Dopo il terremoto monetario di Renato Cantoni

Dopo il terremoto monetario Renato Cantoni e l'avventura delle valute e dell'oro Dopo il terremoto monetario Renato Cantoni: «1973/74 il terremoto monetario», ed. Etas Libri, pp. 207, lire 7000. Quando nel febbraio 1973 l'ex presidente degli Stati Uniti Richard Nlxon decise la seconda svalutazione del dollaro in meno di due anni, l'oncia d'oro fece il primo di una serie di balzi spettacolari passando da 65 a 90 dollari. Sembra un tempo lontanissimo eppure è cronaca di pochi anni fa rievocata da Renato Cantoni nella sua raccolta di articoli apparsi sul II Mondo tra il marzo 1973 e il marzo 1975. .11 motivo di questo Incredibile rialzo, scriveva allora Cantoni, commentatore finanziario e monetario dei maggiori quotidiani e periodici italiani, «é semplice: sotterrata definitivamente la fiducia nel dollaro come punto monetario di riferimento, enormi quantità di capitali vaganti non sanno più dove rivolgersi.. Gli sceicchi non avevano ancora aumentato il prezzo del petrolio, ma il caos monetario era già al culmine. I due anni ripercorsi dagli articoli di Cantoni sono cruciali: preparano in Italia e fuori la grande depressione del 1975, la più severa del dopoguerra. In Italia dominava l'orgia speculativa dei Slndona. della Montedison dei Cefis e Corsi che montavano operazioni di ogni genere dalle monete all'argento, fino alle patate, seguiti da una mirìade di uomini d'affari grandi e piccoli che speculavano su tutto (anche sul formaggio grana), incoraggiati dalla possibilità di esportare capitale, convinti che il dollaro stava per andare a mille lire e l'inflazione avrebbe coperto i difetti di un'economia e di un apparato industriale fragile e arretrato. «Alla resa dei conti» è il titolo dell'ultimo capitolo del libro di Cantoni. E la resa del conti ci fu. La svalutazione della lira arrivò, ma troppo tardi per Michele Sindona, le esportazioni di capitali furono bloccate dalla 159 che puniva con la prigione i «disertori della lira» mentre la severa stretta finanziaria del neogovernatore della Banca d'Italia Paolo Baffi costrinse le imprese a rientrare nei binari di una corretta gestione offrendo contemporanamente ai risparmiatori la nuova possibilità di investire in Buoni del Tesoro (i Bot divenuti ormai popolari) dove potersi rifugiare dopo il crollo della Borsa. Renato Cantoni non è un economista. Chi cerca nei suoi articoli suggestive teorizzazioni resterebbe deluso. E' un commentatore che segue con ansia gli sviluppi della situazione cogliendo 1 nessi che legano i mercati finanziari a quelli monetari, delle materie prime, dei metalli preziosi. L'occhio spazia dall'oro alle azioni, dalle obbligazioni alle monete, dall'accaparramento di materie prime industriali da parte dei giapponesi nel 1973, una delle cause dell'inflazione mondiale, all'acquisto indiscriminato di immobili all'estero da parte di incauti Investitori italiani. Cantoni non è un «dietrologo». Nel suoi articoli non ci sono piccanti retroscena, non si svelano tenebrose congiure. Di Sindona dice: .Probabilmente il caso del finanziere siciliano passerà alla storia come il più eloquente esempio di disordine monetario provocato dal cronico deficit della bilancia dei pagamenti statunitense e dall'eccessiva dilatazione del mercato delle eurodivise cui i maggiori Paesi industriali non hanno saputo contrapporre adeguati controlli.. Il distacco è voluto, è una scelta di chi, come Cantoni, crede assai più negli effetti disastrosi della stupidità e della mania di grandezza di certi esponenti della finanza che a quelli dannosi delle presunte congiure. Su tutti poi regna il mercato che alla fine impone le proprie regole dando magari ra gione agli «imbecilli», come li chiamava un banchiere elvetico, che si ostinarono a comparare franchi svizzeri invece che dollari. O a quelli che, in curanti delle pompose dichiarazioni di certi economisti americani che proclamavano la demonetizzazione dell'oro, hanno comprato metallo in questi anni facendo un ottimo affare. Dietro gli acquisti di oro ci sono fatti emotivi profondi, oltre a ragioni più strettamente economiche e finanziarie, che Cantoni si sforza continuamente di ricordare ai disinvolti detrattori del metallo giallo. .Può darsi che la lotta ingaggiata dagli Stati Uniti. conclude Cantoni nell'ultimo | capitolo scrìtto pochi mesi fa, per eliminare il mitico ruolo monetario dell'oro abbia successo, ma potrebbe essere una vittoria di Pirro perché, continuando l'inflazione con il ritmo attuale, potrebbe verificarsi una fuga dai segni monetari rappresentati da banconote circolanti fiduciariamente per ritornare, sia pure provvisoriamente, e per causa di forza maggiore, a strumenti di scambio più consistenti. In queso caso proprio l'oro merce farebbe la parte del leone.. Nelle ultime due settimane, l'oncia di metallo ha messo a segno l'ennesimo balzo spettacolare sfondando quota 400 dollari. _ Marco Borsa

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