L'asino Ciro del rione Dazio primo alla corsa di Moncalvo

L'asino Ciro del rione Dazio primo alla corsa di Moncalvo Davanti a migliaia di spettatori sfida all'ultimo raglio nel Palio L'asino Ciro del rione Dazio primo alla corsa di Moncalvo DAL NOSTRO INVIATO MONCALVO — La campagna si diverte. Non ha bisogno dello stadio e nemmeno delle luci abbaglianti della discoteca: basta una domenica di sole e una festa, una corsa di somari in piazza, una sfilata in costume per le strade. Le colline si colorano d'autunno e Moncalvo, 3800 abitanti, cascine e vigneti tuttintorno, offre il ritratto di un mondo diverso dove l'allegria riesce ancora a esprimersi con gli ingredienti del passato, dove la comunità ha un senso e la gente non camberebbe mai la vita che conduce con la vita in città. Dodici rioni che si sfidano, una rivalità che fa scintille. Nelle vigne preme la vendemmia, ma i contadini sono tutti in piazza. Ottocento a sfilare nel corteo, gli altri tremila, nessuno escluso, lungo la strada, sui balconi, i più vecchi affacciati alle finestre delle case, gli ammalati a quelle dell'ospedale San Marco. Le vie imbandierate con sfarzo, i nomi dei rioni in dialetto: la «Fracia», l'antichissima via del commercio taccagna e orgogliosa; la «Lea*, dove aveva sede «il circolo» in cui i contadini si ritrovavano la sera a giocare a carte; J'.Arclus», battagliero e allegro, delimitato da un arco presidiato dalle guardie dove i passanti un tempo dovevano pagare un pedaggio. E poi i dispetti, le bandiere dei nemici bruciate alla vigilia, le aspre contestazioni esplose durante la sistemazione degli striscioni: i sostenitori della «Fracia» e del •Dazio» che per poco non vengono alle mani per accaparrarsi un balcone confinante con i due rioni. Ma ci sono anche episodi curiosi. La Bela Rusin, l'amante moncalvese di Vittorio Emanuele II sfila con un nuovo re perché la moglie del partner che l'accompagnava. l'anno scorso si è ingelosita e ha minacciato vendette. E Piero Broda, il droghiere con il negozio nella •Piazza* e l'abitazione nell'-Arcius* ha dovuto alzare più volte le mani in segno di resa per non perdere i clienti: «Io non tengo per nessuno, sono neutrale». / turisti sono arrivati a centinaia. Un buon pranzo al ristorante a base di bollito e •bagiieU, poi l'atmosfera li ha contagiati. Non soltanto per i colori dei costumi e l'entusiasmo della gente, ma perché questa festa, il •Palio Ragliatile» ha dimostrato di essere prima di tutto attaccamento alle radici, la voglia di stringere il paese intorno ai suoi personaggi, di far conoscere le storie e le burle dei .vecchU, i nomignoli con cui erano battezzati: «al Cacialasu e la tota Biscutin*, nomi intraducibili di un dialetto quasi dimenticato. Apre il corteo i Gessi, il rione vincitore l'anno scorso, con tre carri intitolati «gentilessa, buntà e simpatia». Seguono i marchesi Tenaglia, i nobilt di Arcius e il rione San Giovanni che rappresenta l'aristocrazia presa prigioniera dai briganti. Per le cascine Sant'Anna. Ecco l'osteria del buon umore, mentre il Fosso presenta il •Barberone*, un gigantesco grappolo di barbera trainato su un carro, seguito da uno stuolo di bambini. La Fracia ha una coreografia di prim'ordine: accanto al moncalierese generale Montanari,ci sono i soldati e le crocerossine della Grande Guerra. E la «Piazza» non è da meno. Sfilano i personaggi tipici del vecchio mercato: la «Marietta», la donnina che vendeva frutta e verdura, il •Mulita» l'arrotino, e poi zingare, mendicanti e la •Palmlna», la cuoca della vecchia trattoria «I trei scalili», ricostruita su un carro. Da un comignolo si alza il fumo della fornace allestita dal rione San Rocco, mentre il Clssello presenta la pretura con il magistrato, il cancelliere e gli imputati, la Lea propone la vendemmia. Chiude il Dazio con una passeggiata dell'800, dame e cavalieri in frac. Ed è subito l'ora della corsa. La pista è in piazza Carlo Alberto. *Arciu$, si aggiudica la prima batteria con Rosita, il Dazio la seconda. Isomari fanno le blese: trotterellano, scalpitano, si piantano in mezzo alla pista. I fantini imprecano, la gente ride. La finale è combattuta. Ciro, il somarello montato da Roberto Carni prende il volo. Primo il Dazio, secondo San Rocco, terzo san Giovanni, m. a. Moncalvo d'Asti. Ciro, l'asino del rione Dazio, taglia vincitore il traguardo

Persone citate: Piero Broda, Roberto Carni, Vittorio Emanuele Ii

Luoghi citati: Moncalvo, Moncalvo D'asti