Domenica il Giappone va alle urne È sicura la conferma del governo

Domenica il Giappone va alle urne È sicura la conferma del governo Scontata vittoria liberal-democratica, ma i buddisti premono Domenica il Giappone va alle urne È sicura la conferma del governo nostro servizio particolare TOKYO — La campagna per le elezioni del 7 ottobre consente di dare uno sguardo alla situazione politica giapponese. Anzitutto questa consultazione suscita poco interesse fra gli elettori. Le incertezze non sono molte, e l'incognita principale è il margine di maggioranza che otterrà il partito liberal-democratico (pld), al potere da trentanni. Sui 511 seggi della Camera bassa, questo partito ne ha avuti 249 nel 1976. compresi quelli degli indipendenti che lo fiancheggiano. Per avere una maggioranza sicura i 11beral-democratici vogliono ottenere 271 seggi. La seconda incognita di Queste elezioni riguarda l'op posizione e in particolare il partito socialista. Per il ps il problema si pone in termini esattamente opposti: quanti seggi perderà? Nel 1976 ne aveva 126, ma tenendo conto delle defezioni e delle elezioni '| suppletive non ne aveva che 117 allo scioglimento della Camera. Divisi, dà anni i socialisti stanno perdendo quota. La grande ocnf ederazione sindacale Sohyo continua a spalleggiarli, ma alcuni sindacati si mostrano sempre più indipendenti. La posizione del presidente del ps Asukata rivela lo stato delle rivalità interne: si presenta a Tokyo in una circoscrizione nella quale l'elettorato socialista è dominato dai suoi avversari, dai quali non avrà forse l'appoggio in cui spera. Secondo i sondaggi il ps non dovrebbe ottenere più del 15 per cento dei voti, e quindi non più di cento seggi. L'aspetto più significativo di queste elezioni è il rafforzamento del «fronte centrista» attorno al Komeito, partito d'ispirazione buddista. Alle elezioni del '76 il Komeito diventò, con 56 seggi, la seconda forza d'opposizione, scavalcando i comunisti. I buddisti hanno confermato i loro progressi alle elezioni senatoriali del '77 e soprattutto nell'aprile scorso in quelle municipali: di fatto furono, in alleanza con i liberal-democratici, responsabili della caduta delle sinistre che fino ad allora avevano controllato le maggiori città. Il Komeito, che ha chiaramente rinunciato alla passata strategia di unione di sinistra (un'alleanza che però escludeva i comunisti), fa ora una politica di coagulo centrista, aspirando a una coalizione governativa di centro-destra. Il Komeito è il nucleo di un «fronte centrista» con i socialdemocratici —28 seggi nel '76 — dello Shaminren (federazione socialdemocratica), nel quale sono riuniti i transfughi del ps che tentano di rinnovare l'idea socialista su basi riformiste, e con il nuovo club liberale, formato di giovani che hanno lasciato il pld. I centristi sperano di ottenere in tutto 130 seggi, e questo ne farebbe la prima forza d'opposizione. n pc, che ha perso terreno alle ultime elezioni, perdendo la metà dei seggi, sembra isolato. Ma potrebbe risalire la china: il suo elettorato è stabile (10 per cento) e la sua crisi è stata forse dovuta soprattutto a errori di strategia elettorale. Al di là dei giochi dei partiti le elezioni saranno •più che mai — come scrive l'autorevole quotidiano Asahi — dominate dalla potenza del denaro. Non è esagerato affermare che esse sono divenute giostre nelle quali chi spende di più ottiene più voti-. L'elettorato giapponese ha buoni motivi per essere «fluttuante». Da una parte c'è l'incapacità dell'opposizione — salvo per 1 centristi — di coallzzarsi, e dall'altra c'è il campo conservatore che senz'altro ha dalla sua una gestione economica di cui si conosce il successo, ma che appare sempre più corrotto. Proprio alla vigilia delle elezioni, per esempio, si è saputo che l'ex premier Fukuda ha frodato il fisco di 45 milioni di yen. Philippe Pons Copyright «Le Monde» e per l'Itali* «La Stampa»

Persone citate: Fukuda, Philippe Pons

Luoghi citati: Giappone, Tokyo