I lupi di mare a scuola per spegnere gli incendi

I lupi di mare a scuola per spegnere gli incendi Un corso riservato alla Marina mercantile I lupi di mare a scuola per spegnere gli incendi Imparano ad affrontare le fiamme con speciali mezzi e tute protettive - Come si può domare il fuoco su una petroliera DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE - ' MILANO — La scala metallica che porta alla plancia è avvolta dalle fiamme, una densa colonna di fumo nero si alza verso il cielo mentre l'incendio, alimentato dalla benzina che fuoriesce da una conduttura guasta, assume proporzioni allarmanti. Imbacuccato in uno scafandro d'amianto, un uomo avanza brandendo un estintore. Si inoltra sicuro tra le fiamme, scompare nella nuvola di fumo. Pochi getti di schiumogeno hanno rapidamente ragione del fuoco, l'incendio è domato in pochi secondi, la benzina che continua a scorrere lungo la scala non costituisce più un pericolo perché 11 metallo è raffreddato, non può più incendiarsi. Oli uomini della squadra di manutenzione possono intervenire per riparare la conduttura guasta. La petroliera procede tranquilla lungo la sua rotta. Questo se fossimo realmente su una nave in mezzo al mare. Quello che abbiamo appena visto è una dimostrazione realizzata nel cortile dello stabilimento «Silvani», a San Martino di Bareggio, presso Milano, dove è stato allestito un modello a grandezza naturale della tuga di una petroliera. La «Silvani» è una delle più importanti società antincendio europee, la prova appena effettuata rientra nel programma di studio del corso antincendio riservato agli ufficiali della marina mercantile. Una Iniziativa sorta dalla collaborazione fra l'industria e il collegio dei capitani di Oenova «per sopperire alla deficienza legislativa che non prevede l'addestramento in questo campo — precisa il presidente del collegio, comandante Emilio Legnarli —. Le statistiche informano che ogni due giorni si perde una nave nel mondo. Causa prima dei sinistri, gli incendi a bordo. Tutti i paesi marittimi hanno avvertito da tempo la necessità di addestrare gli equipaggi, da noi, invece, non si prendono iniziative, le autorità restano inerti, la maggioranza degli armatori si disinteressa». Salvo poche eccezioni, la maggior parte degli armatori italiani continua a fare orecchie da mercante: ai sette corsi tenuti sinora, hanno partecipato soltanto 83 ufficiali, di cui il 60 per cento era rappresentato da compagnie armatoriali battenti bandiera estera. Soltanto la Snam, una delle quattro società del gruppo Eni, che cura il trasporto dei prodotti petroliferi con le navi della sua flotta (20 petroliere, una per il trasporto di gas e un mezzo speciale antinquinamento), ha aderito all'iniziativa, alla quale si è affiancata con i propri corsi di addestramento anticollisione e specializzazione tenuti nel centro di Crederà. Specialmente per le petroliere il pericolo di un incendio è sempre in agguato, ma purtroppo gli equipaggi non sono addestrati e sovente 1 mezzi antincendio a bordo sono inadeguati, a volte non funzionano nemmeno. «Sulla mia nave — dice un comandante di una petroliera da 250 mila tonnellate — l'SO per cento dei mezzi antincendio è formato da manichette ad acqua. L'acqua, come tutti sanno, non serve per spegnere un fuoco alimentato da prodotti derivati dal pKSdper(mtmcpepnupu petrolio». Dice ring. Cesare Khouzam, presidente della Silvani: «La maggior parte delle navi viaggiano con impianti Inefficienti e prodotti estinguenti non adatti». Per risparmiare qualche milione (su navi che costano decine di miliardi), gli armatori si limitano ad installare modesti mezzi di difesa (il minimo richiesto dalla legge) senza preoccuparsi del rischio a cui espongono l'equipaggio. Eppure i mezzi adatti per prevenire e scongiurare i pericoli di un incendio, ci sono. «£ neppure troppo costosi», afferma uno dei tecnici della Silvani. Nel corso della dlmostrazio ne effettuata nel campo prò ve dello stabilimento «Silvani», è stata illustrata l'efficacia di alcuni nuovi schiumogeni: in meno di sei secondi è stato spento l'incendio in una fossa di cento metri quadri di oltre 4 mila litri di cherosene e 400 litri di benzina impiegando un lancio abbinato di schiuma sintetica e polvere. Lo stesso rogo è stato spento in trenta secondi usando soltanto lo schiumogeno. La prova più spettacolare è stata quella offerta dagli allievi che, muniti di scafandro e autorespiratore, sono entrati nella tuga attraverso un corridoio invaso dal fuoco: domate le fiamme con gli estintori, muovendosi a tentoni nel fumo che aveva invaso la cabina, hanno effettuato alcune operazioni (chiusura di valvole, bloccaggio di boccaporti) essenziali in caso di incendio a bordo di una petroliera in navigazione. Un lavoro faticoso svolto in condizioni critiche. «£' molto duro — afferma il capitano Roberto Costantino, comandante del Castoro 6, una nave appoggio dell'Eni —, dentro è buio, c'è molto fumo, fiamme dappertutto. Ma è l'unico modo per imparare per davvero come comportarsi in caso di vericolo», f. for. 1

Persone citate: Emilio Legnarli, Roberto Costantino, Silvani

Luoghi citati: Bareggio, Milano