Alfa, esordio promettente di Gian Dell'erba

Alfa, esordio promettente Meglio del previsto il ritorno della Casa milanese in F.l Alfa, esordio promettente L'ing. Chiti: «La macchina è già competitiva» - Giacomelli spiega il suo errore - Brambilla spera nella riconferma MONZA — Un attimo di silenzio dopo l'entusiasmo del pubblico sollevato dai passaggi di Scheckter e Villeneuve. Poi si riaccendevano gli applausi quando appariva Bruno Giacomelli, che, con la sua Alfa Romeo, tallonava da vicino la Brabham-Alfa di Niki Lauda. Il pilota lombardo ha condotto ieri, tino al momento del ritiro, una gara appassionante. Era settimo, ed avrebbe potuto superare l'austriaco (dal quale, al 28° giro, aveva ridotto il distacco a poco più di un secondo) quando ha effettuato un -dritto» all'entrata della variante Ascari. C'è chi ha detto che Giacomelli ha troppo osato, preso dalla toga, quando è arrivato a ridosso di Lauda. «Sono invece incappato in un errore banale — ha dichiarato Giacomelli — che mi era già successo un paio di volte prima. Togliendo il piede dall'acceleratore la punta ha toccato sotto il pedale del freno. Una frazione di tempo infinitesimale che ha ritardato la mia azione frenante. E' bastato per arrivare lungo e finire nella sabbia». Malgrado ciò — visti i ritiri e se il sorpasso gli tosse riuscito avrebbe potuto essere quarto — all'Alfa Romeo non si recrimina, anzi c'è soddisfazione. «Lo con¬ sideriamo un esordio più che positivo — ha detto l'ing. Chiti — in fondo non mi interessa se Giacomelli fosse arrivato sesto, quinto o quarto. L'importante è aver visto che la macchina è competitiva per motore e telaio e che il pilota c'è. Avevo detto a Bruno di tirare e non farsi staccare ed è stato uno dei pochi ad effettuare dei sorpassi». «Comunque — ha soggiunto Chiti in tono scherzoso — è bene che Lauda sia giunto in fondo: ha sempre un motore Alfa, no? Quanto a Giacomelli bisogna dire che il diciottesimo tempo da lui ottenuto in prova non rispecchia la verità. Con un solo treno di gomme "da tempo" che la Goodyear ci ha dato, non essendo l'Alfa Romeo un team preferenziale, e che Bruno non ha forse saputo sfruttare a dovere, la sua posizione in nona fila non era quella reale. Potremo fare molto di più se la casa angloamericana ci tratterà meglio in futuro». Giacomelli, partito con perfetta scelta di tempo, soltanto alla ventesima tornata ha iniziato a progredire. «All'inizio ho girato sotto tono — ha spiegato — perché la macchina era eccessivamente sottosterzante nelle curve veloci. Poi le cose sono andate meglio. La nuova Alfa deve essere miglio¬ rata ma già oggi ha dimostrato cosa vale. Forse, nel 1980, potremo partire nelle primissime posizioni. Per come è andata sono soltanto arrabbiato con me stesso. Non ho mai ritardato le frenate e, dove sono uscito, ho staccato regolarmente ai 130 metri prima della chicane, come ho sempre fatto». Contento il presidente dell'Alfa Romeo, Ettore Massacesi: «Bella corsa di Giacomelli, peccato sia finita in anticipo. Bravo anche Vittorio Brambilla». Quest'ultimo, al suo rientro dopo l'incidente del '78, ha detto: «E' andata meglio di quanto sperassi. Ho avuto problemi per della carta gommata antisdrucciolo messa sulla pedaliera, che con il caldo si è fusa, appiccicandomi le suole delle scarpe. Nessun problema psicologico, considero il mio rientro positivo. Quanto alle voci che danno Regazzoni all'Alfa nel 1980 non so cosa dire, lo credo di aver dato molto alla casa milanese, altrettanto l'Alfa ha fatto con me, ed il mio ritorno di oggi lo conferma. Ho voglia di correre ancora e penso di aver fatto sempre il mio dovere. Se non mi vorranno più mi spiacerà immensamente». Gian Dell'Erba

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