra», fino al 5 novembre. 9.30-13, 15.30-20, salvo il lunedi. Nel Palazzo della Pilotta di Parma, sopra e sotto e dietro al palcoscenico dello stupendo teatro ligneo di corte, ritornano Spolverini, Sebastiano Ricci, Boselli. Proseguendo per anditi lignei, si giunge al discusso enorme vacuo di tre piani, frammentato da strutture sospese di tubi Innocenti. Ospita dall'alto la pittura e l'arredo sacro locali, con le prestigiose .Importazioni» del veronese Balestra, del napoletano Concai-del romano Benef lai. della Immacolata del Piazzetta e della pala di San Fedele di Sigmaringen del Tiepolo per i Cappuccini di Parma, delle otto rudi, realistiche tele del napoletano Traversi già presso i Francescani di Castellarquato. Si scende, letteralmente, alla «piccola Versailles» di Don Filippo e di Luisa Elisabetta di Francia, con i ritratti e ì mobili francesi, le due sorelle della Duchessa dipinte da Nattier nel 1742 e 1745, l'una •en Flore-, l'altra -en Diane-: la morbida e lucida Liseuse vestita alla turca, di Liotard, venuta dagli Uffizi, i disegni architettonici del Petitot. sul crinale sottolissimo fra fucinili' e neoclassicismo. Da ultimo, nella scuderia, la ritrattistica 'illuminìstica» di Giuseppe Baldrighi, con il grande Ritratto di famìglia di Don Filippo con la moglie e i figli, più intimisticamente borghese che ducale, e di Pietro Melchiorre Ferrari, di cui è esposta anche la programmatica tela rappresentante l'Abate Frugoni, in vesti apollinee di Cornante Eginetico, in francesissimi e barocchetti giardini d'Arcadia. Concludono la serie mirabile degli Zoffany e gli studi di nudo e 1 dipinti di concorso dell'Accademia parmense. 9.30-13 - 15.3020, salvo il lunedi; un ponderoso e intelligente catalogo, curato e introdotto dal Riccomini (20 mila lire). A Bologna, le mostre appaiono flotte, battaglioni schierati. L'importante è non soccombere all'inizio nella marea di pittura del Palazzo del Podestà (9.30-13, 15-19.30; «non stop» sabato e domenica), riprendendo più volte grande respiro presso Giuseppe Maria Crespi, e anche presso Creti. Gambarini, il popolano Aureliano Milani. E le forze devono ancora soccorrere, in immediato transito, per il Palazzo di Re Enzo. dove nuove fatiche attendono con l'arte sacra in Romagna e con la ricca e varia documentazione dell'Accademia Clementina; pause gratificanti offrono i nervosi disegni dei Gandolfi. e le «prose» mirabili delle nature morte, dal grande «maestro di Rodolfo Lodi», per cui manterrei la cronologia seicentesca proposta da Arcangeli a Resani e Levoli. Assai più godibili, sottilmente o riccamente eccitanti l'occhio e la mente, sono le sezioni di scenografia, architettura e pittura decorativa di rovine, vedute e paesaggi reali e di fantasia (Brizzi, Mirandolese. Lodi: seppure già ottocentesche, avrebbero ben conchiuso le periferie proletarie e artigiane del Basoli) al Museo Civico; e quelle di arredo sacro e profano in palazzo Pepoli Casagrande di Via Castiglione 7. dove, alzando gli occhi, ancora una volta esaltano i gioiosi affreschi giovanili di Giuseppe Maria Crespi (stessi orari). Massima eccitazione men tale, attraverso lo stupore degli occhi, nasce infine dalla mostra dei materiali dell'Istituto delle Scienze all'Università, in Via Zamboni 31 (10-13. 16-19 nei feriali, 10-13 nei fe stivi). Per ora disponibili sono il ponderoso catalogo della pittura e dell'Accademia Clementina (20 mila lire), e quello rigoroso e affascinante dell'Istituto delle Scienze (10 mila lire). Tappa consigliabile è quella a Reggio Emilia, che ospita nel Ridotto del Teatro Muni cipale la mostra di Giuseppe Solieri. fra Stefano da Carpi (9.30-12,30, 15,30-18,30). Tappa imprescindibile, e di grande fascino, quella a Faenza, in Palazzo Milzetti (10-12,30. 15-19.30). con la visionaria civiltà repubblicana e neoclassica di Felice Giani, il romanticismo di Minardi, l'architettura utopica di Pistocchi, Antollni. Tomba, la «nalveté. di Pietro Piani, gli smalti bianchi, verdi e bruni delle ceramiche. Ottimo catalogo curato prevalentemente dalla Ottani Cavina e dalla Matteucci. e introdotto da Emiliani, 20 mila lire. Marco Rosei