Ecco il piano di rilancio della Snia di Marco Borsa

Ecco il piano di rilancio della Snia Nuovi mezzi finanziari per circa 150 miliardi Ecco il piano di rilancio della Snia Prevista la riduzione, in tre anni, degli oneri dal 13 al 7-8 per cento del fatturato - La riorganizzazione dell'attività industriale e il miglioramento della chimica e delle fibre l MILANO — Un piano finanziario che prevede la riduzione in un triennio degli oneri finanziari dal 13 al 7-8 per cento del fatturato, un programma di riorganizzazione dell'attività industriale e commerciale che consenta un aumento delle vendite nell'ordine di circa 300 miliardi sempre in tre anni, un graduale miglioramento dell'assetto organizzativo, sono gli obiettivi alla base del progetto di risanamento aziendale che là' Snia Viscosa, una delle principali società chimiche italiane, sta sottoponendo in questi giorni alle banche, agli azioni srl, agli organismi di governo. Preparato con mesi di meticoloso lavoro in collaborazione con Mediobanca, il maggior creditore del gruppo, uno degli azionisti di controllo (7%) insieme a Montedlson (38%) e Eni (4%). Il progetto di risanamento ha il suo punto cruciale nella ricapitalizzazione della società attraverso un consorzio bancario. «Abbiamo messo a punto» spiega il presidente della Snia Luigi Santa Maria «un plano di riflnanziamento aziendale che si appoggia sulla 787 (la legge chi agevola l'intervento dei consorzi bancari nelle aziende, n.d.r.) e prevede un robusto aumento del capitale seguito, in un secondo tempo, da un prestito obbligazionario garantito da alcune attività del gruppo». Santa Maria ritiene prematuro fornire dettagli sull'aumento di capitale, limitandosi " ricordare che la capitalizai le ottimale della Snia sarr'^oe quella di un terzo circa degli investimenti cioè a dire attorno ai 300 miliardi rispetto ai 64 miliardi attuali. Resta aperta la possibilità che l'aumento del capi tale sia preceduto dalla salutazione per perdite già accumulate. Una decisione che è di competenza degli azionisti. Secondo fonti Montedlson, tuttavia, l'aumento di capitale Snia sarebbe di circa 100 miliardi a cui seguirebbe un prestito obbligazionario attorno ai SO miliardi. Ai 150 miliardi di nuovi mezzi cosi raccolti si aggiungerebbe il consolidamento di una parte dei debiti a breve e medio lungo e la vendita di cespiti patrimoniali che non intaccano il patrimonio industriale dell'azienda. «Contiamo — spiega Santa Maria — di realizzare circa 150 miliardi cedendo beni non strumentali mentre stiamo discutendo con le banche il consolidamento parziale del debiti». Secondo fonti bancarie il consolidamento riguarderebbe circa 100 miliardi di debiti a breve e non più di un quarto o un terzo dell'indebitamento a medio termine che attualmente supera 1200 miliardi. il progettato risanamento finanziario ruota attorno all'aumento di capitale che la Snia intende sottoscrivere senta fonare la legge sui consoni bancari come ha fatto la Str. Ciò significa che le banche del Consorzio non potranno sottoscrivere più di un terzo del capitale sociale, mentre per il resto la società dovrà affidarsi ai vecchi azionisti o al mercato per nuovi investitori. Il più grosso dei vecchi azionisti, la Montedlson, non ha ancora ufficialmente aderito all'operazione e il trova, comunque, di fronte ad un grosso dilemma: mantenere la propria partecipazione al 40% investendo 40 miliardi nella Snia, una cifra superiore a qpf quanto investito da Oheith Pharaon nella stessa Montedlson o ridimensionare la prò-, pria partecipazione alla luce anche delle gravi difficoltà finanziarie in cui versa Montefibre (più di 10 miliardi al mese di perdite). L'Eni e Mediobanca, con partecipazioni più modeste non dovrebbero mancare all'appuntamento. Comunque sia l'aumento di capitale Snia richiederà la partecipazione di nuovi investitori che potranno essere istituzionali (come la Dresdner Bank tedesca che possiede già un consistente pacchetto e potrebbe decidere di aumentarlo) o piccoli azionisti privati. La Borsa, accogliendo favorevolmente i risultati del pri mo semestre del gruppo, ha già mostrato un certo interesse con un rialzo ieri del titolo del 5%, che mantiene tuttavia la quotazione largamente sotto il valore nominale di 1200 Un. Un /attore decisivo per i potenziali nuovi investitori e la credibilità del programma di risanamento sul piano industriale e gestionale. E su questo punto il vertice Snia è convinto di avere le carte in regola. Senza calcolare gli eventuali aiuti in base alla legge 675 per la ristrutturazione industriale, la società infatti o i pensa di tornare in utile nel 1981 con un fatturato di mille miliardi circa contro i 770 miliardi previsti quest'anno. I punti cardinali di questo sviluppo sono: graduale riequilibrio del settore fibre che rappresenta il 46% del fatturato oggi e dovrebbe contribuire all'incremento delle vendite entro il 1981 per circa 100 miliardi attraverso il rispetto dell'accordo Davignon che dovrebbe consentire un miglioramento néll'utiUzzo degli impianti ("«dovremmo passare da una media,del 60-62% attuale al 75-76% nel 1981»;; sviluppo del settore chimico sia attraverso le produzioni classiche (soda, acido solforico e cloridrico ecc.), sia attraverso le produzioni in cui la Snia ha posizioni di particolare rilievo (caprolattame, derivati dalla celullosa) che contribuirebbe all'incremento del fatturato complessivo per circa 80 miliardi (da 206 miliardi quest'anno a 280 miliardi nel 1981). Per le altre divisioni un incremento significativo (circa 40 miliardi; dovrebbe riguardon quella della 'difesa e spazio', il fiere all'occhiello del gruppo, mentre la divisione tessile continuerà a difendersi bene poggiando soprattutto sul netto miglioramento delle consocie te (che nei primi sei mesi di quest'anno hanno fatturato 130 miliardi). II lavoro di riorganizzazione produttiva, diretto, oltre che dal presidente, dal nuovo amministratore delegato Enrico Aliboni di provenienza Lepetit, punta alla riqualificazione dei prodotti, disinvestendo dai settori ormai invecchiati a favore di produzioni o tecnologie più redditizie. «Dobbiamo concentrarci — spiega Santa Maria — sulle produzioni che consentono margini più ampi». Lo sforzo della Snia è considerevole. Se il plano di risanamento decollerà senza consorti speciali come nel caso Sir, sarà un'ulteriore dimostrazione che è ancora possibile salvare la parte migliore del patrimonio industriale nazionale, riducendo al minimo il ricorso alla stampella statale ma rilanciando invece lini ziativa imprenditoriale nelle banche chiamate a finanziare operazioni a redditività differita e nelle aziende costrette a tener fede ai programmi con cui si presentano sul mercato. Marco Borsa

Persone citate: Davignon, Enrico Aliboni, Lepetit, Pharaon

Luoghi citati: Milano, Montedlson