Tremila dissidenti sfilano a Varsavia

Tremila dissidenti sfilano a Varsavia Arrestati sei attivisti Tremila dissidenti sfilano a Varsavia VARSAVIA — Una contromanifestazione, diretta chiaramente a contestare le celebrazioni ufficiali per commemorare il quarantesimo anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale, si è svolta ieri pomeriggio a Varsavia. Al termine di una messa funebre celebrata nella cattedrale di San Giovanni in memoria dei polacchi caduti durante il conflitto, circa tremila persone hanno sfilato nelle vie della capitale dalla cattedrale alla piazza della Vittoria dove sono state deposte corone di fiori sul monumento al Milite Ignoto. In testa al corteo alcuni manifestanti portavano uno striscione di tela con la scritta «Confederazione della Polonia unita — il nostro scopo è l'indipendenza e la libertà». Sullo striscione spiccavano inoltre l'aquila coronata, emblema della vecchia Polonia e la lettera «P» con la base a forma di ancora, simbolo della Polonia combattente durante la seconda guerra mondiale. Davanti al monumento al Milite Ignoto, uno dei presenti ha pronunciato un breve discorso affermando che la Polonia deve recuperare la sua libertà e la sua indipendenza. La manifestazione è durata circa 45 minuti. Tra sabato e ieri erano stati tuttavia arrestati sei membri del «Movimento per la difesa dei diritti umani e civili» che avevano organizzato la manifestazione. Fra gli arrestati figurano Leszek Moczulski. Wojciech Ziembinski, Andrzej Czuma e Adam Wojciechowski. Durante la manifestazione sono stati distribuiti manifestini ciclostilati nei quali si annuncia la fondazione di un nuovo partito politico indipendente, la «Confederazione della Polonia indipendente». Nel volantino si dichiara che il nuovo partito (ovviamente illegale) è l'unica formazione politica che dopo trent'anni si proponga di svolgere in Polonia delle attività il cui unico fine è l'indipendenza del Paese. Ieri intanto a Danzica per la seconda volta in un mese il primo segretario del partito comunista polacco Edward Gierek ha ricordato pubblicamente le agitazioni degli operai dei porti Baltici del dicembre 1970 durante le quali 55 lavoratori (la cifra è ufficiale) furono uccisi dalla polizia e che portarono alla caduta dell'allora primo segretario comunista Gomulka. Gierek ha parlato a Danzica per commemorare il quarantesimo anniversario dell'inizio del secondo conflitto mondiale. Il leader comunista ha detto, rivolgendosi ai cittadini del porto baltico: «Ci ricordiamo tutti quale parte abbiano avuto il vostro patriottismo ed il vostro senso di responsabilità per sormontare gli effetti del tragico conflitto del 1970». Tutto il discorso di Gierek è stato d'altronde improntato a toni patriottici e alla necessità di mantenere l'unità della nazione. Il leader comunista ha infatti reso omaggio tra l'altro ai combattenti dell'armata nazionale che dipendeva dal governo polacco in esilio a Londra ed ai militari polacchi che combattevano sul fronte italiano.

Persone citate: Adam Wojciechowski, Andrzej Czuma, Edward Gierek, Gierek, Gomulka, Leszek Moczulski, Wojciech Ziembinski