All'Italia più medaglie di tutti di Gianni Menichelli

All'Italia più medaglie di tutti Conclusi con pallanuoto e calcio i Giochi del Mediterraneo All'Italia più medaglie di tutti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SPALATO — Per decidere il derby «mediterraneo» delle medaglie c'è voluto uno spareggio. Quasi che tutto fosse uscito dal copione di un grande regista, Jugoslavia e Francia si sono presentate a parità di medaglie d'oro (55 a testa) all'ultimo evento agonistico dei Giochi, la finale del calcio nella suggestione del Gradski Stadion illuminato nella sera. Ed e stata un'apoteosi, perché gli slavi appassionati calciofili e al contempo fortissimamente decisi a vincere la gara del medagliere dei «Mediterranei» — sono accorsi in 50 mila per sostenere 1 loro calciatori. Questo testa a testa conclusivo s'era reso necessario dopo l'incredibile crollo della Jugoslavia proprio nello sport che tradizionalmente l'ha consacrata ai più alti vertici mondiali, il basket. Nell'ultima notte dei Giochi, infatti, la giovane nazionale cestistica allenata da Pero Skansi, spalatino, era andata al tappeto per la seconda volta in dieci giorni contro la modesta e combattiva Grecia. Fallito 11 basket, gli slavi han dovuto rifarsi con la pallanuoto a spese degli azzurri e poi puntare tutto sul calcio. In verità in piscina sono stati i nostri campioni del mondo a fare tutto da soli, in assenza di Lonzi hanno mostrato nell'uni¬ ca partita seria la corda di una preparazione sommaria, manifestando carenza di un accettabile assetto tattico e di una tenuta fisica decorosa. Sono stati in partita per due tempi, grazie a qualche prodezza individuale (una controfuga di Galli in inferiorità numerica, una girata spettacolare di D'Angelo). Poi, in vantaggio per 3-2, sono via via letteralmente affondati, lasciando via libera ad una Jugoslavia mediocre e poco ispirata, valida soltanto nel duo Lozica-Mustur. Ed è finita 7-4 per loro. Nel calcio poi gli Jugoslavi (la stessa squadra che incontrerà gli azzurri nelle qualificazioni olimpiche, praticamente una Nazionale A ringiovanita) hanno passeggiato contro una Francia amatoriale. Questa Jugoslavia non è davvero una grande squadra, lentina in difesa, manovriera in attacco ma nulla più. Però contro slmili avversari è bastata la classe di qualche singolo (il dribblatore Sestlc, Paslc, 11 Ubero Rozlc, la punta Vujovic) perché ne scaturissero un 3-0 e un match a senso unico, con la gente in tribuna riscaldata al punto giusto per la grande cerimonia di chiusura. Ultime medaglie azzurre sono state d'argento: quella dei pallanotistl e quella dello spadista Falcone. Non siamo cosi riusciti a toccare quota 50 medaglie d'oro, mentre nelle due edizioni precedenti, con 27 gare in meno in programma, avevamo raccolto 51 vittorie. Insomma, sul piano numerico siamo stati battuti e possiamo consolarci soltanto contrapponendo qualità a quantità: abbiamo primeggiato nei nuoto e nell'atletica, abbiamo regalato ai Giochi buona parte dei protagonisti da finale olimpica, da Slmeoni e Mennea a Scartezzlni, Di Giorgio, Raise, Guarducci, Felotti, Savi, Tagnln, al trio dei lottatori Caltabiano-Polllo-Marianl, al pugile Oliva, a Cagnotto, al tiratori a volo, a segno e con l'arco, a Ferri e via cosi. In realtà potremmo anche contrapporre nella quantità un altro tipo di quantità: gli azzurri sono primi nel meda¬ gliere completo, quello che tiene conto anche delle medaglie d'argento e di bronzo e che attesta quindi una solidità nonostante tutto ancora superiore del movi-, mento sportivo italiano nel suo complesso. Gianni Menichelli

Luoghi citati: Francia, Grecia, Italia, Jugoslavia, Pero