La tanto attesa Bardonecchia-Susa

La tanto attesa Bardonecchia-Susa La tanto attesa Bardonecchia-Susa La decisione del governo di costruire la superstrada del Fréjus sblocca una situazione grottesca: si sono spesi 200 miliardi per un traforo che rischiava di restare senza accessi Trecento miliardi per la superstrada del Fréjus, punto focale, oggi, di quella direttrice internazionale E13 prevista dalla Convenzione di Ginevra del 1949 per collegare Brest e Lione a Venezia attraverso Torino e Milano. La decisione del governo sblocca una situazione che rischiava di diventare grottesca: si sono spesi 200 miliardi per un traforo (il più lungo d'Europa, 1200 metri più di quello del Bianco) che rischiava di rimanere senza accessi, una stazione senza binari. «E' uno stanziamento rilevantissimo che ci permette di guardare al futuro con una certa tranquillità-, dice il vicepresidente della commissione Lavori Pubblici della Camera, on. Botta. Mostra i progetti già elaborati dall'Anas per il tratto dalla galleria alla tangenziale Nord di Rivoli. Ci seno ancora molti particolari da discutere, ma in linea di massima da Bardonecchia a Susa si costruirà una strada completamente nuova, mentre da Susa a Rivoli si utilizzerà una quindicina di chilometri dell'esistente. Sostanzialmente si tratta di un radicale passo avanti rispetto ai «rappezzi» decisi nei mesi scorsi che avrebbero portato ad una situazione non diversa da quella, oggi contestata, della TorinoSavona. Da Bardonecchia a Savoulx l'Anas ha già appaltato lavori per 30 miliardi: per ora si tratta di una strada a 3 corsie (2 in salita, una in discesa), ma non è escluso, secondo Botta, che la si passia4: «io spesa in più — dice — sarebbe accettabile e l'allargamento è tecnicamente possibile-. Da Savoulx a Serre La Voute il progetto sarà pronto a metà ottobre: importo 20 miliardi, 4 corsie. Da Serre La Voute a Deveyes è stato già fatto l'appalto (18 miliardi). Da Deveyes a Susa (San Giuliano) è previsto un tracciato totalmente nuovo, in gran parte su viadotti e con gallerie. Queste ultime, nel tratto Susa-traforo. raggiungeranno una lunghezza di oltre 6 chilometri, cioè quanto il tratto italiano del tunnel del Fréjus. Da Susa a Torino, all'innesto sulla tangenziale Nord a Rivoli, sono previsti una serie di interventi sull'esistente come la circonvallazione di Bussoleno (dove già è appaltato un lotto su 4), l'allargamento della Bussoleno-Borgone. A Borgone si risolverà il «nodo» dell'innesto sulle due strade — la nazionale e la militare — per proseguire fino a Sant'Ambrogio. Da Avigliana a Rivoli, infine, sono già pronti progetti per 20 miliardi che necessitano soltanto del parere della Regione. Le strade saranno tutte costruite dall'Anas e per il momento non è previsto che vi sia un pedaggio anche se non è difficile immaginare che, almeno da Susa a Bardonecchia, dove la costruzione dell'arteria costerà in qualche tratto oltre 10 miliardi al chilometro, sia possibile l'introduzione del pagamento, almeno per sostenere le alte spese di manutenzione. L'on. Botta non vuole polemizzare sui ritardi e sulle responsabilità: -Era evidente che bisognava risolvere il problema della strada, anche perché — dice — c'è una convenzione che deve essere rispettata. Altrimenti saremmo finiti davanti alla Corte internazionale dell'Aia, denunciati dai nostri cugini francesi-. La commissione Trasporti della de trorinese ha ieri diffuso un comunicato in cui esprìme «piena soddisfazione» per le dichiarazioni del ministro Nicolazzi sulla costruzione della strada del Fréjus. «Fin dai tempi della concessione per il traforo —prosegue il documento —la de si è battuta per la contestuale risoluzione dei problemi della viabilità, intimamente connessi alla galleria, presentando recentemente una proposta operativa pienamente recepita nel disegno di legge del governo-. La de, dopo aver indicato i problemi che permangono in Val di Susa (servizi merci, assetto idrogeologico, collegamenti con la viabilità secondaria) rileva criticamente che l'ipotesi regionale di procedere per tratti limitati e scalati per vari anni «non era sostenibile né sotto il profilo tecnico, né sotto quello funzionale-. g.b.

Persone citate: Botta, Nicolazzi