L'America alle prese con la crisi ma Wall Street continua a salire

L'America alle prese con la crisi ma Wall Street continua a salire La Borsa ha fiducia nello sviluppo a lungo periodo L'America alle prese con la crisi ma Wall Street continua a salire La politica monetaria della Federai Reserve per 11 contenimento dell'Inflazione e il lenimento della recessione continua ad arrivare puntualmente in ritardo agli appuntamenti d'obbligo. In ritardo arrivò con W. McChesney Martin, presidente della Federai da Truman ai primi tempi di Nlxon, specie nelle crisi del 1957 e del 1962, In ritardo con A. Burns nella recessione del 1969-70, ma soprattutto in quella del 1974-75; in ritardo infine con W. Miller nella recessione in corso. La cronaca, in sé, sarebbe quasi noiosa se non si inserisse in un quadro storico sempre piti nero e con radici negative sempre più profonde. Scrivemmo a suo tempo, ribadendolo più volte, che ogni sintomo negativo degli ultimi cinque lustri aveva presentato negli Usa almeno tre caratteristiche costanti: tasso d'inflazione e tassi d'Interesse più elevati del ciclo precedente; misure restrittive e limitative più incisive. Nonostante W. Miller avesse dichiarato appena tre mesi fa che il rialzo dei tassi non servisse nella lotta all'inflazione, il quadro si ripresenta oggi, sotto la nuova guida di P. Volcker, in modo desolantemente ripetitivo: tasso d'inflazione prossimo al 14 per cento in ragione d'anno, .prime rate., ossia costo del denaro alle imprese primarie, al 13,25 per cento. Federai Funds (cioè costo del denaro tra le banche) all'I 1 per cento,1 tasso di sconto (quello pagato dalle banche alla Federai Reserve) all'I 1 per cento, Treasury Bills a 3 mesi, rendimento 11,10 per cento. In questo scenario in movimento ritardato, s'innesta ora lo spettacolare rialzo dei metalli preziosi e, di conseguenza, una nuova, profonda crisi monetaria. La prima previsione non si limita più pertanto, da parte nostra, a un ulteriore aumento di alcuni tra i tassi su Indicati, che ci sembrano comunque vicini a un tetto, ma a un controllo più incisivo della massa monetaria specie nelle sue espressioni più complete (M3, M4 ecc.) avendo assunto quelle più note, come MI ed M2, minor valore a causa di mutamenti avvenuti all'interno delle loro composizioni. Ci attendiamo anche misure d'in¬ tervento sui mercati del cambi e restrizioni in genere. Per MI si intende la moneta in circolazione più depositi a vista privati; per M2 si intende Mi più depositi vincolati delle banche eccetto 1 certificati di deposito superiori ad un certo ammontare, per M3 si intende M2 più depositi presso le Cooperative di risparmio, le Casse di Risparmio, più le azioni delle «Credit Union.. La seconda previsione investe la durata della stretta. I tempi, a causa delle elezioni primarie di inizio 1980, sono divenuti stretti. Tuttavia due fattori potrebbero impedire la tradizionale reflazione prematura di carattere elettorale: a) la politica monetaria di Bonn; sinché Bonn stringe, Washington non ha molte possibilità di allentare le redini se non vuole che la crisi del dollaro si trasformi in ■crack.; b) le probabilità che Carter venga ridesignato dal suo partito sono sempre minori; un nuovo candidato pò-, trebbe osteggiare un rilàncio affrettato, rovesciando le colpe sul suo predecessore. Può quindi darsi che P. Volcker possa essere più libero nelle sue decisioni. Prima di venire a Wall Street vorremmo ancora dire due parole sintetiche sull'economia, senza riesaminarne i dati che confermano una recessione iniziata a luglio. E' probabile che il sostegno df fondo sia fornito, come in altri Paesi, dal timore inflazionistico, che induce a Investire parte delle liquidità in azioni di settori In crescita t cui utili non dovrebbero essere intaccati dalla recessione, o esserlo solo per breve periodo. Ma è anche probabile che si consideri il ciclo economico americano ancora storica-' mente espansivo e quindi si guardi più lontano. Il mercato è guidato ancora dal settore energetico, dai titoli ad alta tecnologia, da taluni chimici e cartari che hanno interessi legati all'energia, dagli aerospaziali e da un nugolo di titoli secondari. La maggior parte degli analisti prevede una correzione nel prossimi mesi, ma per ora ipotizza che il rialzo continui. La debolezza del dollaro po-> trebbe rappresentare un soA stegno a molti titoli primari offrendo il destro al Paesi a' moneta forte di acquistare in settori tradizionali a prezzi ancor più bassi, grazie al cambio favorevole. Sull'opportunità di una politica di accumulo nei settori e nel titoli segnalati negli articoli precedenti ci sembra che, almeno perora, non vi sia nulla da cambiare, essendo tutti sostenuti da un buon volume e da evidenti acquisti di mani forti. Antonello Zunino Non crediamo, come fa notare A. Moskowitz, noto economista della Casa americana Dean Witter Reynolds, che essa avverrà in due tempi come nel 1973-74: un tempo più dolce, quello attuale, e uno successivo più profondo. Innanzitutto, rispetto all'ultimo ciclo, l'accumulo degli «stocks. da parte delle aziende appare meno isterico, nonostante l'inflazione; la liquidazione degl'inventari dovrebbe quindi avvenire in tempi relativamente brevi creando le condizioni per una successiva ripresa più sana. I riflessi positivi sul debiti per il finanziamento delle scorte — elevatissimi nel 1974 — dovrebbero quindi essere' importanti. In secondo luogo gli Usa sono in recessione mentre il resto del mondo è in riduzione di crescita ma non In recessione. Nel 1974, invece, la recessione fu mondiale. Infine l'allentamento dei tassi in Europa e in Giappone, che inevitabilmente accompagnerà i rallentamenti economici del 1980, consentirà agli Usa l'attivazione di stimoli fiscali in coincidenza con addolcimenti creditizi che dovrebbero evitare una ripresa abortiva. Esaminando ora 11 mercato, non possiamo che confermare che il modo in cui va incassando le peggiori notizie è semplicemente straordinario.

Persone citate: A. Burns, Antonello Zunino, Dean Witter, Miller, Volcker

Luoghi citati: America, Bonn, Europa, Giappone, Usa, Washington