Il leader Opec: «L'Europa riconosca l'Olp, il petrolio è infiammabile » di Igor Man

Il leader Opec: «L'Europa riconosca l'Olp, il petrolio è infiammabile » Franco e duro discorso alle Giornate internazionali di Rimiri i Il leader Opec: «L'Europa riconosca l'Olp, il petrolio è infiammabile » DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE RIMINI — Verrà un momento in cui chi non riconosce l'Olp non avrà più il petrolio degli arabi? Non è impossibile che ciò accada: lo ha fatto chiaramente intendere Mena Ben Saeed Al-Otaiba, presidente dell'Opec. Il suo intervento — un discorso di 20 minuti, pronunciato quasi con distacco — al Convegno euro-arabo di Rimini è stato un brusco richiamo alla realtà: in campo petrolifero, economia e politica vanno di pari passo. Quest'anno il Centro di ricerche «Pio Manzù» per la quinta edizione delle «Giornate internazionali di studio» (30 settembre - 2 ottobre) ha un tema che è più un auspicio che una proposta di dibattito: «Dallo scontro sul petrolio, alla cooperazione verso un nuovo ordine economico'. E il ministro Preti, presidente del «Manzù», ha infatti detto, aprendo i lavori: «... Ci sforzeremo di cogliere le opportunità che ancora abbiamo di passare dallo scontro al confronto, al dialogo'. Un dialogo sulla base della cooperazione. Gli arabi accettano la cooperazione — ha risposto Otaiba — ma essa deve tradursi in collaborazione «tra eguali*. cioè non deve limitarsi alla compravendita di petrolio. -Adesso parliamo in arabo a questi vostri stimolanti convegni — ha proseguito — mentre prima parlavamo in inglese. Questo non vi dice niente? Il Mediterraneo è diventato un piccolo lago, pure noi abbiamo jet, telefoni, tecnologia, ma abbiamo anche problemi da affrontare, sicché auspichiamo la vostra collaborazione'. Questa tuttavia, presuppone rispetto reciproco della sovranità, assoluta eguaglianza. 'Siamo disposti a considerare i problemi energetici dell'Europa e a fornirle il greggio di cui abbisogna, ma saremo noi, e non altri, a fissare i prezzi, saremo noi e non altri a stabilire il livello di produzione'. Beninteso, i Paesi produttori potrebbero discutere su prezzi e produzione, ma soltanto se anche i Paesi industrializzati accettassero di discutere con gli arabi i loro livelli produttivi e i prezzi dei loro prodotti. Ma non è tutto: gli arabi chiedono anche che le loro merci possano circolare liberamente in Europa. .C'è ancora un altro discorso che dobbiamo farvi — ha continuato Otaiba —: aspettiamo di capire se l'Europa giudica giusta la nostra politica. Parlo della Palestina, del Medio Oriente. Noi arabi vogliamo dagli amici europei una parola giusta, e se noi arabi non siamo nel giusto, non desideriamo che l'Europa stia accanto a noi. Vogliamo una soluzione giusta del drammatico problema palestinese*. A questo punto Otaiba, quasi ad anticipare quella che sarà la posizione dell'Opec al prossimo vertice di Vienna, ha chiesto il riconoscimento dell'Oli) come unico legittimo rappresentante del popolo palestinese, offrendo in cambio un dialogo risolutivo, .l'ultimo.. Ha detto ancora Otaiba: .Ricordatevi che il petrolio è infiammabile e sgorga in una regione del mondo dove incombe il pericolo di una nuova guerra. E se il petrolio brucia, non avrete più la possibilità di importarlo. Tra amici è doveroso essere franchi*. Il discorso si è allargato con un collegamento tv, via satellite, tra Rimini, Gedda e Bruxelles. Lo sceicco Yamani, mi nistro del Petrolio dell'Arabia Saudita, ha risposto alle domande rivoltegli dal ministro Lombardini. da Claude Che ysson. capo della Commissione energia del Parlamento europeo, dal direttore generale della Confindustria. Savona, e da alcuni giornalisti. Più sfumato, ma altrettanto duro, Yamani ha ricalcato 1 temi proposti da Otaiba, insistendo sulla necessità di ridurre i consumi e di orientarsi verso fonti di energia alternative. «Non potete continuare — ha detto — a chiederci di aumentare la nostra produzione. Stiamo già commettendo un vero e proprio crimine contro l'umanità producendo petrolio in quantitativi sproporzionati al nostro fabbisogno. Siete voi, invece, che dovete ridurre seriamente i vo¬ stri consumi. E' vero, sono stati compiuti sforzi in questa direzione, ma lo spreco rimane grande*. Già oggi il petrolio è insufficiente e, visto che 1 Paesi in dustrializzati continuano a «sprecare», si fa reale la minaccia di una crisi gravissi ma, un disastro per la loro economia intorno al 1985. .Da quell'anno e fino al Duemila — ha continuato Yamani dovrebbe già essere applicato un sistema di fonti multiple di energia. E dal 2010 tutto il mondo, arabi compresi, dovrà cominciare a ricorrere a forme di energia diverse dal petrolio*. Igor Man

Persone citate: Lombardini, Manzù, Mena Ben Saeed Al-otaiba, Preti, Yamani