Sfilata della campagna 3500 agricoltori sui carri

Sfilata della campagna 3500 agricoltori sui carri Asti: Festival delle sagre mentre si apre un più vasto discorso sui vini Sfilata della campagna 3500 agricoltori sui carri Una passerella di personaggi e di scene contadine - Trebbiato il grano in piazza - Frittate e polenta negli stand DAL NOSTRO INVIATO ASTI — Sfila la campagna da protagonista con le sue facce e i suoi abiti, con i trattori e la gente. Scende dalle colline, raduna gli agricoltori vecchi e nuovi, li mette sui carri a rappresentare scene di tradizione e di lavoro. Basta un vecchio artigiano a battere l'incudine o una massaia a scodellare la polenta appena cotta per strappare gli applausi al mare di folla che ieri ha accompagnato la sfilata. Perché questa, prima di tutto, è la rivincita della campagna: una festa, una passerella di volti e di dialetti per dire che la cascina è ancora solida, che la corsa ai modelli imposti dal consumismo non ha sradicato equilibri e valori, non ha disperso saggezze e mestieri. Quest'ultima edizione del -Festival delle Sagre» voluta dalla Camera di Commercio e appoggiata dall'assessorato all'agricoltura della Regione, aggiorna il taccuino dei primati: 40 Pro Loco scese a conquistare il capoluogo di provincia, 3500 personaggi, altri 40 padiglioni montati nella notte di sabato in piazza Alfieri, in cui ciascun paese si è cimentato nel solleticare l'appetito alla gente con i suoi piatti forti. Una giornata dedicata al mondo contadino con tante immagini, costruita sull'impegno di rappresentare il passato con tutta l'attendibilità possibile, ma anche sulla volontà di ricucirlo con il presente. Nei solai si sono aperti i vecchi bauli per rispolverare vestiti e oggetti, ma in molti casi è bastata la. presenza degli anziani, uomini e donne rimasti nella cascina tutta la vita, per dare un tocco di autenticità. Si comincia al mattino, l'appuntamento è in piazza del Palio. Ragazze in costume che reggono canestri con' maccheroni, fagioli e pomodori ; vecchie sui carri a filare la canapa con l'arcolaio, un contadino che pigia l'uva nel tino. Paesi con quattro case, come San Marzanotto, che sono riusciti a mettere insieme cinque carri dedicati ai vecchi mestieri; agricoltori che hanno sottratto lavoro alla vigna per ricostruire fedelmente la «topia», il pergolato con pampini e grappoli d'uva, dove si giocava la partita a briscola. Per illustrare il bucato, quelli di Penango hanno costruito sul carro un pozzo di mattoni e l'hanno riempito d'acqua. Vicino è stato acceso il fuoco e le massaie, con l'asse da lavare appoggiato alle ginocchia, hanno sciacquato i panni nel vecchio mastello in legno. Sono sfilate le lavandaie di Rocchetta Tanaro e le capre che producono il latte per le robiole di Roccaverano; mentre Grazzano ha rappresentato la famiglia contadina al mercato: una vecchia «Balilla» scovata chissà dove per trasportare patate e verdura, la gabbia dei conigli E oltre alle immagini, le espressioni dei protagonisti. Vecchi ricurvi che sorridono impugnando la zappa, figure di donne che camminano più decise al suono della banda. «Nui favu parei», dicono le massaie di Rocca mentre con il mestolo ammorbidiscono la sfoglia di pasta e preparano gli agnolotti. Cosi per cucinare la «cutletta scarpiunà», il loro piatto tipico, quelli di Villa San Secondo hanno costruito nientemeno che una macelleria: su un carro il vitello vivo pronto per essere trasformato in bistecca, sull'altro il macellaio E poi la sfilata delle macchine antiche con il gruppo Revigliasco-Variglie. Una trebbiatrice del 1910 con le ruote in ferro, un elevatore di paglia in legno, un vecchissimo trattore classe 1925. Sono le creature dei fratelli Quaglia, una famiglia di collezionisti che ha trasformato stalle, magazzini e capannoni della cascina in museo. Stavolta si sono presentati con due rarissimi gioielli: un «locomobile» a vapore, cioè uno strano aggeggio che tra fischi e sbuffi' serviva per la trebbiatura, un modello più piccolo in grado di sviluppare la «forza» di due cavalli elettrici Nel pomeriggio le macchine hanno trebbiato il grano in piazza Alfieri come si faceva sulle aie, ma in tema di antichità la sfilata ha riservato altre sorprese. La Pro Loco di Montechiaro ha sco¬ vato la prima macchina usata dai pompieri, un trabiccolo con la campana per sirena, scortata da una pattuglia di vigili del fuoco in stile '800. Quella di Villafranca ha rappresentato la «festa della Leva» con manifesti originali del 1860. Pino a notte si è mangiato negli stands, con bollito, frittate e polenta, poi si è ballato in piazza al suono delle bande. Mauro Anselmo Asti. Gran parata della Douja d'or: sfilano i carri dei mestieri

Persone citate: Mauro Anselmo, Rocca

Luoghi citati: Asti, Montechiaro, Penango, Roccaverano, Rocchetta Tanaro, Villa San Secondo, Villafranca