Tombe care come appartamenti di gran lusso Neppure da morti possiamo essere tutti uguali di Donata Gianeri

Tombe care come appartamenti di gran lusso Neppure da morti possiamo essere tutti uguali E' scoppiata una nuova crisi: dopo i senzatetto ecco i senzatomba Tombe care come appartamenti di gran lusso Neppure da morti possiamo essere tutti uguali Come pacchi postali le bare si ammucchiano nelle camere mortuarie in attesa di un loculo - C'è chi acquista a prezzi favolosi la «tomba fronte mare» - Neppure la cremazione risolverebbe il problema Dopo i Senza Tetto, ecco i Senza Tomba: e non ci mancava altro. Chi ha detto che il morto giace e il vivo si dà pace? Balle: che il vivo si dia pace, ancora, ma quanto al morto, pare sia destinato a vagare senza sosta e senza speranza alla ricerca d'un definitivo giaciglio per le sue povere ossa: e non lungo i Sentieri Melodiosi descritti da Evelyn Waugh, ma lungo quelli allucinanti e senza vìa d'uscita della burocrazia e della speculazione edilizia la quale, benché sembri incredibile, ha oltrepassato anche i tetri cancelli dei cimiteri. In Umbria, si legge, i cimiteri rigurgitano come le spiagge a Ferragosto, non si trova un loculo a pagarlo milioni e quanto alle tombe, neanche parlarne, visto che vengono tramandate di pa'dre in figlio, come i feudi, per i meandri di alberi genealogici che risalgono, magari, a secoli fa. Sono i tomboni di famiglia in marmo scolpito con angelo rampante fra i raceni e le corone di alloro, che occupano col loro fasto barocco vasti appezzamenti di terreno e dove in luogo del Gran Uff. Leopoldo e Signora potrebbero sistemarsi masse di Cari Estinti senza titoli e con miti pretese. Ma templi, monumenti funebri e cappelle mortuarie che sottolineano clamorosamente le differenze di classe dei Trapassati, sono intoccabili. D'altronde, che ne sarebbe dei cimiteri monumentali se venissero a mancare i monumenti? Inoltre, esiste un precìso culto dei morti e, soprattutto, esistono precisi doveri verso i parenti dei morti, doveri cui è difficile transigere: quando il morto è importante si capisce. «Puoi fare quello che vuoi della salma — mi dice furioso un assessore — ma guaì se tocchi il Salmone! ». Così a Perugia, mentre le tombe attendono per decenni l'arrivo del Salmone (quasi sempre longevo o tenuto in vita dai miracoli della scienza) le bare anonime si ammucchiano nelle camere mortuarie, come pacchi nello scalo merci, e gli amministratori si mettono le mani nei capelli. Dove piazzarle? C'è persino chi ha proposto di parcheggiare ì morti in uno spiazzo e compilare una lista d'attesa, come per gli aerei: ma la soluzione, per ora, è lontana. A Spoleto si è addirittura pensato di far occupare a forza le tombe vuote, come usa per gli appartamenti: cosicché chi non vuole essere espropriato si vede nell'obbligo di tirar le cuoia in anticipo. La proposta ha sollevato però vivi dissensi, nel timore di un'insurrezione necroforica tipo «bara selvaggia» e le fantasiose menti han dovuto rimangiarsi tutto. A ogni modo, la corsa alla tomba è stata, negli ultimi tempi, pari alla corsa per la seconda casa. Chi prenota il loculo con anni di anticipo, alla maniera degl'inglesi per i posti ad Eton; chi spinge la previdenza sino a farselo allestire nei minimi dettagli, con il nome scolpito e sotto la data di nascita, quella di morte lasciata in bianco, coi puntini da riempire. Una vedova di mia conoscenza, ha già il suo bel loculo pronto a lato di quello del consorte, provvisto anche di fotografia ovale, debitamente ritoccata e ringiovanita; e una volta la settimana va a portarsi i fiori sulla tomba e prega per sé. con sincera devozione. Qualcuno, seguendo la moda del momento, rifugge dai cimiteroni di città e acquista la tomba in villeggiatura, meglio se con vista sul mare, costosissima, però pagabile col mutuo. I prezzi, è ovvio, sono saliti alle stelle, nessuno avendo ancora pensato a redigere un equo canone da cimiteri; ma si è spesso disposti a spendere fortune, pur di assicurarsi una sistemazione sicura e soprattutto eterna. Quindi corrono tangenti, bustarelle, sinanche «buone uscite» per quel che riguarda i morti rimossi. Si parla persino di subaffitto a un tanto al mese (porta bene, dicono) di qualche tomba di famiglia con la clausola di ricorrere allo sfratto senza preavviso in caso di morte repentina. Ma i morti poveri, poveri morti, rimangono erranti, come anime in pena. Non c'è pace, fra i cipressi: anzi, non rimane nemmeno più spazio per i cipressi e i soavi cimiteri all'inglese. cantati dai nostri poeti, si stanno trasformando in orride fungaie di cemento armato, dove i morti non sono che una casella, cme all'anagrafe. Che fare? «Per ora niente — risponde l'assessore — la' sovrappopolazione che ottura le città finisce, inevitabilmente, per otturare i cimiteri. Non è che gli uomini possano andare a morire Chissà • Dove come elefanti». Neanche la cremazione può risolvere il problema: che ne fai delle ceneri? « Non puoi certo portartele a casa ed esporle sul comò», — dice il solito Parente Affranto. Bisogna, quindi, seppellirli: e non solo trovare il posto, ma ottenere dal Sindaco un permesso speciale che conceda di seppellirle in base ad una prassi naturalmente lunga e complicata. Nel momento attuale è tanto facile uccidere, quanto difficoltosissimo morire. «Non c'è scampo — conclude l'amico agnostico —. Si, finisce col pensare che anche 11 famoso livellamento della morte non esista, sia magari un'invenzione delle sinistre. Porse, pure nell'aldilà occorrono delle raccomandazioni. E sai che ti dico? Converrà che mi tenga buono il prete». Donata Gianeri

Persone citate: Evelyn Waugh, Signora

Luoghi citati: Eton, Perugia, Spoleto, Umbria