Per Mosca «politica delle cannoniere» di Livio Zanotti

Per Mosca «politica delle cannoniere» Per Mosca «politica delle cannoniere» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La radio già nella prima mattinata, poi l'agenzia Tass ed infine la televisione sovietica hanno riferito e commentato ieri con rapidità ed ampiezza affatto inusuali il discorso del presidente Carter sulla presenza militare russa a Cuba. Il tono è misurato ma fermo. Le accuse le stesse dei giorni scorsi, accentuate adesso dalla denuncia della contraddittorietà che distinguerebbe 11 presidente americano. Per i sovietici egli 'snatura le relazioni dell'Urss con Cuba, interpretando come una forma di dominazione gli aiuti economici e tecnici forniti da Mosca al governo di Fidel Castro*. E non è coerente quando riconosce che effettivamente, cosi come hanno sempre affermato il ministro Gromyko e l'ambasciatore Dobrynin, la brigata sovietica presso L'Avana è formata di tecnici e non di soldati combattenti; ciò nondimeno ordina azioni di forza. La Tass scrive che il discorso di Carter ha dimostrato che d'accordo con i suoi collaboratori 11 presidente vuole sfruttare un mito inventato da lui stesso, quello della minaccia sovietica da Cuba, per rinvigorire la «politica delle cannoniere» nel bacino dei Caraibi. Aggiunge che la Casa Bianca perpetua la violazione della sovranità di Cuba mantenendo la base di Guantanamo e, come se ciò non fosse abbastanza, vara anche operazioni intimidatrici con lo sbarco nella baia in cui ha sede la base di altri millecinquecento marines. E che non si tratti semplicemente di Cuba sarebbe dimostrato dall'ordine impartito al ministro della Difesa, affinché acceleri l'organizzazione della forza d'intervento mobile con capacità di intervento in qualsiasi regione del mondo. Ai sovietici non è piaciuto, e c'era da aspettarselo, neanche l'annuncio di Carter di un prossimo rafforzamento dei servizi di spionaggio e controllo americani. Tuttavia non si sono scomposti. Osser-< vano che la pretestuosità della crisi cubana appare sempre più evidente, mentre tanto Cuba quanto l'Unione Sovietica non manifestano alcuna ostilità, verso gli Stati Uniti. Considerazioni analoghe, appena rafforzate da parole più esplicite, ha fatto l'incaricato della stampa e propaganda Zamjatin in una intervista concessa a Vienna, alla televisione austriaca. (Nella stessa intervista Zamjatin ha pure sottolineato che 1 negoziati Cina-Urss sono 'difficili*). Ma la risposta a Carter verrà da Breznev sabato prossimo, quando da Berlino pronuncerà un discorso dedicato alla politica estera dell'Urss più che al trentennale della Repubblica democratica tedesca. Livio Zanotti

Persone citate: Breznev, Dobrynin, Fidel Castro, Gromyko