Ma il lago non esiste

Ma il lago non esiste Ma il lago non esiste DAL NOSTRO INVIATO ORISTANO — L'acquitrino nei pressi di Mogoro. dove secondo due telefonate di sedicenti Unità combattenti comuniste e Nuclei combattenti comunisti sarebbero stati giustiziati Fabrizio De André e Dori Ghezzi, nonostante sulle carte geografiche porti il pomposo nome di Lago di Cracaxia non è altro che una palude dove pullulano le zanzare e le rane, noto soltanto ai cacciatori che1 vi si appostano al passo delle anatre e di altra selvaggina lacustre. Sono due pozze molto vaste, di cui una profonda circa settanta centimetri e l'altra due metri. La vegetazione è costituita da canneti ed arbusti. Le due pozze sono formate da una diga costruita dalla Regione sarda alcuni anni fa; doveva essere un lago, ma nessuno ha mai pensato di metterci un po' d'acqua dentro. Cosi, ha raccolto soltanto le piogge scese dai versanti delle montagne vicine. C'è melma ed è maleodorante. In questo ambiente desolato per tutto il pomeriggio un elicottero, cani poliziotti, sommozzatori (che non hanno potuto immergersi) e pattuglie di carabinieri giunte da Ales al comando del tenente Gebbia, hanno rastrellato la zona senza risultato. Un'operazione condotta senza convinzione ma con scrupolo, perché alle due telefonate nessuno ci ha creduto fin da principio. Però, i carabinieri per dovere di indagine ed i giornalisti per dovere di cronaca sono accorsi subito. Lavoro inutile. Deve essere stato un macabro scherzo fabbricato a tavolino, sulla carta geografica. Hanno guardato la zona e scovato il ' lago senza sapere che non ha acqua. La riprova è che anche l'indicazione di strada 131 bis non è esatta, si tratta infatti di una superstrada mentre quella che si percorre per arrivare all'acquitrino è la 131. Mogoro è un grosso centro di 5 mila abitanti celebre per i suoi meravigliosi tappeti opera dì ottime tessitrici locali. Si trova ai margini della Barbagia, nell'entroterra del golfo di Oristano. Le ricerche sono continuate sino al calare del sole, come già era avvenuto per l'analoga ricerca dei due ragazzi Casana; la solita telefonata di sciacalli annunciava l'abbandono di due cadaveri nel lago di Corsi, anche quelle non hanno dato alcun risultato. Questa mattina i sommozzatori scampagneranno la seconda pozza, quella più profonda. Queste telefonate comunque creano tensioni, allarme e soprattutto disagio a polizia e carabinieri che, già impegnati notte e giorno per i sequestri, con gli organici ancora ridotti dalle ferie, sono costretti a orari e turni estenuanti. Una pattuglia della polizia ad un posto di blocco ci diceva l'altro giorno: «Non ne possiamo più, ci usano come bestie». E sapendo che lavoravamo per un giornale: «Scrivetelo, aiutateci», ed era quasi un'implorazione. «Non distinguiamo più il giorno dalla notte». Battute sulle montagne, rastrellamenti, posti di blocco, controllo di persone sospette, perquisizioni, impegnano migliaia di uomini senza possibilità di ricambio, e non si sa quanto durerà questo stato di emergenza se è vera la notizia che si sta spargendo di altri sequestri non denunciati. Durante le indagini per i sequestri Olivetti e Cinque è stato accertato che un altro torinese, di cui per ora non si conosce l'identità, sarebbe stato rapito nei pressi di Porto Rotondo ed avrebbe pagato un riscatto di 200 milioni. La notizia è giunta soltanto ieri al comando carabinieri portata da un informatore. Secondo gli inquirenti non si tratterebbe di un caso isolato: le persone che per paura preferiscono tacere e pagare piuttosto che prolungare la prigionia e correre rischi sarebbero relativamente numerose. m_ b.

Persone citate: Casana, Dori Ghezzi, Fabrizio De André, Gebbia

Luoghi citati: Ales, Mogoro, Oristano