Grande battaglia nel Labor Party di Mario Ciriello
Grande battaglia nel Labor Party Callaghan affronta il Congresso Grande battaglia nel Labor Party A Brighton la sinistra tenterà di strappare la guida del partito al centro-destra LONDRA — E' cominciata per gli inglesi una settimana di Intense emozioni politiche. Il partito laborista, adunatosi a Brighton per 11 suo congresso annuale, è scosso e lacerato da lotte che ne determineranno la strategia, ideologia, e pertanto le fortune elettorali, degli Anni Ottanta. E' In gioco anche la leadership dell'ex premier James Callaghan, il quale parlerà questa sera ai delegati, benché la sua posizione personale abbia ormai assunto importanza secondaria rispetto a quella che viene definita la 'grande battaglia sui principi fondamentali*. La sinistra è all'attacco in un poderoso tentativo di strappare al centro-destra le sue leve tradizionali di comando. E' un conflitto che lascia l'osservatore straniero confuso e perplesso, perché, in teoria, le richieste della sinistra, capeggiata da Anthony Wedgwood Benn sono quanto mai legittime e, se soddisfatte, darebbero al labour party un'organizzazione simile a quella degli altri partiti socialisti o socialdemocratici europei. A differenza di quanto, avviene a Sud della Manica, 1 partiti — e tory e labo rista — hanno modesta influenza qui sul proprio gruppo parlamentare e sul propri governi. I deputati, eletti con collegio uni nominale, si considerano rappresentanti più della loro cir coscrizione che del partito: e il leader, scelto dai deputati, non ha alcun obbligo, se nominato premier, di piegarsi al desideri delle direzioni, delle segreterìe o della « base». Ma è appunto perché le •proposte costituzionali* provengono dalla sinistra che scatenano tensioni tanto drammatiche. I moderati dicono: «Di per se stessa, la riforma potrebbe avere aspetti positivi, non è questo che ci allarma. Ma Benn e i suoi vogliono usare le riforme per conquistare il potere, per estendere il loro controllo al gruppo parlamentare e alla leadership*. Quale sarebbe il futuro di un simile partito? La sinistra sostiene che, se vuole sopravvivere, il labour party deve radicallzzarsi, cosi come si è radicallzzato il conservative party della Thatcher. (In ven fan ni, gli iscrìtti laborìsti sono calati da oltre un milione a meno di 250 mila). I moderati avvertono che un partito dominato dalla sinistra non tornerebbe al potere per dieci anni. Invano Callaghan ha tentato d'indurre il national executive a rinunciare per ora ai suol piani, ad attendere, a non cercare l'approvazione del Congresso. Il national executive, in cui la sinistra ha la maggioranza, ha respinto tutti gli appelli. Nell'ultima riunione pre-congressuale, quella di domenica, Callaghan, esasperato, gridava ai suoi avversari in questo organo direttivo: «Sembra che io non abbia più influenza alcuna in questa sede. Ma l'ultima parola non è stata detta. Avete scatenato una battaglia destinata a continuare*. E cosi i delegati si pronunceranno, in questi giorni, su tre mozioni di Anthony WedgwoodBenn: 1) Ogni deputato dovrebbe essere sottoposto, durante la legislatura, al vaglio di un Comitato locale del partito, cui spetterà proporne la candidatura alle successive elezioni. 2) Il leader del partito — colui che diviene automaticamente premier o leader dell'opposizione — non dovrebbe più essere scelto dal solo gruppo parlamentare, bensì da un 'Organismo più vasto*. da un collegio che, oltre ad includere 11 national executive, potrebbe abbracciare l'intero Congresso. 3) Il 'manifesto* annuale del partito, e soprattutto quello elettorale, dovrebbe essere redatto non dal premier, ma dal national executive. Mario Ciriello
Persone citate: Anthony Wedgwood Benn, Anthony Wedgwoodbenn, Benn, Callaghan, James Callaghan, Thatcher
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