Guasta prima del via la T4 del sudafricano di Cristiano Chiavegato

Guasta prima del via la T4 del sudafricano La cronaca della corsa che ha deciso il Mondiale Guasta prima del via la T4 del sudafricano I meccanici hanno notato una perdita nel circuito frenante, riparato all'ultimo momento - Determinanti il ritiro di Arnoux e il gioco di squadra di Villeneuve, classificatosi al 2° posto DAL NOSTRO INVIATO MONZA — Sembra un sogno. La Ferrari domina il Gran Premio d'Italia con Jody Scheckter al primo posto e Gilles Villeneuve al secondo ed il sudafricano diventa matematicamente campione del mondo. Se non ci (ossero milioni di testimoni, almeno 120 mila presenti sul circuito, gli altri spettatori davanti alla televisione, potrebbe venire il dubbio che tutto questo sia realmente accaduto. Eppure è proprio andata cosi, nel migliore dei modi per la casa italiana ed i suoi piloti. Con il grande, combattivo ed anche stortunato Jacques Laffite fuori causa, l'incredibile vittoria si è trasformata in un trionfo. Quando mancano ancora due gare alla conclusione del campionato, Scheckter è già il successore ufficiale di Mario Andretti e Villeneuve occupa la piazza d'onore. E come se non bastasse, la Ferrari si è aggiudicata in anticipo anche la Coppa costruttori di Formula 1 che è una specie di campionato mondiale per marche. Un en plein che ha lasciato gli avversari prostrati, senza forze. Un colpo da maestri giocato in casa davanti ad un pubblico che è stato parte integrante dello spettacolo. La folla ha incitato Jody e Gilles come una volta si faceva con Bartali e Coppi. La corsa dei due piloti è stata sottolineata da un coro di ovazioni, da incitamenti ed applausi che sono durati per tutta la corsa. E, alla fine, quando le due rosse T4 hanno tagliato il traguardo, si è scatenata la più grande e la più accesa caccia al campione mai vista in un autodromo. Il successo della Ferrari (era dal 1966 che le macchine di Maranello non ottenevano un «doppietto» a Monza: in quell'occasione toccò a Scarfiotti e Parkes) è bastata ed avanzata per rendere la giornata favolosa agli innumerevoli tifosi della Casa del cavallino rampante. E' stata comunque una gara' cavalleresca (a parte un episodio del quale diciamo altrove che ha avuto come protagonisti Regazzoni e Piquet), iniziata con un gesto simpaticissimo di Jacques Laffite. Poco prima del via, dato in maniera impeccabile dal nuovo direttore di corsa Ottorino Maffezzoli (67 anni, pensionato, dirigente dell'Aci Sport di Milano, 800 partenze all'attivo), Jacques Laffite è andato a fare gli auguri a Scheckter. -In bocca al lupo — gli ha detto — anche se mi dispiacerebbe perdere questa battaglia». I due si sono stretti vigorosamente la mano, mentre i tifosi gridavano «bravo» al francese. Prima di dare l'avvio alla cronaca, bisogna rivelare un retro-1 scena che apparentemente potrebbe sembrare insignificante, ora che per Scheckter tutto è andato bene. A qualche minuto dal giro di ricognizione i meccanici della Ferrari si sono accorti che la T4 del sudafricano perdeva il liquido dell'impianto frenante anteriore. Un rapido controllo ha permesso di constatare che un caliper (la pinza che stringe il disco) era difettoso. Allora si è provveduto a cambiarlo e quando il pilota è arrivato nel posto previsto per lo schieramento, si è ancora registrato il meccanismo, spurgando l'olio. Sin dalla partenza, Scheckter aveva attaccato ed II successo è stato anche la conseguenza di una gara condotta con intelligenza, con bravura e con una macchina competitiva. Il semaforo verde ha visto infatti la Ferrari numero 11 scattare più rapida di tutti. Alla prima chicane, il sudafricano ha preceduto Arnoux, Villeneuve, Laffite e Jabouille, quest'ultimo, partito in pole position, aveva già detto che, dovendo utilizzare la macchina di riserva (la sua l'aveva rovinata nelle prove) non avrebbe avuto molte possibilità di vittoria. Fuori dalla lotta è finito subito anche Alan Jones. Problemi di accensione hanno ritardato sin dai primi metri l'australiano che è rientrato ai box dove è stato fermo un paio di giri e poi è ripartito come una furia, recuperando parecchie posizioni soltanto per una soddisfazione personale perché la quarta vittoria consecutiva era ormai impossibile. Se la sua Williams fosse rimasta in gara probabilmente il gran premio avrebbe avuto un altro svolgimento. Con Jones lontano, Scheckter ha condotto per un solo giro, lasciando subito il passo alla potentissima Renault turbo di Arnoux. Il francese si è messo a spingere e Jody ha evidentemente pensato che era meglio lasciarlo andare ed attendere tranquillo, senza rischiare troppo, anche se Laffite era immediatamente alle spalle di Villeneuve. Nel frattempo sono scomparsi Mass, tradito dal motore, Piquet, vittima di una pericolosa uscita di pista, Tambay, anch'egli per una rottura del propulsore e Watson uscito di strada alla prima variante. La fuga di Arnoux è durata sino al dodicesimo passaggio. Il francese che era seguito dalle ombre della Ferrari e di un minaccioso Laffite ha dovuto Improvvisamente rallentare l'andatura e, per il giro successivo, sono state le due Ferrari a presentarsi in fila, prima e seconda sul traguardo. Nelle retrovie intanto hanno cominciato ad assestarsi le posizioni. E' venuto fuori Clay Ragazzoni che si è messo di guardia alle spalle di Jabouille ed è venuta fuori sorprendentemente — bisogna riconoscerlo — l'esordiente Alfa Romeo «179» di Bruno Giacomelli. Mentre Brambilla ha fatto quello che ha potuto con la vecchia vettura con una gara onesta ed intelligente (si è classificato dodicesimo), il suo compagno di squadra bresciano ha cominciato a macinare sorpassi, uno dietro l'altro. In poco tempo Giacomelli ha superato lekx, Reutemann, Jarier e Andretti, mettendosi alle spalle di Lauda che era quinto. L'Alfa si è avvicinata poco alla volta alla Brabham fino a trovarsi ad una cinquantina di metri. Sarebbe stato bello vedere il duello fra i due motori identici e fra il giovane italiano e l'ex campione del mondo. Invece Bruno questa soddisfazione non l'ha avuta. E' uscito di strada alla variante Ascari. La gara è finita durante il 42" giro, quando Laffite (che però perdeva circa mezzo secondo a passaggio) è rientrato ai box con il motore fuori uso. Cosa è successo? Semplicemente si è piegato il pedale del freno che, schiacciato, urtava quello della frizione. Ad una staccata il francese ha azionato il pedale, la frizione è rimasta bloccata ed il mo- tore è andato con i giri alle stelle. Eliminato anche il rivale per il titolo, Scheckter non ha più avuto problemi od è andato a vincere, scortato dallo «scudiero» Villeneuve mentre Regazzoni ha conquistato il terzo posto perché Jabouille ha dovuto fermarsi a quattro giri dal termine con il turbo fuori uso. Al quarto posto Niki Lauda con la Brabham Alta. L'ultimo brivido è stato fittizio. Regazzoni (che ha corso senza la croce svizzera sul casco per protesta contro le autorità svizzere che gli hanno tolto la patente per eccesso di velocità) ha dato l'impressione di poter raggiungere la coppia della Ferrari, riducendo il proprio distacco fino ad arrivare molto vicino. Ma, in realtà, sono stati Jody e Gilles a ridurre l'andatura per non rischiare. Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Italia, Maranello, Milano, Monza, Villeneuve