Scioperi nelle fabbriche della Olivetti per la minaccia di 3 mila licenziamenti

Scioperi nelle fabbriche della Olivetti per la minaccia di 3 mila licenziamenti Non ancora fissato rincontro tra la Firn e i rappresentanti dell'azienda Scioperi nelle fabbriche della Olivetti per la minaccia di 3 mila licenziamenti L'amministratore delegato Carlo De Benedetti ha dichiarato che dei 60 mila dipendenti del Gruppo, circa 10 mila (di cui 4 mila in Italia) dovranno lasciare il lavoro - E* rientrata a Miratigli l'agitazione dei cabinisti Fiat TORINO — Sul proposito di procedere a 3 mila licenziamenti negli stabilimenti del Canavese. la Olivetti ieri non ha rilasciato dichiarazioni. -Di ufficiale — ha detto un portavoce — c'è che l'azienda non fa alcun commento. La materia sindacale deve essere trattata con cautela e rispetto delle precedenze'. Comunque, l'amministratore delegato e vicepresidente della Olivetti, Carlo De Benedetti, in un'intervista pubblicata l'altro ieri dal settimanale inglese -Business week» ha indicato in diecimila i lavoratori che dovrebbero lasciare il gruppo sul piano mondiale (la Olivetti ha. nel mondo, 60 mila dipendenti di cui 30 mila in Italia). Per quanto riguarda l'Italia la cifra che circola con insistenza è di 4 mila licenziamenti di cui 3 mila sarebbero, appunto, nel Canavese. I sindacalisti di fabbrica ieri hanno tenuto a precisare che 'l'incontro informale tra i dirigenti della Firn e l'amministratore delegato De Benedetti, avvenuto nei giorni scorsi, è stato promosso dal ministro del Lavoro, Scotti'. Argenziano della Firn di Ivrea ha aggiunto: 'Non è ancora stata fissata la data dell'incontro ufficiale con la Olivetti perché non è ancora chiaro se l'azienda si limiterà ad esporci la politica industriale che intende seguire o se accetterà di discutere anche in base alla "piattaforma" che il sindacato ha presentato nella scorsa primavera'. Per discutere i problemi della Olivetti venerdì sera i comunisti hanno deciso di riunire gli attivisti del partito con l'intervento del responsabile nazionale della politica economica e industriale del pei, Chiaromonte. Negli stabilimenti Olivetti del Canavese ieri sono proseguiti gli scioperi (del «pacchetto» che prevede 6 ore totali di astensione dal lavoro fino al 12 ottobre). Nello stabilimento Ico di Ivrea (5 mila persone) il lavoro è stato sospeso dalle 8.30 alle 10,30 con un'adesione del 95 per cento (secondo fonte sindacale). Gli scioperanti hanno attraver¬ tvts sato in corteo la città con cartelli, bandiere e tamburi ricavati da latte vuote, fin davanti alla sede dell'Unione Industriale. Anche i 2500 delle officine di San Bernardo hanno scioperato per due ore (adesione del 90-95 per cento, secondo il sindacato) con corteo interno alla fabbrica. Negli stabilimenti di Scarmagno, invece, sono proseguiti gli scioperi articolati di un'ora per reparto con presidio (cioè blocco) del «cervellone. «T.C. 800» che organizza la produzione. Negli uffici lo sciopero era proclamato dalle 14 alle 16 e il sindacato afferma che c'è stata un'adesione del 70-80 per cento. I sindacalisti oggi si riuniscono per decidere quando e in che forma effettuare le altre due ore di sciopero previ-1 ste per questa settimana. ★ ★ L'agitazione dei 41 cabinisti del primo turno della Miraf iori (che lunedi avevano scioperato per quattro ore) è rientrata. Ieri hanno lavorato re¬ golarmente con le nuove pause fissate dall'accordo del 13 settembre scorso. I sindacalisti della «Quinta lega» (che ha giurisdizione su Miraf lori) ieri mattina hanno diffuso un volantino nel quale si affermava che l'accordo stipulato con la Fiat doveva essere rispettato. 'Non rispettare l'accordo — dice il testo della "Quinta lega" — permetterebbe solo alla Fiat l'isolamento dei verniciatori ed una non unità e capacità di tutti i lavoratori della carrozzeria ad affrontare tutti i problemi, e tutto questo ulteriormente aggravato dal ricatto della Fiat con le mandate a casa». Intanto si è appreso che martedì della prossima setti-' mana, all'Unione Industriale di Torino, dovrebbero riprendere i colloqui tra la Fiat e la Firn nazionale sulla politica industriale del Gruppo e la richiesta sindacale di spostare lavorazioni dal Nord al Sud. Si tratta della «vertenza parallela» che la Firn aveva aperto durante le trattative per il contratto nazionale di lavoro e della quale non si parlava più dal giugno scorso. Sergio Devecchi

Persone citate: Argenziano, Carlo De Benedetti, Chiaromonte, De Benedetti, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Scarmagno, Torino