Perché la Sindone non è stata datata con il radiocarbonio?

Perché la Sindone non è stata datata con il radiocarbonio? Si apre i primi giorni di ottobre il convegno di esperti Perché la Sindone non è stata datata con il radiocarbonio? Nei primi giorni di ottobre si aprirà a Torino un convegno di sindonologia. Al professor Pier Luigi Baima Bullone abbiamo chiesto un intervento scientifico sulla reliquia. Lettere, telefonate e domande 'dirette di lettori chiedono sempre più spesso le ragioni tecniche per le quali la Sindone non è stata fino ad oggi sottoposta a datazione con il radiocarbonio (C14) e le prospettive che l'Autorità competente conceda tale indagine in un prossimo futuro. Queste persone certamente ignorano di focalizzare cosi un problema scientifico di notevole interesse e di grande attualità. Secondo quella che pare una diffusa, radicata ma immotivata opinione la «prova del C74» sarebbe in grado di risolvere definitivamente ogni dubbio sulla autenticità dell'insigne reperto. Nulla di meno vero: la datazione radiochimica potrebbe servire a ottenere orientamenti sulla antichità del tessuto in termini piuttosto approssimativi senza fornire alcun chiarimento sulla natura delle immagini. Nel 1947 il chimico statunitense Willard Libby, uno dei costruttori della bomba atomica divenuto dopo la fine del conflitto professore della Università di Chicago, annuncia di essere riuscito a datare la materia organica misurandone la radioattività naturale provocata dall'urto della radiazione cosmica contro l'atmosfera terrestre. Complesso ma indispensabile chiarire gli effetti di questa collisione. Ne scaturiscono neutioni di alta energia che reagiscono con l'azoto dell'aria dando origine a piccole quantità di carbonio radioattivo e di idrogeno. La successiva combinazione del C14 con l'ossigeno origina anidride carbonica radioattiva che si mescola con quella normale. Entrambe vengono assunte durante tutto il ciclo vitale dalle piante e dagli animali che si nutrono di vegetali. Il processo di assimilazione cessa con la morte, dopo la quale l'attività del C14 diminuisce progressivamente, riducendosi alla metà in un periodo noto, il od. «tempo di dimezzamento». E' quindi sufficiente calcolare il rapporto esistente ad un certo momento tra carbonio radioattivo e quello normale di un reperto per ottenerne la datazione. Il metodo si rivela ben presto esatto nei presupposti ed estre-' mamente prezioso nelle ricerche geologiche, paleontologiche e archeologiche, òvviamente nei limiti della precisione indicata da Libby nel 10 per cento, il che significa per un reperto di 2000 anni, 400 anni di approssimazione (e cioè dal 200 a.C. al 200 d.C). Nel 1961 il suo scopritore viene insignito del premio Nobel dopo aver datato una grande quantità di oggetti antichi. Chiede di esaminare anche la Sindone, intessendo una fitta corrispondenza con Torino. L'indagine non viene concessa per la grande quantità di tessuto, circa 200 grammi e cioè ben 870 centimetri quadrati che andrebbero distrutti. Con il trascorrere degli anni il metodo si perfeziona e si riduce il peso del materiale necessario: 20 grammi nel 1970, 5 nel 1971, 2,5 nel 1973, 600 milligrammi nel 1974 e 50 nel 1977. Molti ricerca-' tori si pronunciano sull'argomento. Nell'ottobre 1978 gli specialisti dell'Università di Rochester dichiarano negli atti del Congresso di Sindonologia di essere in grado di misurare il radiocarbonio. sempre con l'approssimazione di 320 anni, prelevando 3 fili della lunghezza di 20 centimetri ciascuno e correttamente si chiedono se tale sottrazione non potrebbe essere pregiudizievole. Intanto il metodo del radiocarbonio ha fatto ingresso nell'arsenale di altre discipline; se ne ocupa anche il laboratorio medico-legale per separare il materiale antico quando viene ad inquinare i reperti, come ho segnalato pubblicamente in sede di dibattito scientifico sulle tecniche di esame dei resti scheletrici. Il problema mi si è ripresentato durante lo studio delle altre vestigia della passione. L'impiego del metodo con esigenze di esattezza ha provocato una serie di cocenti disillusioni. Con il progredire dell'esperienza è stato accertato che il «tempo di dimezzamento» non è di 5568 anni, come si riteneva all'inizio, ma di 5730. Tutte le determinazioni anteriori al 1961 debbono essere ripetute perché contengono un errore del 3 per cento all'incirca. L'esame degli anelli di accrescimento annuale degli alberi (il Pinus Aristata della California giunge alla fantastica età di 4600 anni) ha intanto consentito di costruire una cronologia assoluta sino ad 8200 anni addietro. Il controllo parallelo mostra che la datazione con il radiocar-. bonio fornisce epoche inferiori a quelle reali: l'errore aumenta progressivamente giungendo fino a 700 anni intorno al 2500 a.C. Non basta: è dimostrato che i vegetali di talune regioni assumono più C14 di quelli di altre, che le esplosioni sperimentali atomiche hanno inciso sul quantitativo di C14 atmosferico e che gli scarichi delle automobili aumentano enormemente il carbonio ambientale, -diluendo- il C14. E' cosi risibilmente accaduto che giovani alberi ai bordi di un'autostrada e le foglie raccolte in un parco romano sono risultati addirittura millenari. Gli elementi di perplessità sul significato dei risultati ottenibili con l'esame radiocarbonico della Sindone vengono indubbiamenteesaltati dalle sue particolarità. Durante l'ostensione del 1931 il professor Eula osserva con una semplice lente la presenza nel telo di colonie di parassiti. Nelle perizie del 1973 il professor Code¬ gone autorevolmente rileva che la Sindone ha indubbiamente ricevuto, nella sua lunga e travagliata storia, apporti di carbonio recente in occasione di incendi, di esposizioni a ceri e candele e per contatto biologico con fedeli ed ammalati. Nel 1977 esaminando un filo di Sindone prelevato nel secolo scorso al microscopio elettronico a scansione confermavamo la esistenza di materiale vivente. In sostanza, il problema della datazione con metodo radiocarbonico si pone oggi nei termini che seguono: necessità di una apprezzabile distruzione di tessuto con interruzione dei delicati rapporti fra trama e ordito per ottenere una risposta con approssimazione di secoli, suscettibile di future correzioni con il progredire delle conoscenze. Sarebbe stato temerario concedere, appena ventanni fa, che Libby distruggesse inutilmente 870 centimetri quadrati di Sindone. Poiché gli esperti affermano che negli anni a venire sarà possibile ridurre ancora il quantitativo oggi richiesto per giunta aumentando la precisione della risposta, è chiaro che solo in futuro si realizzeranno le condizioni ottimali per l'esame. Né si può dimenticare che nelle istanze di uno dei padri della bomba atomica e di chi dopo di lui ha richiesto l'esame del C14 si affacciano forse motivazioni di ordine non scientifico: come quelle emerse in un convegno congiunto di ricercatori italiani e nordamericani svoltosi a Torino nel settembre '77 per sollecitare la concessione degli esami, quando qualcuno affacciava l'ipotesi di una futura distruzione atomica delle nostre città. Pier Luigi Baima Bollone

Persone citate: Eula, Libby, Pier Luigi Baima, Pier Luigi Baima Bollone, Willard Libby

Luoghi citati: California, Chicago, Torino