Mobilitati i capi de in preparazione del Congresso di Luca Giurato

Mobilitati i capi de in preparazione del Congresso Mobilitati i capi de in preparazione del Congresso Andreotti: «Gli altri partiti ci facciano proposte concrete» Duro attacco del pei alla politica economica di Cossiga che «appare, dai primi atti, incerta e confusa» - Criticate anche le scelte per le tariffe e le pensioni ROMA — C'è stato, ieri, un duro attacco della direzione del pei alla politica economica del governo. Ci saranno, la prossima settimana, gli incontri tra Craxi e i leaders dei partiti laici minori. Continua, tra favorevoli e contrari, il dibattito sulla «grande riforma» dello Stato lanciata proprio dal segretario socialista. Temi interessanti ed importanti. L'impressione di fondo rimane però questa: ogni sviluppo concreto del dibattito politico è ormai condizionato dal congresso de, ancora cosi lontano (avrà luogo nel gennaio dell'80) ma già cosi presente In ogni azione o intervento di rilievo. La de non fa niente per ridimensionare questa impressione. Le «grandi manovre» precongressuali sono in corso e dalla prossima settimana sono in programma altri quattro convegni di corrente. Comincerà «Forze Nuove» di Donat-Cattin a Saint-Vincent; poi i fanfaniani a Fiuggi; quindi, verso la metà di ottobre, ci sarà a Roma il radu> no più atteso: quello di tutte' le correnti di sinistra («Base», ex-forzanovìsti di Bodrato, morotei ed andreottiani) che intendono rilanciare la linea del confronto voluta da Zaccagnini. «Grandi manovre» delle correnti ed interventi continui dei leaders di maggior prestigio. Ieri, a conferma che' nella de la «febbre» del congresso ha contagiato proprio tutti, hanno parlato, quasi contemporaneamente, a Nord e a Sud dell'Italia, due ex presidenti del Consiglio (Giulio Andreotti ed Emilio Colombo, capi di una stessa corrente in tempi lontani ; oggi, su posizioni diverse), un ex segretario del partito (Arnaldo Forlani. indicato tra 1 più probabili successori di Zaccagnini) e il direttore del «Popolo» Corrado Beici, che al posto di segretario vorrebbe invece uno degli amici di Zac (Bodrato o Galloni). Tanti leaders per quasi altrettante posizioni e aspirazioni, a conferma che la de è un partito che, da solo, è già grande coalizione e potenziale maggioranza di unità nazionale. Con acutezza, uno degli intellettuali più in vista del pei, Mario Tronti, ha osservato che «la categorìa che unifica l'universo democristiano è la certessa del potere*. I de respingono questa etichetta. Ecco come dispiegano il loro «ventaglio» di posizioni. Giulio Andreotti: «Per la preparazione del congresso, sarebbe deleterio l'accentuarsi di risse o personalismi. Non possiamo condensare tutto nelle alleanze di governo, sia percìié non dipendono solo da noi, sia perché, oggi a Roma, si decidono praticamente solo la politica estera e quella della sicurezza interna; il resto è frazionato in molti centri di potere, a cominciare dalla Regione*. Per l'ex presidente del Consiglio, è più valido «fissare chiare linee programmatiche su cui cercare convergenze*; e chiedere agli altri partiti di «proporre alla de, alla luce del sole, punti operativi precisi su cui muoversi insieme*. Emilio Colombo: «Si partirebbe con il piede sbagliato, fin da ora, se portassimo il. congresso a dividerci in una contrapposizione pregiudiziale sugli schieramenti e sulle alleanze con le altre forze politiche. Ciò che ci farà interlocutori efficaci in una situazione cosi difficile, riaffermerà il ruolo centrale della de e darà valore alla nostra iniziativa, sarà la nostra capacità di dare una risposta ai problemi istituzionali, a quelli della crisi economica aggravata dalla seconda crisi energetica*. Colombo ha invitato la de a non lasciar cadere la proposta di Craxi sulla «grande riforma» : «Si tratta di un contributo per affrontare questa difficile situazione». Arnaldo Forlani: «Che t partiti di vecchia ideologia siano indirizzati ad affrontare in termini moderni i problemi | della governabilità e dello sviluppo della società nuova, è un fatto positivo che merita consenso e risposte attive di partecipazione. La de, che queste esigenze ha espresso in numerose occasioni, dovrebbe sollecitare subito i necessari incontri fra i partiti e le forze sociali*. Favorevole, come Colombo, alla proposta di Craxi, Forlani invita il governo «a procedere, intanto, ad una serie di nomine e adempimenti». Corrado Beici: «Siamo in una fase in cui non è possibile giudicare i partiti come se fossero forze pietrificate e immodificabili. Ad esempio è acquisita la scelta di fondo del psi in termini di democrazia occidentale e in questo senso resta ferma la nostra convinzione sulla essenzialità del rapporto dc-psi». Fuori della de, ieri, due fatti di rilievo. L'attacco del pei al governo, inserito in un ampio documento della direzione comunista e una intervista del vice-segretario del psi Signorile ad Epoca. La politica economica di Cossiga, dice la risoluzione del pei, «appare, dai primi atti, incerta, confusa, dettata da improvvisazione. Nessun intervento di una qualche serietà nel campo dei prezzi e non sufficiente chiarezza sul problema delle pensioni, dove il psdi, il pli e una parte della de ostacolano l'approvazione della legge di riforma». Signorile continua a guardare al dopo Cossiga: «Credo che la de — dice —potrà dare la presidenza del consiglio a un socialista». Luca Giurato 4scdulds

Luoghi citati: Fiuggi, Italia, Roma, Saint-vincent