Aosta: manifesti a lutto nelle strade per gli animali uccisi dai cacciatori di Giorgio Giannone

Aosta: manifesti a lutto nelle strade per gli animali uccisi dai cacciatori Aosta: manifesti a lutto nelle strade per gli animali uccisi dai cacciatori DAL NOSTRO CORRISPONDENTE AOSTA — Ennesimo grido di allarme contro la caccia. Lo ha lanciato il «Mouvement Ecologique Valdòtain», che in occasione dell'apertura della stagione venatoria, iniziatasi in Valle d'Aosta tre settimane fa, ha fatto affiggere in tutta la Regione un polemico manifesto, listato a lutto. Il manifesto (che a quanto pare ha creato interesse anche tra i collezionisti di posters non solo per il suo ironico contenuto, ma anche per l'insolita scelta tipografica) è un vero e proprio proclama di guerra contro i cacciatori, accusati non solo di essere «massacratori della fauna valdostana», ma anche di violare la legge. Nel prendere atto dell'apertura della caccia, il Movimento ecologico valdostano sostiene che «ancora una volta duemila cacciatori condizioneranno i valdostani e i turisti, non più liberi di fare salutari passeggiate nei boschi senza il perico/o di essere impallinati "per sbaglio", e che i contadini dovranno sottostare all'ingiusta legge che permette ai cacciatori di entrare sui terreni altrui per uccidere, ma anche per rubare». . Il promotore di quest'ulti¬ ma campagna contro la caccia è Claudio Manganoni. 66 anni, ex assessore regionale, un passato di militante comunista (fu consigliere regionale regionale nell'immediato dopoguerra fino allo scorso anno, quando fu clamorosamente espulso dal pei per aver fatto pubbliche dichiarazioni contro il partito) ed un tentativo (fallito) di rielezione nel '78 nell'Assemblea Regionale nella lista «ecologica». «Pre- metto subito che questa iniziativa non ha fini politici — chiarisce Claudio Manganoni — ma rientra fra gli scopi del Movimento di cui sono presidente, nell'ambito della difesa del nostro patrimonio naturale». . La strategia del «Mouvement Ecologique Valdòtain» ;si basa principalmente sull'adesione popolare. «Vogliamo creare il consenso della gente che crediamo contraria alla caccia — dice Manganoni —, in attesa di arrivare presto ad un referendum anti-caccia (n.d.r.: iniziativa mossa dal partito radicale) noi lanciamo un appello a tutte le persone che vogliono mutare questo stato di cose e riportare l'amore per gli animali e la natura in primo piano, affinché si uniscano per portare avanti questo ideale». I cacciatori valdostani respingono ovviamente le accuse. Carlo Trossello, presidente del Comitato regionale per la caccia, sostiene che ì ripopolamenti stagionali sono più che sufficienti per compensare i capi di selvaggina abbattutf, e che inoltre il Comitato in questi ultimi anni ha avviato una sorta di iniziative sia per una più efficace regolamentazione della caccia sia per aumentare il patrimonio faunistico. «/ cacciatori amano la natura quanto le altre persone — dice Trossello —, poi vi sono cacciatori scorretti, incivili, violatori della legge, e dei diritti, noi siamo, come comitato, i primi a condannarli, ma questo è un discorso che va al di là della discussione sulla caccia e sulla sua abolizione». Cacciatori e «anti-cacciatori» : in Valle d'Aosta sono duemila i primi, una cinquantina in meno dei tesserati dello, scorso anno, un numero non ancora valutabile i secondi. Il referendum proposto su scala nazionale, potrà forse essere l'occasione per contarli. Claudio Manganoni afferma che sono tanti, e che possono aumentare ogni giorno. Il presidente del Comitato Caccia ha fatto sapere di avere inoltrato denuncia alla magistratura perché ritiene diffamatorio non solo per i cacciatori, ma anche per l'Amministrazior.e regionale, il contenuto del manifesto. Il presidente Trossello ha detto di avere unito alla querela la richiesta «perdanni morali» subiti dai cacciatori: un milione per ogni tesserato; sono duemila e quindi due miliardi. Giorgio Giannone

Persone citate: Carlo Trossello, Claudio Manganoni, Manganoni, Trossello

Luoghi citati: Aosta, Valle D'aosta